Il bello del calcio è il tifo. Il tifoso è il sale della partita, perché, diciamocelo tranquillamente, al tifoso piace esultare e lanciare sfottò agli avversari. La finanza, l'economia, la tattica interessano solo agli specialisti o comunque a chi vede nel calcio un'attività economico-sociale. Al tifoso da stadio o a quello che si piazza davanti alla televisione con birra e rutto libero, ecco a quel tifoso interessano i minuti successivi alla partita, dove può sbizzarrire la propria fantasia fino all'esaurimento dell'avversario. Lo sfottò del tifoso è come una flatulenza a scoppio, i cui effluvi però durano come loffie.

Chi non ricorda l'arguzia dell'avvocato Prisco, grande tifoso nerazzurro quando diceva: "Se stringo la mano a un milanista mi lavo le mani, se stringo la mano a uno juventino mi conto le dita“, oppure quando dileggiava simpaticamente il Milan dicendo: "il Milan è finito in serie B due volte. la prima pagando, l’altra gratis"? Perché il calcio vive di partigianerie e spesso di cori contro gli avversari. Ma la magia finisce quando lo sfottò diventa violenza, tanto che Bearzot si rammaricava di "avere un cruccio, che a volte diventa rimorso; non essere riuscito a civilizzare il pubblico, non aver fatto abbastanza per combattere il tifo.

Perché il tifoso vive anche di luoghi comuni, di sentenze reiterate che diventano verità. Si dice che la Juventus non vinca in Europa. Bene, la Juventus tra coppa campioni e champions league ha giocato 287 partite vincendone il 51,2 %.  L'Inter su 184 partite giocate nella massima competizione Europea ne ha vinte il 47,2 %. Il Milan su 249 partite effettuate ne ha vinte il 50 %. La Juve però ha perso più finali di tutte, tanto che in champions vanta solo due finali vinte contro le sette del Milan e le tre dell'Inter. Sempre in ambito internazionale, la Juventus è l'unica società del mondo ad avere vinto tutte le competizioni per club maschili organizzate dalla Uefa e uno dei cinque club ad avere vinto tutte le tre principali competizioni della stessa federazione. Ma lo sfottò dei tifosi avversari ha relegato al biasimo quello che è il motto bianconero: da "fino alla fine" a "fino al confine".
La Juventus è dopata. Ecco un altro frame ormai storico dopo l'accusa ad Agricola per l'uso di farmaci illeciti. In realtà la sentenza di accusa fu ribaltata in Appello nel 2005 in quanto "il fatto non sussisteva e non costituiva reato". Quando il procuratore Guariniello ricorse in cassazione, la vicenda venne chiusa definitivamente per la sopraggiunta prescrizione. Non fu così per il famoso caffè di Herrera, dopo le accuse di Ferruccio Mazzola, quando anche il fratello Sandro confermò la stranezza di quella bevanda. 

Il calcio vive di queste accuse e contro accuse che sono il modo dei tifosi per prendere in giro le tifoserie avversarie. "Mai stati in B" è il leitmotiv dei nerazzurri. In verità fu un cambio di regolamento a salvare l'Inter dalla retrocessione (attenzione, la B nacque solo nel 1930, quindi l'internazionale sarebbe stata retrocessa solo nelle serie regionali minori). Era il 1922 e si giocavano i campionati di due federazioni: Cci e Figc. L'Inter arrivò ultima nel campionato Cci e insieme al Brescia sarebbe dovuto retrocedere. Invece in quell'anno, per unificare i campionati dall'anno successivo, si decise di far incontrare le ultime sei dei due campionati. All'Inter spettò il preliminare con la fallita Sport Italia Milano e la partita fu vinta a tavolino. L'ultima partita, quella decisiva per la permanenza nel massimo campionato, l'Inter la giocò contro la Libertas Firenze, squadra con enormi problemi economici e la salvezza dei nerazzurri fu scontata. Mai mandati in B.

Ma questo è il sale del calcio e lo sfottò è più che gradito e come diceva Lino Banfi: “Madonna Benedetta della Ribalta di Cerignola, fai segnare il gol ai Viola!”