Alla squadra di Allegri, ancora con 9 giocatori indisponibili, bastano un buon primo tempo e il ritorno al gol di Morata per regolare uno Spezia che si fa vedere solo nei secondi 45 minuti. La Juventus inanella così il quattordicesimo risultato utile consecutivo e si porta a -7 dalla vetta (dopo la vittoria del Milan sul Napoli) e a +6 sulle inseguitrici (dopo il passo falso dell’Atalanta contro la Roma).

Primo tempo con pazienza
Prima trequarti di gara senza grandi emozioni, ma che racconta di una Juventus padrona del gioco e avanti nel punteggio. Per la gioia di Allegri. Che dalla panchina si sgola per catechizzare i suoi “Bisogna palleggiare finché non troviamo il buco”. E la Juve palleggia. A ritmi bassi, vero, ma con precisione e buona aggressività. Però quando la prima pressione va a vuoto, gli uomini di Allegri cadono nel solito vizietto di abbassarsi troppo, attirando l’avversario verso la propria area. Ma lo Spezia del primo tempo è troppo (e stranamente) arrendevole per impensierire la difesa bianconera. E al 21’ minuto la pazienza della Juventus viene premiata. Bella l’azione imbastita dai banconieri, anche se propiziata da uno svarione avversario: Rugani intercetta il rinvio errato di Provedel e innesca subito Vlahovic che appoggia su Locatelli che di prima serve Morata. Lo spagnolo da lì non può sbagliare. La piazza di destro e interrompe il digiuno che durava da ben 532 minuti (ultimo gol in Coppia Italia su rigore contro la Sampdoria). Ma l’ultima segnatura in campionato risale addirittura al 18 dicembre 2021 nel 2-0 contro il Bologna. Dopo il gol, il copione della partita non cambia: pallino del gioco saldamente nelle mani dei bianconeri che mancano in un paio di occasioni il raddoppio per scarsa precisione sotto porta e poca qualità nell’ultimo passaggio. L’occasione più nitida al 33’: bella manovra in velocità sull’asse Locatelli-Arthur-Cuadrado ma il colombiano apre il piattone con poca cattiveria e Provedel si allunga e la blocca.

Secondo tempo col brivido 
Negli spogliatoi Thiago Motta deve aver strigliato i suoi, perché lo Spezia rientra in campo con un piglio diverso. Alza il baricentro, si piazza stabilmente nella metà campo avversaria. La Juve, in pieno controllo nella prima parte di gara, sembra subire la maggiore aggressività dell’avversario e pecca di frenesia. La spinta dello Spezia diventa pericolosa al 51’ quando su cross dalla destra di Salva Ferrer (innescato dal tacco di Verde), Gyasi colpisce di testa da pochi passi ma Szczesny para sulla linea di porta, al suo primo intervento della partita! Lo scampato pericolo rimette in carreggiata gli uomini di Allegri che aumentano i giri del motore per tenere gli avversari lontano dalla propria area di rigore e tentare il raddoppio. Che non arriva. E che tiene sulle spine i tifosi sugli spalti e Allegri in panchina fino alla fine. Perché lo Spezia ci crede e nel finale sfiora il pareggio per ben due volte. All’84’ su cross di Simone Bastoni dalla destra, disimpegno da dimenticare di De Ligt e conclusione alta di Salva Ferrer disturbato da Rabiot. E al 92’: ancora Verde a servire Agudelo che calcia in scivolata ma invece della porta centra i cartelloni pubblicitari. Finisce qui.

Altra vittoria di corto muso per una Juventus che fatica a trovare il gol della sicurezza ed è costretta a difendere con le unghie e con i denti il vantaggio fino all’ultimo minuto. Ma a differenza di inizio stagione, i bianconeri sono bravi ad alzare il muro a protezione della propria area, a soffrire e a compattarsi per difendere i 3 punti. E per sopperire alla lunga lista di indisponibili. Oggi si sono rivisti in campo Rugani e Bernardeschi, ma l’infermeria è ancora affollata: Dybala, De Sciglio, Bonucci, Chiellini, Zakaria, Chiesa, McKennie, Kaio Jorge e Alex Sandro. La Juve non brilla, ma vince ancora. Ottima la prestazione di Morata, e non solo per il gol: dialoga bene con i compagni, fa salire la squadra, gioca con intelligenza tattica. Il gol è la ciliegina sulla torta per un giocatore che, liberato dall’obbligo di segnare, si è ritrovato. Chi non ha segnato, invece, anzi chi non ha fatto neanche un tiro in porta è Vlahovic: il serbo, alla settima partita consecutiva in bianconero, è apparso stanco e poco lucido (oltre che poco assistito dai compagni).
Nel mezzo promosso Locatelli: ispirato tra le linee e ottimo nelle verticalizzazioni. Nonostante le assenze illustri regge la difesa, con luci e qualche ombra: le luci sono tutte per Danilo, altra prestazione da leader; le ombre per De Ligt, oggi troppe disattenzioni per uno come lui.

Chiara Saccone