L'atto finale della Champions League è sempre foriero di grandi attese e di cuori palpitanti. Mettere le mani sull'ambito trofeo è il sogno di ogni calciatore, nonché il desiderio mai celato di ciascun tifoso. Urla, lacrime, episodi, grandi giocate da sempre ornano l'ultima partita dell'anno, la più seguita nel Vecchio Continente e in tutto il pianeta. Per il tifoso juventino, guardando al calendario, il 28 Maggio è sinonimo di incubo, ma anche di scossoni e novità sul fronte panchina. Monaco, Manchester, Conte, Pirlo e Allegri sono ancora oggi il ricordo più vivido dell'universo bianconero.

28 Maggio 1997. Monaco come Villar Perosa: Juve A contro Juve B. Non è uno scherzo, ma una solida realtà. La Juve, campione d'Europa uscente, affrontò il coriaceo Borussia Dortmund allenato da Ottmar Hitzfeld. I gialloneri erano infarciti di una piccola colonia di ex juventini, gentilmente ceduti alla compagine da un Luciano Moggi in ottimi rapporti di mercato con il suo colllega teutonico. Sul rettangolo verde, la Juve cercò di comandare il gioco, ma il Dortmund si distinse per estremo cinismo: 2-0 per i tedeschi, al riposo; Del Piero, appena entrato in campo, segnò uno dei suoi gol più belli, ma l'arcobaleno descritto da Ricken, alimentò paradossalmente le nubi sugli uomini di Lippi, consegnando la coppa nelle mani dei gialloneri. Kohler, Reuter, Paulo Sousa e Moller si presero una bella rivincita verso la Signora che li ripudiò; quanto alla Juve, sarebbe troppo riduttivo affermare che i rimpianti fossero molteplici. Le noie muscolari di Pinturicchio e le vicende personali di Peruzzi (nascita della figlia qualche giorno prima) incisero in parte sull'esito finale.

28 Maggio 2003, non succederà più. Una partita pesante quanto dieci macigni: due italiane al traguardo finale della Champions. Milan contro Juventus, il meglio che il sistema nostrano potesse offrire agli occhi del mondo. Bianconeri orfani di Nedved, squalificato in vista dell'atto conclusivo e rossoneri in campo con i migliori undici. Al di là delle defezioni, il Milan riuscì maggiormente a impensierire Buffon, mentre il legno del montante superiore, colpito da Conte è l'unica grande opportunità che la Juve costruì in centoventi minuti. Rigori. Lippi incrociò lo sguardo impaurito dei suoi giocatori, che poi, di fatto, si tradusse nel responso dato dal campo. Buffon neutralizzò due rigori, il suo omologo Dida uno in più. Infine arrivò Shevchenko, con gli occhi neri e il suo sapor euro-orientale (scusa, Gianna): Milan 3-Juventus 2. Alla Juve lo Scudetto, con i rossoneri alle spalle; al Milan la Coppa dalle grandi orecchie. 

28 Maggio 2012. Antonio Conte, ex bandiera juventina, nonché fresco vincitore dello Scudetto, viene implicato nel nuovo scandalo scommesse del calcio italiano. Al tecnico salentino è imputata l'omessa denuncia, a seguito del coinvolgimento del Siena, esperienza pregressa alla Juve, in alcune partite combinate, segnalate alla Procura federale. In questa data la società bianconera volle dare un chiaro segnale all'intero sistema: la dirigenza si muoverà compatta nel difendere la professionalità e l'integrità del proprio allenatore. Agnelli e Conte, davanti alle telecamere, vollero suggellare questa netta presa di posizione, in occasione della conferenza stampa organizzata a tal proposito. Conte sarà comunque squalificato, ma la pena verrà notevolmente ridotta nei successivi gradi di giudizio. A distanza di due anni, però, i rapporti fra il mister e l'equipe dirigenziale si incrineranno in maniera irreversibile.

28 Maggio 2021. Andrea Pirlo, dopo una stagione condita da alti e bassi, viene esonerato dalla panchina bianconera. L'obiettivo minimo della qualificazione in Champions League e la conquista di Coppa Italia e Supercoppa Italiana non sono bastate al tecnico bresciano, per meritare la riconferma sui campi della Continassa. La virata di Andrea Agnelli si muove nella direzione dell'usato sicuro, rispondente al nome di Max Allegri. A dodici mesi di distanza, tuttavia, il bilancio del livornese mostra, comunque, un trend negativo rispetto alla stagione precedente: in cascina l'obiettivo minimo già menzionato, ma bacheca vuota per la prima volta negli ultimi dieci anni. 

Questa sera, 28 Maggio 2022, in veste neutrale e pressoché disinteressata, noi gobbacci siederemo comodamente sugli appositi giacigli per osservare il meglio che il calcio europeo possa offrire: Liverpool e Real Madrid. Ripenseremo a cosa poteva essere e non è mai stato, per noi, il 28 Maggio. Arrivare da favoriti, sulla carta, per poi fare ritorno, oltrepassate le Alpi, con la medaglia d'argento e un'occhiata fugace al trofeo più ambito. La finale, in quanto partita da hic et nunc, non ha mai fatto al caso della Signora, fuori dai confini italiani. Sono tanti i giustizieri che hanno punito Madama sui campi neutri di tutta Europa e, nel caso odierno, è bene rammentare i nomi di Lars Ricken e Andriy Shevchenko, iscritti di diritto alla lunga lista dei carnefici bianconeri. Ma è anche giorno di rabbia extra-campo, nella difesa della moralità personale e di sliding doors sulla plancia di comando.
Che vinca il calcio e, soprattutto, il migliore fra i contendenti dello scontro di quest'oggi. Ciò non addolcirà, in ogni caso, quel metaforico massaggio sulla pelle, da espletarsi in più occasioni, in data odierna, mai culminato in un happy ending.