Chapeau, Gasp!
Bei tempi quelli della "Scans-Atalanta", vero? I soliti benpensanti e buontemponi sostenevano che la Dea bergamasca, gentilmente, si dileguasse onde favorire il trionfo della Signora d'Italia. Un bel giorno la Cenerentola nerazzurra divenne una Wonder Woman con annessi e connessi, merito di un tecnico- passato peraltro dalle giovanili juventine- che le diede una dimensione non solo nazionale, ma addirittura continentale. Gian Piero Gasperini è un maestro di calcio e questo lo sanno anche i cartelloni pubblicitari dello stadio, ma a Bergamo è riuscito davvero a superarsi: in pochi anni dall'obiettivo salvezza, si è passati alla qualificazione dapprima in Europa League, per poi approdare nella massima competizone europea, la Champions. Ulteriore miracolo? Giocatori pressoché sconosciuti ritrovatisi a calcare i palcoscenici europei senza alcun timore reverenziale. 

La spesa intelligente (?)
Questo è lo slogan di una nota catena di supermercati. Se c'è, a proposito, un legame indissolubile tra Juve e Atalanta, esso non può che manifestarsi in sede di calciomercato. Il filo diretto tra Torino e Bergamo perdura oramai da decenni e non pare arrestarsi, visti i buoni rapporti tra le due proprietà. Le giovanili della Dea hanno ingrossato di talenti interi cicli vincenti di Madama; non sono mancati, allo stesso modo, affari dalla dubbia efficacia. Il totale della spesa necessaria per trasferire le giovani leve nerazzurre nella catena di montaggio bianconera, secondo transfermarkt.it, ammonta a 91,87 milioni di euro. C'è da tenere presente, però, che, specie nei decenni precedenti agli anni novanta, appaia assai complicato risalire alle cifre di trasferimento. Pertanto si può affermare di come la somma dichiarata sia destinata a salire.

Saldi, grandi acquisti e costi eccessivi
Vi dicono nulla i cognomi Scirea e Cabrini? Prodotti delle giovanili atalantine, approdano a Torino e vi rimangono in quel decennio nel quale il Trap fagocita ogni trofeo possibile tra Italia ed Europa. Il Bell'Antonio chiuderà la carriera a Bologna, ma resterà, ancora per tanto tempo, il miglior terzino sinistro della storia juventina; Gaetano, predecessore di Franco Baresi, nel ruolo di libero, sarà sinonimo di correttezza e lealtà sportiva: se n'è andato via troppo presto! Bodini (secondo portiere e poi in staffetta con Tacconi), Prandelli, Osti, Marocchino, Pierino Fanna gli altri nomi del ciclo Trap.

Sempre al Trap è legato il nome di Sergione Porrini, giunto a Torino nell'estate del '93. Il suo destino in bianconero si intreccerà con quello di un allenatore in rampa di lancia, proveniente da Napoli. Stiamo parlando di Marcello Lippi. Arriveranno in bianconero:

  • Alessio Tacchinardi: prima difensore, poi centrocampista; piedi buoni e grande intelligenza tattica. Resterà a Torino per un decennio;
  • Christian Vieri: giovane centravanti in rampa di lancio. Fisico possente, mancino, gran fiuto del gol. Solo un anno, per lui, in bianconero, da attaccante di scorta, pur sempre utile alla causa. Va a Madrid, sponda biancorossa, per divergenza di vedute con la società;
  • Paolo Montero: love, love, love... (sospiro di nostalgia)
  • Filippo Inzaghi: SuperPippo comporrà, insieme ad Alex Del Piero una delle coppie gol più prolifiche della storia bianconera; scalzato nelle gerarchie da Trezeguet si accasa al Milan, divenendo una leggenda rossonera

Nell'ultimo decennio aureo si segnala il buon Simone Padoin, antidivo per eccellenza, ma talismano bianconero per i primi cinque scudetti Conte\Allegri; attualmente è collaboratore tecnico di Max Allegri alla Continassa. Partecipa alla lista anche Federico Peluso, terzino sinistro di modeste capacità e distintosi quale discreto gregario. Dulcis in fundo, Mattia Caldara e Dejan Kulusevski, giovani, rampanti e strapagati (19M vs 35M, dati transfermarkt.it). Il primo viene barattato per riavere Bonucci e si perde fra infortuni e scarso minutaggio: avrà più fortuna in Laguna? Il secondo, fortemente voluto dall'ex direttore sportivo Paratici, non ha mai dimostrato tutto il suo valore. Sempre ammesso che ce l'abbia.

Occhio alla spesa
Non solo grandi acquisti. In un supermercato può capitare di mettere nel carrello prodotti non conformi alle proprie aspettative. Capitò anche questo ai consumatori juventini.
86/87, vedasi Marco Pacione e relativi errori in un delicato Juve-Barça, i quali costarono l'eliminazione ai bianconeri per non aver ribaltato lo svantaggio dell'andata. "Morto" un Platini, non se ne fece uno nuovo: Marino Magrin, 64 presenze e 7 reti, non ebbe mai i colpi dell'asso transalpino. Inizia bene, per poi svanire nel nulla, il terzino serbo Zoran Mirkovic, rimasto a Torino per due stagioni.
Mai pervenuti in campo, invece, James Troisi, reo di aver fatto saltare il passaggio di Verratti a Torino e Manolo Gabbiadini, acquistato forse per sottrarlo alla concorrenza, data la giovane età. Tanto talento, ma mai definitivamente consacratosi.

Conclusioni
Un rapporto di fiducia, iniziato da tempo immemore e ancora stabile e duraturo. La Juve compra a Bergamo come un normale consumatore si affida al proprio supermercato di fiducia: conosce la qualità dei prodotti, la gentilezza del personale. In un momento come questo, di vacche magre, alla Signora farebbe comodo un qualche bene di prima necessità bergamasco. Magari un terzino sinistro, un centrocampista dignitoso o una prima punta che la butti dentro. Il campo, quest'oggi, potrà emettere qualsiasi insindacabile giudizio, cambiando o non cambiando lo status quo.
Comunque vada, Madama, di sicuro, non cambierà il supermercato Dea con la concorrenza, pur non disdegnando altri punti vendita (Genoa, Sassuolo...).