A poche ore dall’ultima giornata del massimo campionato che decreterà l’assetto delle partecipanti alle competizioni internazionali, la settimana ha visto protagonista il campionato cadetto, con le partite che hanno determinato le finaliste che si contenderanno l’ultimo pass, unendosi a Empoli e Salernitana già promosse. L’ultimo atto parlerà veneto: da una parte il Cittadella (per cui non posso nascondere di provare enorme simpatia) e dall’altra il Venezia. Entrambe hanno sovvertito i pronostici della vigilia, eliminando le favorite Monza e Lecce. In particolare, la delusione più grande è stata per la squadra lombarda, che dopo una campagna acquisti faraonica è rimasta a bocca asciutta, con l’obiettivo di riprovarci con ancora più convinzione l’anno prossimo. La squadra brianzola gode di un primato davvero poco ambito: è la società che può vantare il maggior numero di campionati di Serie B disputati senza essere riuscita a festeggiare il salto nel massimo campionato. Insieme all’attuale compagine di Balotelli, però, vi sono numerose piazze che non sono riuscite a coronare il sogno di vivere almeno una stagione la Serie A. E ve ne sono davvero di insospettabili. Ecco, dunque, la top ten delle società italiane più presenti nel campionato di Serie B che non sono mai riuscite nel corso della loro storia a centrare il bersaglio grosso.

9° posto: Marzotto Valdagno-Prato (10 partecipazioni)

Dobbiamo iniziare con un ex-aequo.
La prima è una squadra della provincia di Vicenza, che ha collezionato tutti i campionati di Serie B disputati negli anni ’50, precisamente dal 1951 (anno della promozione) al 1961. Nella stagione 1953/54 fu la miglior squadra della regione, mentre quattro anni dopo ottenne il miglior piazzamento, con al timone Imre Senkey (che ha allenato diversi team in Italia), conquistando un quarto posto e arrivando ai quarti di finale di Coppa Italia, con l’attaccante Biagioli che si laureò capocannoniere del torneo con 19 reti. In panchina ebbe l’onore di avere nomi di prestigio, tra cui spicca Vycpálek, allenatore dal 1962 al 1964, che qualche anno dopo vincerà due scudetti con la Juventus. Dopo quel periodo, con la retrocessione in Serie C nel 1970, cominciò un lungo declino che la portò nelle serie inferiori. Attualmente milita in Prima Categoria. La grande rivale è ovviamente il Vicenza: una roboante vittoria portò alla nascita di un cocktail che da quelle parti ha un grande seguito, il cinqueazero.

La seconda gode invece di un altro curioso primato: è la città più popolosa del Paese a non aver mai visto la massima serie. La squadra della città natale di Paolo Rossi può vantare diversi nomi legati alla sua tradizione calcistica: dai CT vincenti della Nazionale quali Ferruccio Valcareggi (che guidò il club dal 1955 al 1959) ad Enzo Bearzot, allenatore nel 1968/69 prima di entrare nel giro azzurro, fino a Bobo Vieri, che giocò nelle giovanili per una stagione nel 1989/90. Proprio con l’unico tecnico vincitore degli Europei, la squadra visse la sua annata migliore in cadetteria, ottenendo un decimo posto nella stagione 1957/58. La squadra vanta il maggior numero di campionati disputati in Serie C, in tutte le sue forme: in particolare, dalla stagione 1977/78 fino al 2017/18 giocò perennemente in categoria, alternando tra Serie C1, Serie C2 e Lega Pro. Attualmente si trova in Serie D, a ridosso della zona play-off, ambendo a tornare nel suo territorio per eccellenza.

8° posto: Vigevano (11 partecipazioni)

Come per le precedenti, anche la squadra lombarda ha vissuto molti anni fa il periodo d’oro, che consta di 11 partecipazioni al campionato cadetto a girone unico, di cui l’ultima nel 1958/59. Per altri vent’anni riuscirà a destreggiarsi tra Serie C e Serie D, prima del fallimento del 1979 che la porterà nelle categorie inferiori. Ci vorranno 22 anni per rivedere i biancocelesti nell’attuale quarto livello della piramide calcistica, con la promozione conquistata nel 2000/01. Un altro fallimento nel 2015 e la nuova ricostituzione portano la squadra dalla Terza fino alla Prima Categoria. La società è nata esattamente 100 anni fa: indubbiamente, merita molto di meglio.

