La Juve si impantana in Laguna: al gol di Morata risponde il mancino di Aramu. L’altro mancino, Dybala, alza bandiera bianca dopo soli 12 minuti. Per la Juve 2 punti persi nella mission (quasi impossible) di agguantare la Champions. Per il Venezia un pari d’oro nella corsa salvezza.

La partita.
La solita Juventus: buon avvio ma dopo il vantaggio si abbassa, comincia a giochicchiare, affidandosi più allo spunto dei singoli che al gioco corale. Manca un paio di occasioni per il raddoppio e tiene aperto lo spiraglio. Quanto basta per lasciar passare il tracciante dal limite di Aramu. Opposti gli stati d’animo alla vigilia: i bianconeri rinfrancati dal primato nel girone di Champions e le 3 vittorie di fila (inclusa quella con il Malmö); i veneti un po’ ammaccati, dopo le sconfitte contro Inter e Atalanta e soprattutto il poker subito nel derby contro il Verona. Ma la bolgia del Penzo non lascia dubbi: il Venezia deve rialzare la testa e la Juventus i 3 punti dovrà sudarseli. Partono meglio i bianconeri che prendono subito le redini del gioco, capitalizzando al 32’: Morata piomba sul cross teso di Pellegrini e firma il vantaggio. Il Venezia prova a graffiare in avanti affidandosi all’ariete Henry che però non trova mai lo specchio della porta. Al tramonto del primo tempo i bianconeri hanno l’occasione per portarsi sul 2-0: Cuadrado lascia scoccare un tiro da fuori area che lambisce il palo. Sarà l’ultimo squillo della Juventus. Nella ripresa sale in cattedra il Venezia che al 55’ trova il pareggio con Aramu. I bianconeri proveranno a rimettere il muso avanti ma senza spaventare il Venezia, fatta eccezione per un bolide di Bernardeschi che Romero con un colpo di reni alza sopra la traversa. Finisce 1-1: passo falso per i bianconeri che continuano a perdere punti con le “piccole”.

Numeri 10.
Alla vigilia, Dybala e Aramu sono accreditati come naturali protagonisti del match. E le premesse ci sono tutte: numeri 10 tutta tecnica ed estro e buono stato di forma. Dybala arriva da 2 segnature consecutive contro Genoa e Salernitana e un ottimo inizio (nonostante gli infortuni): 8 gol e 5 assist in tutte le competizioni (migliore partenza delle ultime tre stagioni). Aramu alla sua prima effettiva stagione in Serie A (nel 2016 aveva giocato i minuti finali di un Torino-Pescara) ha all’attivo 4 gol (di cui 1 proprio contro il Toro) e 2 assist. E i due lasceranno il loro marchio nella partita, anche se in modo diverso. Il 10 del Venezia lascia il segno, regalando il pareggio ai suoi: non solo il gol per il piemontese di Ciriè che è autore di un’ottima partita a centrocampo, sia in fase difensiva che in fase di costruzione. Quello bianconero invece lascia il campo. Il fastidio accusato nella partita contro il Malmö, e che sembrava superato, costringe l’argentino allo stop: risentimento muscolare alla coscia destra. L’entità del problema sarà chiarita dagli esami strumentali. Intanto a parlare chiaro sono i numeri: quarto infortunio in 4 mesi di stagione. Tanti. Troppi. Per uno degli uomini designati a trascinare la Juventus fuori dalla tempesta. La tempesta, appunto. Lo stesso Allegri aveva usato questa parola per descrivere il momento della sua squadra dopo i ko contro Chelsea e Atalanta. Poi le 3 vittorie di fila contro Salernitana, Genoa e Malmö, e sembravano aver portato un po’ di sereno. Lo stop di stasera contro il Venezia e l’ennesimo infortunio di Dybala, però, fanno tornare le nubi. Ma in tanto grigiore (per i risultati sul campo e il caso plusvalenze fuori), una luce c’è. Quella di Luca Pellegrini. Il ventiduenne terzino bianconero, il cui trasferimento al Trabzonspor era dato quasi per certo solo un mese fa (fonte calciomercato.com), adesso potrebbe addirittura rientrare nella lista Champions (escludendo un centrocampista). Finora il romano ha collezionato 7 presenze (5 da titolare) e sembra aver convinto Allegri che lo aveva elogiato proprio alla vigilia del match contro il Venezia: «Luca è cresciuto molto. Ha molti meriti in questo, perché ha voluto rimanere alla Juve, può ancora migliorare. È una valida alternativa per Alex Sandro». Anche questa sera Pellegrini ripaga la fiducia dell' allenatore: migliore dei suoi, spinge, punta l’uomo e crea situazioni pericolose. Suo l’assist al bacio su cui si fionda Morata deviando in rete. Per uscire dal pantano, servirà anche lui.

Chiara Saccone