"Ritirate la patente a Massa!". Ricordate la supermoviola de "Il processo di Biscardi"? Nei famigerati anni di Calciopoli, la trasmissione del conduttore molisano aveva introdotto questo metro di valutazione nel tentativo di giudicare le prestazioni dei direttori di gara. Etilometri alle stelle per i celeberrimi ubriachi al volante del calcio, controlli a tappeto, licenze di guida prontamente sequestrate. Siamo sicuri sia davvero questo l'atteggiamento migliore da esternare in queste situazioni? Siamo sicuri non sia mutata la percezione che si ha dell'arbitro?
Adolescenti, spediti come pacchi sui campi fangosi di periferia, sommersi di insulti e minacce per il rigore non fischiato su mio figlio che è un fenomeno assoluto e farà strada. Io, genitore incaz... nero, devo ridurlo a brandelli, perché mio figlio, cacchio, non merita tanta superficialità. Quante volte si assiste a scene di violenza verso ragazzini sbarbati che si fanno le ossa (o l'osso sacro) sui campetti di terra? Essi, privi di assistenti di linea o tecnologie all'avanguardia, cercano di rendere al meglio, nella speranza che la passione divenga professione, anche commettendo degli errori.
Siamo di fronte a un fattore culturale mai intaccato dal tempo che trascorre. L'arbitro è il capro espiatorio perfetto, a lui si possono imputare tanto episodi recenti, quanto le guerre puniche (citazione di matrice tipicamente andreottiana). Prendiamo spunto da ciò che è avvenuto ieri sera. Mani evidente di Hoedt, rigore non fischiato con il favore di arbitro e VAR. Le prime luci dell'alba portano in dote prime pagine di giornali dai giudizi impietosi verso il sig. Massa della sezione di Imperia. Apriti cielo!
Ricordo, a fine primo tempo, scorrendo la bacheca del mio Facebook, flotte di tifosi juventini, sedicenti giustizieri, con picchi da giornalismo d'inchiesta, restituivano alla memoria dei posteri una quantità di immani soprusi arbitrali perpetrati ai danni della Signora, nella stagione corrente. Lacrime da sceneggiata napoletana e memoria corta, l'unica certezza di tali reportage. Come ci si può appellare all'inettitudine del direttore di gara, pur sapendo che la propria squadra che non riesca a giocare a calcio? Come si possono recriminare rigorini allo scadere (Porto!), dopo prestazioni inenarrabili?
L'episodio arbitrale è una girandola, è la ruota della fortuna. Oggi tocca a me, domani toccherà a te. Anche a noi juventini è piaciuto godere di tali favori, in sede di commento\godimento. Chi non ha mai abbozzato un sorrisetto sotto i baffi per il rigore su Ronaldo o per il mancato gol di Muntari, scagli la prima pietra. Stesso discorso vale per qualsiasi squadra calchi i campi da gioco. Gol irregolari comunque convalidati, tocchi di mano non ravvisati, espulsioni mancate e via dicendo. D'altronde è proprio nostro quel Paese in cui si contattavano i designatori arbitrali con sim elevetiche (ahi ahi Moggi) o si chiedeva aiuto verso chi sta dietro e non avanti (ahi ahi viperette nerazzurre); si regalavano pure ingenti somme per approdare su palcoscenici ambiziosi (ahi ahi lupacchiotti giallorossi).

Quanto accaduto ieri sera non giustifica la superficialità del sig. Massa, reo di non aver fischiato un rigore sacrosanto. Piuttosto andrebbe ripensato l'atteggiamento fortemente malizioso nel dover sempre e comunque dubitare della buona fede di chi dirige le gare. Reclamare disparità di trattamento, specie in Europa, non aiuta la crescita dell'intero movimento calcistico. Emerge, al contrario, un mood remissivo, a seguito del quale le nostre squadre paiono sconfitte in partenza nelle kermesse continentali. I microfoni scottano e le dichiarazioni travolgono rotocalchi e coscienze. A fare capolino non è il match, ma "bidoni dell'immondizia" cardiaci o "lei non sa chi sono io!".
La figura dell'arbitro contemporaneo è attanagliata da dubbi perenni. Meglio consultare il monitor, fidarmi della sala VAR, del mio giudizio personale o lasciar correre? Il tocco di mano è volontario o fortuito (maledetto IFAB!)? Se fischio rigore a una big è sudditanza psicologica? La parola d'ordine è univoca: rispetto! Lo si deve al lavoro della terna, nel rispetto dei ruoli. Ok esternare critiche e perplessità, ma senza appellarsi alle corna dell'arbitro!
"Ti amo, ti amo campionato perché non sei falsato [...] a me mi eri sembrato falsato, invece non sei falsato [...]"