Donnarumma ha bisogno di molte cose, tranne di essere "giustificato" di continuo. Peggio ancora difeso, da chi l'ha reso ricco e famoso: i tifosi. Ci mancava Spalletti che per l'occasione ha tirato fuori uno dei suoi ragionamenti astrusi, dicendo che a Donnarumma non si perdona niente perché è un talento precoce.
Inutile dire che non è così dal momento che i fatti parlano chiaro: titolare al PSG dove prende un sacco di soldi, e a quanto pare titolarissimo della nazionale nonostante prestazioni molto discutibili.
Anzi no: perché secondo i suoi fedeli Donnarumma non si discute, si ama. Nonostante lui stesso non faccia nulla per farsi voler bene.
Via dal Milan e dall'Italia da svincolato per incassare di più, permaloso con chi gli faceva notare le papere con i piedi. Eppure trova sempre qualcuno pronto a fargli da scudo, a difenderlo da quei "cattivi" dei suoi ex tifosi, che non gli hanno mai perdonato il cambio di maglia (come se non avessero guadagnato con Maignan) o con quegli "ingrati" critici che ogni volta che prende un gol si dimenticano che all'Europeo in Inghilterra ha parato il rigore decisivo per vincere la Coppa.

In fondo, si dice, è giovane: non abbastanza per la panchina. Già, perché nessuno chiede di eliminare Donnarumma dalla nazionale, semplicemente di far giocare qualcun altro. A 24 anni si può e si deve accettarlo.
Invece, il ragazzo e il suo entourage hanno sempre avuto la pretesa del posto assicurato. Con il PSG, con la nazionale. Il tutto con risultati modesti. D'altra parte in Europa non c'era spogliatoio peggiore di quello parigino per imparare l'umiltà, il sacrificio, lo spirito di squadra. Persino Messi non ha brillato, figuriamoci questo ragazzone ombroso.
Basterebbe dire questo "ha sbagliato squadra", andare in panchina e ricominciare in silenzio.