Esulando dai commenti mainstreaming, non c'è dubbio che nella débâcle bianconera di inizio anno abbiano influito due fattori, di cui uno ampiamente previsto dagli stessi che ora osannano la macchina campana.
Partiamo da questo: si diceva che alcune squadre italiche sarebbero risultate ampiamente penalizzate dal Mondiale fuori stagione. Ora, pochi paiono accennare ai travagli rossoneri, nerazzurri e bianconeri nel riprendere il passo. Il Match del San Paolo - mi si perdoni il tradizionalismo - ha evidenziato e solo Filippo Grassia, il moviolista di Radio Raiuno, pare averlo sottolineato, la stanchezza di uomini, fatta eccezione per Di Maria e Paredes, usciti perdenti e demoralizzati dalla competizione. In più di un'occasione, la granitica difesa verde-oro, che aveva fin qui consentito rare segnature, è parsa fantasma di se stessa. E, si sa, come nella boxe, la tua prestazione dipende da: uno, il valore dell'avversario - cfr. Paolo Rosi -; due, come si arriva al match - cfr. Tiberio Mitri, anni Cinquanta, assalto alla corona negli U.S.A.
Sono fattori non trascurabili: lo dimostra, rivedendo le immagini, la differenza di reattività tra i difensori juventini e l'attacco napoletano, oltremodo celebrato dal mondo sportivo.
Bisognerebbe chiedersi, in questo senso, perché non abbia carburato con l'Inter che, pure, ha offerto tanti calciatori al torneo Qatarino.

Il secondo aspetto della dimensione calcistica attuale che, a mio avviso, ha influenzato il rendimento juventino al Diego Armando Maradona si deve alla situazione societaria e, in particolare, a come una campagna acquisti che si profila tardiva, riparatoria, di gamba tesa, contribuisca vieppiù ad indebolire il morale del gruppo: entità che, Grande Torino ed altri docent, concorre fondamentalmente al rendimento sul campo.
Non credo, a questo punto, che rovesciamenti dirigenziali o acquisti simili a quello di Cancelo - pressoché sprecati nel caso citato, e nocivi sia alla squadra che al calciatore - possano salvare la stagione in corso o lasciar intravedere grandi prospettive per l'immediato futuro.
La Juve pare, attualmente, quella casalinga che preferisce sciacquare i panni in casa: ma sbaglierebbe non distinguendo tra due diversi ordini di problemi, cioè tra uno economico e un versante calcistico, riguardante quest'ultimo la prestazione sul campo.
Certo, non faranno sapere coram populo decisioni già prese, com'è nello stile della società.