7° posto: Fanfulla (12 partecipazioni)

Con una partecipazione in più del Vigevano troviamo un’altra squadra lombarda, emblema della città di Lodi. Il nome della società deriva dal cavaliere Fanfulla, un grande condottiero italiano vissuto tra il XV e il XVI secolo. Anche in questo caso, il periodo migliore della società fu in epoca non recente, prevalentemente tra gli anni ’40 e ’50. La squadra bianconera visse poi un lungo periodo di permanenza in Serie D, con il ritorno nel 1978 in Serie C2. Il sussulto lodigiano avvenne negli anni ’80, con la promozione in Serie C1 nel 1982/83 e la conquista della Coppa Italia di Serie C l’anno successivo, che coincise anche con l’ultima apparizione in questo torneo. Dal 1984, infatti, il Fanfulla è invischiato nelle serie minori, sfiorando nel 2000/01 il grande ritorno grazie ad una stagione mostruosa firmata Riccadonna (autore di 33 reti) e guidata in panchina da Corrado Verdelli, futuro allenatore della Primavera e per un breve periodo anche della Prima Squadra dell’Inter. Venti anni dopo la storia sembra ripetersi: la squadra è seconda, a sei lunghezze dalla capolista Seregno nel girone B di Serie D. La strada dei play-off e dell’eventuale ripescaggio rappresenta la speranza di vedere Lodi nuovamente tra i professionisti.

6° posto: Cittadella (14 partecipazioni)

Ed ecco la grande candidata ad uscire da questa classifica. I granata sono nati nel 1973 e in poco tempo riescono a scalare le serie inferiori, ottenendo degli ottimi risultati a livello dilettantistico. Nel 1989 approda in Serie C2, ma è con la seconda promozione del 1993 che la squadra padovana non torna più indietro e comincia a crescere, divenendo oramai una delle società più riconoscibili del panorama nazionale. Nel 2000, grazie ad uno spericolato schieramento offensivo (il 3-3-4), la squadra conquista la Serie B nella finale contro il Brescello. L’esperienza dura due anni, prima della retrocessione in Serie C1. La società è però strutturata, e in poco tempo risale la china, riuscendo a centrare la promozione nel 2008 e, successivamente, anche nel 2016, dopo la retrocessione dell’anno prima. Nella stagione 2015/16 si farà notare in Coppa Italia, travolgendo per 15-0 il Potenza e stabilendo il record assoluto di marcature della competizione. È in quella stagione che si insedia Roberto Venturato, attuale tecnico, capace di sfiorare la promozione in massima serie due anni fa, perdendo in modo rocambolesco la doppia finale con l’Hellas Verona. Adesso, una nuova possibilità, un altro derby, stavolta contro il Venezia, per rovesciare quella delusione e dimostrare a tutti che con programmazione e tenacia i risultati arrivano ugualmente.

5° posto: Arezzo (16 partecipazioni)

Stagione 2006/07, post-Calciopoli. Nel campionato di Serie B, una squadra, quella toscana, retrocede classificandosi ultima in classifica. Gli allenatori di quella travagliata stagione, a fasi alterne, saranno due: Antonio Conte e Maurizio Sarri. Nessuno, in quel momento, può sapere che diventeranno due dei più grandi allenatori italiani di sempre. Il debutto in categoria avvenne nella stagione 1966/67, al termine della promozione ottenuta l’anno precedente. Diversi saliscendi, con la grande occasione di salire in massima serie che si presenta nel 1983/84, con la conquista del 5° posto, a sole 5 lunghezze dalla promozione. Il fallimento occorso nel 1993 spedisce la società nei Dilettanti: ci sarà una rincorsa che culminerà con la promozione in Serie B nel 2003/04 trascinata da Elvis Abbruscato. Dopo la retrocessione di cui in apertura, la squadra non riuscirà più a tornare in seconda serie, anzi, quest’anno è terminata ultima in classifica finendo in Serie D.

