Mi si perdoni la parafrasi dal Luttwak, ma la risposta di Arrivabene al giornalista che chiedeva su un eventuale esonero di Allegri rimane un'elegante figura retorica. Il manager rispondeva, in parole povere, che nessuno avrebbe potuto farsi carico dello stipendio del livornese per farlo rimanere a zonzo. Liquidava il reporter ma lasciava insoluta la domanda, rischiando taccia di cinismo.
Otteneva però un altro scopo: far capire, tacitamente, che non era intenzione della società liberarsi dei servigi di un allenatore che in cinque anni alla Juve aveva registrato un palmares invidiabile. E che, forse, non aveva perso del tutto le sue positive caratteristiche.

Ora, come direbbero in quel di Trigoria, bisogna fare "due conti". In questo primo quarto di stagione ha pesato e peserà, indubbiamente, la consapevolezza di uno scoglio di proporzioni non indifferenti sulla rotta bianconera e di altre squadre: i Mondiali invernali. Con tutto ciò che ne ha fatto seguito. Lo sappiamo. Calciatori come Pogba e Di Maria non avrebbero potuto considerare il cimento con indifferenza. E' la sorte dei  campioni di valore planetario. Si potrebbe opinare che Messi non si è fatto influenzare nel suo rendimento. Ma sappiamo anche cosa ha attorno, nel club, il regista Albiceleste. Quindi, poste le debite distanze, si ipotizza che la società torinese si sia lasciata alle spalle questa prima parte stagionale sotto il profilo dei provvedimenti da adottare. Ne consegue una prospettiva accattivante: e questa è strategia. Immaginiamo il Qatar un Paese ormai tornato ad occuparsi, prevalentemente, di pozzi di petrolio e piattaforme. Supponiamo allora che la sede della Juventus torni ad ospitare, a pieno regime e in salute fisica, gli ex preoccupati. Avremmo una squadra in grado di rianalizzare con serenità i propri problemi finanziari da un lato, dall'altro di disporre di un centrocampo Paredes-Pogba-Locatelli - scusate se è poco - un' ala come Di Maria e un attacco Chiesa-Vlahovic. Tornerebbero un Bremer e un Alex Sandro nel pieno delle proprie facoltà. Con la prospettiva, magari, di disputare l'Europa League.
La società, dopo gli schianti del Covid e le conseguenti penalità su una compagine che aveva azzardato proponendo un campione come Ronaldo al proprio pubblico, tornerebbe a respirare agevolmente. Il quale Ronaldo farebbe carte false, attualmente, per tornare alla Juventus, pentendosi di non essersi abbassato lo stipendio in precedenza. Ma la saggezza non è un dono alla nascita. Va maturata. Come la strategia.