Io avrei fatto al contrario ieri sera: partendo da Pogba e Iling Junior, sostituendoli se in debito di energie nel secondo tempo. Più volte è accaduto nel corso di questa stagione, pensando ad esempio al ritorno col Benfica, che il giovane inglese entrasse in campo a giochi fatti, dimostrando però qualità sorprendenti. Si vuole che si esponga col contagocce per poi fare la carriera della proverbiale "bella di Campiglia"? Motivi di mercato? Un altro dato emerso al termine della partita, da commentatori anche molto esperti, ma essere stati grandi giocatori non significa essere necessariamente grandi osservatori, è il lavoro di addobbo sulla squadra operato da Pogba.

Premesso che anche Rabiot, suo compagno di nazionale, ha cominciato a giocare veramente quando è entrato l'oriundo maliano, non ritengo che il lavoro di quest'ultimo abbia avuto un ruolo esclusivamente estetico. Pogba, più di Di Maria, ha dimostrato di poter conferire una caratteristica cifra alla squadra. Malasorte ha voluto, finora, che raramente i due francesi abbiano potuto giocare insieme, nel corso della stagione. Con buona pace delle compagini iberiche.

Il primo tempo di Juve-Sevilla, nonostante due chiare occasioni da goal a portata dei primi, è apparso dalle prime battute in mano agl spagnoli. Corsa superiore, anticipo, difficoltà di incidere da parte delle lame fini bianconere per la selva di scudi opposta, hanno fatto in modo che alla seconda chance da parte dei sivigliani questi andassero in goal. Ha contribuito, anche, la solita mancanza di serenità della Juventus su terreni che non siano il campionato nazionale, tanto che, se nel corso della sua storia la squadra avesse ritenuto, al posto della coppa, di battersi per lo scudetto, avrebbe vinto molto di più.

L'intervallo lasciava sugli spalti una tifoseria locale per lo più esterrefatta e demotivata.
Al ritorno dagli spogliatoi, è apparsa subito una squadra cambiata, un fulmine di guerra che come dice il nome, e come ho pensato, non poteva durare a lungo. Solo l'entrata, ad un certo punto dei giocatori summenzionati, ha iniziato a mettere a punto una compagine che rischiava di sbandare definitivamente.
C'è da dire che Allegri ha organizzato una squadra comunque migliorata rispetto a qualche tempo fa, dal punto di vista della gestione tattica: una squadra che, come nel già citato ritorno col Benfica, cresce col progredire dei minuti, ma che per farlo efficacemente ha bisogno di uomini come Iling e Milik, più che dei decantati Chiesa e Vlahovic.

Sotto un altro aspetto Allegri è migliorato. Sottoposto al fuoco di fila delle domande, in parte maliziose, sul rigore non concesso per l'intervento su Rabiot, ha saputo elegantemente evitare l'ostacolo. Sappiamo storicamente e ipotizzo, da certi oscuri episodi ad esempio nei match con il Real, che la Juventus non è protetta dal punto di vista europeo: anzi, l'essersi impuntata, la società, sulla Superlega l'ha resa invisa agli organi ufficiali del calcio, che non sono il massimo della competenza ma restano quelli ufficiali.
Il fatto che l'arbitro, ieri sera, non sia stato chiamato al VAR per la revisione dell'episodio dubbio in area, sa di silenzio forzato e, forse, diretto.
La società bianconera l'ha capito e sta accettando la raison d'etat.