4° posto: Sambenedettese (21 partecipazioni)

«Mi piace il Boca perché ha uno stadio e dei tifosi che sono straordinari, ma mi piacciono un po’ tutte quelle che hanno grandi tifoserie: mi piace il Panathīnaïkos, mi piace il Galatasaray, mi piace la Sambenedettese in Serie C, perché hanno tifosi che credono in quello che vedono e questo mi fa effetto».

Parole e musica di Daniele De Rossi, un campione del mondo. Inspiegabilmente, una società che può contare su una delle tifoserie più calorose del panorama nazionale, non è mai riuscita a centrare la promozione in Serie A, contando 21 partecipazioni in Serie B. Un altro grande personaggio, Carlo Mazzone, sosteneva che il derby con l’Ascoli fosse, sul piano dell’intensità emozionale, qualcosa di impareggiabile. L’ultima esperienza in cadetteria è datata 1988/89: in questi 32 anni tanta Serie C (con annessa una Coppa Italia vinta) e Serie D. Il calcio italiano, però, si augura di vederla presto dove merita.

3° posto: Cosenza (22 partecipazioni)

La promozione dello Spezia lo scorso anno ha portato i Lupi sul podio di questa speciale classifica, complici le 22 partecipazioni al campionato, che non potranno aumentare nell’immediato vista la retrocessione in Serie C avvenuta all’ultima giornata. Anche la presenza di questa piazza è abbastanza sorprendente: è l’unica big della Calabria a non essere riuscita nell’impresa (in tempi diversi Catanzaro, Reggina e attualmente il Crotone sono riusciti a portare la regione al livello più alto). Il grande rammarico è legato all’esito della stagione 1991/92, con la squadra che arrivava all’ultimo turno al quarto posto, a pari punti con l’Udinese. La trasferta di Lecce vide un grande esodo del popolo rossoblù (oltre 15000 persone), ma la sconfitta in Salento impedì di giocare lo spareggio promozione contro i friulani i quali, al contrario, vinsero il loro match e salirono in massima serie. Una società del genere meriterebbe di trovarsi in Serie A, prima o poi: adesso il compito è riconquistare la cadetteria il prima possibile.

2° posto: Taranto (27 partecipazioni)

Se il Cosenza stupisce, probabilmente il Taranto lo fa ancora di più. Il periodo più lungo di permanenza in cadetteria fu quello tra il 1969 e il 1981. La squadra pugliese è sempre stata, soprattutto nel passato, una presenza costante, mancando solo il suggello della promozione in Serie A. Il fallimento del 1993 fu la vera mannaia sul futuro della squadra, che da quella data non si è più ripresa, alternando tornei di Serie C e di Serie D, attuale categoria. In questo momento, a 4 giornate dal termine, è in testa al campionato, a +3 sull’AZ Picerno. Il ritorno almeno tra i professionisti potrebbe rappresentare il primo passaggio per una società che da troppo tempo è lontana dal calcio che conta.

1° posto: Monza (40 partecipazioni, compresa la stagione 2021/22)

E, come detto, al vertice troviamo i biancorossi, che l’anno prossimo taglieranno il traguardo delle 40 partecipazioni in cadetteria. Una società a cui manca solo l’acuto. Il nuovo corso sta cominciando a dare i suoi frutti: attrarre calciatori oggettivamente di categoria superiore è un surplus, ma servirà anche maggior cattiveria e capacità di adattamento. L’obiettivo è di portare il Monza in Serie A e già l’anno prossimo partirà nuovamente con i favori del pronostico, nella speranza di festeggiare l’ambito approdo. Si segnala, per completezza, che anche gli anni in cui è stata in Serie C, la società si è distinta per aver ottenuto 4 successi nella Coppa Italia: è il record della competizione.

 

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