NOTA della redazione per i blogger: per il mese di febbraio, sono stati sospesi i voti agli articoli, ecco perché tutti i blogger ricevono una bassa valutazione con il voto 1; vogliamo dunque chiarire che non è un giudizio negativo al pezzo qui proposto. Grazie per continuare a scrivere su VxL.


La Juventus ha in questo periodo la sventura di affrontare sia macchine da guerra, l'Inter marottiana, che squadre in netto rilancio, Empoli e Udinese in ordine cronologico. Mi pare la Ferrari delle ultime edizioni, costretta spesso a rintuzzare gli inseguimenti di macchine meno nobili senza mai tranquillizzarsi sul piano della classifica, ammettendo con fatica il ridimensionamento storico del proprio blasone. Quest'ultimo è dovuto all' entrata sulla scena sportiva di attori imprevisti, che hanno deposto dal familiare piedistallo figure che un tempo facevano incetta di trofei. Tale revisione gerarchica trova difficile ammissione da parte dei vertici sia della Rossa che bianconero: e non è caso, forse, che la Juve cominci ad andare male quando il governo nazionale non pare concedere l'appoggio economico che l' azienda di riferimento della squadra attendeva. Tutto ciò esulerebbe dall'argomento strettamente calcistico se non considerassimo, però, alcuni aspetti dei movimenti dell' attuale rosa juventina, che terminano per incidere, inevitabilmente, sul comportamento in campo.
Il tentativo, ad esempio, di compensare le perdite recenti con una continua trattativa sulla testa di giocatori che raramente si ritengono sicuri sotto il profilo delle prospettive, sta pagando un tributo pesante sul versante del rendimento. Qualsiasi esercito, la storia lo dimostra, che non si rifacesse ad un'identità territoriale, per non dire familiare, non durerebbe più di tanto: o, forse, non avrebbe ragione di esistere. Da troppo tempo vengono commessi errori pacchiani nella formazione della squadra, acquistando sovrapprezzo calciatori da discutere e vendendo sottocosto i gioielli del proprio vivaio. Il prossimo inciampo, da questo punto di vista, sarà la vendita di Soulè, il giocatore che sta contribuendo decisivamente a tenere in vita in serie A una ultraprovinciale che molti davano per sicura spacciata, come controparte per l' incertezza di un calciatore da verificare in squadra e non certo di basso prezzo. Questo, non si sa perché: forse perché si è lasciata troppa mano libera allo stratega di turno:ma i dirigenti dovrebbero,a loro volta, collaborare nella formazione della squadra, non solo sbattere fuori il coach. Mourinho o Allegri nell'immediato futuro, quando vedono che essa non rende come desiderano. Il "fa cose più belle che utili" proverbiale dell'Avvocato può essere ancora attuale, al pari dell' espressione di Prodi riguardante i mercenari che, quando le cose vanno male, abbandonano.
Ieri, si è visto anche, senno di poi, il mancato apporto di un Kean cresciuto in squadra e scomparso da essa al momento della trattativa con l'Atletico.
Inutile, aggiungo, mantenere una bella Juve NG quando poi, al passaggio in prima squadra, non se ne valutano le risorse.
Lo spreco è sempre una cosa negativa e mi pare che in Fiat o Stellantis che dir si voglia, si sia dimenticata la celebre sobrietà sabauda.