I tifosi, si sa, salgono e scendono dal carro con facilità disarmante. Non manca la lungimiranza, il tifoso si comporta così per amore, perché vorrebbe che la squadra trionfasse in ogni competizione. Già Luca Goldoni poneva un quesito più che esplicativo: "si parla di calcio ininterrottamente, si disquisisce o si blatera, ma risulta che non si sia mai tentato di rispondere a una domanda che trascurabile non è. Perché un uomo tradisce la moglie, un’amicizia, la patria, la fede, il partito, la marca della sua automobile, ma resta fedele per tutta la vita alla squadra del suo cuore? Perché anche il più forsennato voltagabbana, la maglia non la cambia mai?

Quanto successo ieri sera al Dall'Ara è più che mai sintomatico. La Juventus espugna Bologna, il Napoli pareggia con il Verona e i tifosi juventini festeggiano sia i calciatori che l'allenatore. Qualche strascico resta sulla dirigenza, ma all'Italiano piace trovare qualcuno su cui versare le proprie seppur minime rimostranze. Il rischio ovviamente è quello di edulcorare le analisi con il proprio stato d'animo, o di farsi prendere dallo scoramento nel caso i risultati siano negativi. Come mi piace sempre dire, dobbiamo impegnarci affinchè le nostre idee siano soggiacenti alla realtà e non invece a leggere la realtà in funzione delle nostre idee. 
Quindi mi sembra doveroso tentare un approccio asettico, consapevole che la soggettività incide sempre nel giudizio.

Pirlo sì, Pirlo no. Pirlo è un allenatore inesperto, non per colpe ma per carriera, visto che solo da una stagione esercita la nuova professione. Come tutti gli esordienti è soggetto ad errori sia di comunicazione, sia di scelte tattiche, sia di leadership, spesso di intelligenza emotiva. Di lui si può comunque affermare che sia un allenatore, ossia uno che cerca di costruire il gioco. Per fare questo ha bisogno di giocatori che hanno voglia di cambiare mentalità, che hanno voglia di correre, che siano disponibili alla fatica. Quello che non sa (o non vuole fare) è gestire i calciatori in base alle proprie qualità. La frase che rimbalza spesso nelle interviste degli allenatori della Juventus è che la squadra è inallenabile, cosa che non diceva un mister come Allegri. La differenza sta proprio nel costruire gioco e nel gestire i calciatori in base alle loro caratteristiche. Questa seconda tipologia di allenatore, preferisco chiamarla "selezionatore". Zidane è ad esempio un selezionatore, Sarri e Guardiola sono allenatori. Detto questo, se la Società decide di tenere Pirlo è necessario che investa seriamente in un progetto, che acquisti giocatori adatti al suo gioco e che punti ancora sui giovani, che hanno più voglia di eseguire pedissequamente le indicazioni del mister. Se invece la Juventus decidesse di tornare a vincere sfruttando le qualità dei giocatori, magari d'esperienza, forse sarebbe meglio abbandonare la pista Pirlo.

Ronaldo sì, Ronaldo no. Ronaldo è il capocannoniere della Serie A 2020/21. In campionato ha realizzato 29 gol, contro le 24 di Lukaku, secondo classificato. Se guardassimo ai numeri dovremmo parlare di conferma, che poi significherebbe tenerlo per l'ultimo anno di contratto. Ronaldo è un bomber di prima qualità, anche se non garantisce gli stessi standard di qualche anno fa. Quindi puntare ancora su di lui oppure no? Anche su questo è necessario subordinare la scelta a quella del mister. Con Pirlo non avrebbe senso avere in squadra un catalizzatore di gioco, uno che vuole esaltare necessariamente le proprie qualità, spesso a discapito della manovra di squadra. Se invece si puntasse su uno come Zidane, allora Ronaldo potrebbe tornare ancora utile. Con Pirlo sarebbe necessario acquistare un attaccante fisico, realizzatore, che sappia far salire i compagni e che permetta agli stessi di inserirsi in zona gol. Pirlo vuole un gioco fluido, fatto di verticalizzazioni veloci e di movimenti rapidi senza palla. Insomma, il Portoghese sarebbe un impiccio di realizzatore.

Senatori sì, senatori no. La Società Juventus ha scelto di investire sui giovani, spesso più per abbassare il monte ingaggi che per volontà consapevole. La gestione dei senatori è stata sempre a supporto della teoria legata alla trasmissione dei valori sociali, anche se spesso si è ecceduto con calciatori forti ma ormai a fine corsa. Questo è il dilemma più atroce, il dilemma di una Società si affeziona al campione rischiando di perdere di vista la programmazione. Accadde all'Inter dopo il Triplete e sta accadendo ora alla Juventus. Chiellini, Bonucci, Alex Sandro, Ronaldo sono davvero utili alla causa?

Termino con il magnifico Eduardo Galeano: "una volta alla settimana, il tifoso fugge da casa sua e va allo stadio. Sventolano le bandiere, suonano le trombe, i razzi, i tamburi, piovono le stelle filanti e i coriandoli: la città scompare, la routine si dimentica, esiste solo il tempio. In questo spazio sacro, l’unica religione che non ha atei esibisce le sue divinità…". 
E' il tempo delle scelte.