Parlare oggi di Cristiano Ronaldo è complesso. C’è chi si rattrista per il saluto del campione portoghese, ma c’è anche chi non se ne preoccupa.
Alla Juventus sanno che i campioni passano e diventano stelle per l’Allianz Stadium. Si vive di ricordi solo quando non si vede né il presente né il futuro. Già Wittgestein: “ciò di cui non si può parlare si deve tacere”.

Ma un’analisi va fatta, perché alla fine ciò che conta sono i numeri. Ronaldo è stato un affare fino all’arrivo della pandemia. Con lui è aumentato il merchandising e sono incrementati gli sponsor.Dagli sponsor la Juventus ha incassato 21,9 milioni in più grazie soprattutto al bonus di 15 milioni elargito dall’Adidas dopo l’arrivo di CR7, il merchandising è incrementato di 10,2 milioni con più di un milione di magliette vendute e infine i ricavi da stadio sono saliti di 14,2 milioni visti gli incrementi dei costi per abbonamenti e biglietti” (fonte Money.it). Poi è arrivata la pandemia e i ricavi si sono affievoliti mentre sono rimasti i costi: annualmente il campione costa circa 86 milioni, 28,8 di ammortamenti più i 57,3 di stipendio lordo, 64 considerato il costo azienda. Come coprirli senza i ricavi da stadio, senza quell’interesse generato dal calcio giocato e vissuto dentro gli stadi?
No, non vedo un errore così clamoroso da parte della dirigenza juventina, fatto salvo l’aver dato per scontato impossibili imprevisti. Aspetto grave, ma consueto nel mondo gonfiato del calcio.

C’è poi l’ambito sportivo. Ronaldo è stato acquistato per vincere sul campo, per centrare l’agognata coppa con le grandi orecchie, supponendo che un giocatore, seppur non giovanissimo, potesse fare il miracolo come Gesù Cristo. Invece la coppa è sfumata e anche malamente. Nel calcio, come nella vita, si vince di squadra e non singolarmente, semmai si vince di squadra e con la ciliegina del campione.
Ronaldo non brilla certo di empatia. Campione egoista ed edonista, è un onnivoro di record, uno che ha così tanta personalità che la convivenza diventa complessa. Se lui gioca, la squadra è lui. In Italia su 134 presenze ha realizzato 101 gol e 22 assist, in serie A 1 gol ogni 104 minuti. Un mostro sacro? Direi proprio di sì, visto che se poi si analizzano le presenze di Immobile in Serie A, ci si accorge che su 261 presenze ha realizzato 156 reti, ossia 1 gol ogni 130 minuti effettivamente giocati, così come Higuain che ha totalizzato 125 reti in 224 presenze, ossia 1 gol ogni 137 minuti giocati. Statisticamente si può dire che il campione portoghese segna almeno 2 reti in più ogni ora giocata, rispetto a due ottimi attaccanti come quelli citati.

Così Publio Virgilio Marone: “Tu non cedere alle disgrazie, ma va loro incontro con più coraggio”. Ma a dire che una eventuale partenza di Ronaldo non sarebbe una tragedia sono ancora le statistiche. In serie A la Juventus ha segnato una media di 74,33 gol all’anno con in campo Ronaldo. Negli ultimi dieci anni, quindi considerando anche gli anni senza il Portoghese, la Juventus ha realizzato una media di 75,2 gol a stagione. Certo, gol distribuiti su più giocatori, ma torniamo così all’idea del calcio come gioco di squadra.

Comunque vada sarà il tempo ad esprimere il giudizio definitivo, ma anche la voglia di Allegri di non chiudersi a riccio, rimpiangendo l’assenza del Campione.