Viviamo in un Paese strano, sempre più “strano”: dove si biasima chi filma i borseggiatori, si empatizza con orsi assassini, si grida al razzismo per un “buu” allo stadio, ma non si interviene penalmente con chi vomita odio sui social.
Il caso di Theo Hernandez è solo l’ultimo di una pratica vomitevole su cui nessuna giustizia pensa di intervenire davvero.
Non si capisce perché certi insulti urlati allo stadio portino a delle conseguenze, mentre scritti sui social ad un nulla di fatto.

Il sostegno ipocrita e sottovoce dei media al giocatore non conta, dal momento che fino all’altro giorno hanno legittimato lamentele assurde dei sostenitori del napoli. Proviamo a pensare al contrario, a cosa sarebbe successo se qualcuno da Milano si fosse messo a scrivere certe schifezze sul figlio di un giocatore biancoceleste
Ho letto articoli in cui pur di trovare qualcosa contro, si faceva l’esegesi degli striscioni degli ultras del Milan contro quelli del Napoli. Follia cui (spero) inconsapevolmente si presta il fianco con troppa disinvoltura ad atteggiamenti ostili, antisportivi e disgustosi.
Lo spazio dato dai media italiani alle lamentele dell’arbitraggio di Milan-Napoli (che si è fumato pure un rigore a favore del Milan), è stato un chiaro esempio.
L’aggravante è che c’è ancora tutta la gara di ritorno da giocare, ma già si vorrebbe scrivere un’altra storia. Questione deontologica e ontologica, nel senso che ci sono piazze che vivono per questo.
Napoli è una di queste e ha trovato il suo capopopolo: Spalletti, che in questo ha un vero talento, chiedere a Totti, Guardiola, Maldini per conferma. Purtroppo per lui, temo che pensando di dire cose intelligenti, non si renda conto della benzina che sparge copiosa.
Al resto pensa lo scudo umano di pensanti militanti - alcuni sedicenti giornalisti - che fuori dalla mix zone di San Siro insultavano l’arbitro e delegato Uefa, come guappi ai vicoli della strada. Piuttosto, meglio quelli della class action, simbolo imperituro a beneficio dell’Europa, di cosa significa provare ad amministrare un paese come il nostro.
Figuriamoci una semplice partita di calcio...