La rosa bianconera, al netto di critiche plausibili, presenta delle individualità interessanti. Il mercato estivo -considerando quello invernale esclusivamente dedicato al settore giovanile (Dabo, Aké...) e a prospetti (o plusvalenze) per il futuro (Rovella)- ha portato in dote elementi come McKennie e Arthur che sembravano lontani ricordi in casa Juve. Un regista e un incursore sono mancati nel passato recente e i due figli del Nuovo Mondo incarnano il prototipo di centrocampista di cui la Signora necessitava. Tuttavia, stiamo parlando di una flebile nota ottimistica in un quadro complessivo ancora carente.

Partendo dalla porta, il terzetto di estremi difensori, Szczesny-Buffon-Pinsoglio, annovera esperienza e qualità tali da non mettere in discussione l'eventuale riconferma nel futuro immediato. Da non sottovalutare neppure il ruolo di Pinsoglio nelle dinamiche di spogliatoio: il portiere sabaudo riveste i panni di motivatore e collante fra le varie anime del vestuario bianconero. Buffon, inoltre, non sembra intenzionato ad appendere i guantoni al chiodo, come riferito in alcune recenti dichiarazioni. Szczesny, qualora arrivasse un'offerta invitante, potrebbe salutare Torino, inducendo così il gruppo dirigente a puntare su un profilo più giovane. Quest'ultima considerazione, comunque, è classificabile alla voce "fantamercato".
E le note dolenti? Dalla porta in giù iniziano i punti critici dell'organico odierno.
Il pacchetto dei centrali è un perfetto mix di esperienza e gioventù: i senatori Bonucci e Chiellini sono accompagnati dal trio millennial De Ligt-Demiral-Dragusin (quest'ultimo da considerarsi oramai parte integrante della prima squadra). L'apparente inossidabilità del reparto arretrato lascia spazio a problemi derivanti dalla tenuta fisica dei componenti. Chiellini è praticamente a mezzo servizio, pur avendo disputato con discreta regolarità gli impegni tra gennaio e febbraio. L'età e il crociato operato, sommati alle ataviche noie muscolari, costituiscono il limite principale di un campione sul viale del tramonto. Da non tralasciare neppure la cagionevolezza del giovane Demiral, reduce anch'egli da una rottura del crociato e da frequenti problemi muscolari; stagione travagliata pure per De Ligt, abile e arruolabile a partire dal mese di novembre, dopo un'operazione alla spalla.
Gli esterni di difesa presentano l'ennesimo inevitabile squilibrio. Danilo-Cuadrado, a destra, il solo Alex Sandro sul lato opposto. La prima coppia, contraddistinta da un rendimento medio-alto, non rappresenta un problema irrisolvibile. La corsia mancina, invece, latita di qualità. Alex Sandro è un ex giocatore di calcio, affetto dalla celebre Sindrome di Cardiff. Dalla dipartita (sportiva) di Patrice Evra, il laterale carioca si è ritrovato privo di un effettivo sostituto: tra straordinari e qualità perduta, Alex Sandro si è perso totalmente. Ceduto Spinazzola, è arrivato a Torino il giovane Luca Pellegrini. Considerato ancora acerbo dai quadri dirigenziali, l'esterno romano si è barcamenato fra Cagliari e Genova (sponda rossoblu), ritrovandosi rimpiazzato dal debuttante (assoluto) Frabotta, promesso sposo dell'Under 23, formazione di Serie C (!). Ci troviamo di fronte a una contraddizione, di fatto, mai chiarita dal management e dall'allenatore.
La mediana ha trovato in Arthur il centro di gravità permanente. Peccato che l'ex Barça non sia indistruttibile: sciolta la neve, sono riemersi prepotentemente gli stronzi. L'infortunio di Arthur ha riportato il centrocampo bianconero alla mediocrità primordiale, imputabile alle caratteristiche dei singoli. McKennie è esentato da tali difetti, essendo deputato alle scorribande difensive e alle marcature asfissianti sugli avversari. Bentancur dovrebbe impostare l'azione, quando, in realtà, il suo bagaglio tecnico trova effettiva realizzazione nel ruolo di mezzala. Rabiot, teoricamente, si troverebbe a proprio agio in un centrocampo a 2, forte dei trascorsi parigini. Il rendimento del francese rasenta costantemente, tuttavia, la sufficienza risicata per mancanza di voglia e cattiveria. Da scudiero del playmaker si limita ad attuare il celeberrimo compitino. Nei panni del regista non pare esprimersi al meglio. Ramsey, fra problemi fisici e rendimento altalenante, si esprime decentemente (o qusi) negli ultimi venti metri e non in quelli a ridosso dell'area bianconera: ergo la sua efficacia (presunta) si realizza quale rimpiazzo di McKennie.
Sulle ali (non dell'entusiasmo) è ineccepibile l'apporto di Fede Chiesa, in termini realizzativi e di rendimento. Bernardeschi potrà essere giudicabile nel momento in cui praticherà uno sport compatibile con il gioco del calcio. Il neoarrivato Kulusevski ha svariato su più ruoli, senza mai poter assaporare quello vero: l'esterno d'attacco. Numeri incoraggianti (3 gol), ma prestazioni contrastanti. Pirlo dovrebbe sfruttarne la duttilità, pur specializzandolo in una vera mansione. Cambiando ripetutamente posizione, Kulusevski rischia di essere il nuovo Bernardeschi, non solo per l'assonanza fra i cognomi. 
Impossibile discutere CR7, seppur in alcune circostanze sia stato evanescente (vedi Porto). Morata, unica vera punta in rosa, dopo un avvio scoppiettante, si è perso con l'avvento del nuovo anno. Nonostante ciò la Juve, con Morata in campo, è diversa da quella orfana del centravanti iberico, specie in termini di profondità della manovra. Dybala non può essere classificato e classificabile, per rendimento e problemi fisici, sebbene risultasse, dalle poche apparizioni, un corpo estraneo alla creatura di Pirlo. Tornando al capitolo Morata, la società stava confezionando un vero e proprio capolavoro, arrivando a regalare una ventina di milioni, al Sassuolo, per l'acquisto di Scamacca. Nulla contro il centravanti romano, ma sarebbe stato incomprensibile puntare su un giovane che, sul piano realizzativo, ha messo a segno, nel complesso, meno di dieci reti, nella stagione corrente.

Cosa manca alla Signora?

  • Un centrale mancino. Premesso che uno dei laterali rimanga nel terzetto arretrato in fase di palleggio (soprattutto Danilo), inducendo l'altro alla metamorfosi in esterno basso di centrocampo, un centrale mancino potrebbe servire per non ingolfare ulteriormente la già complicata manovra juventina. Ad eccezione di Chiellini, prossimo alla pensione, i centrali in rosa calciano tutti con il destro. Consigli per gli acquisti: tale Pau Torres, classe '97, spagnolo del Villarreal, mancino; si segnala la grande stima riposta nei suoi confronti da Luis Enrique, ct della Spagna. La concorrenza del Real è forte, ma vale la pena investire su un prospetto del genere.
  • Un terzino sinistro. Il cuore dice Alaba (promesso sposo del Real, secondo i media), per qualità ed esperienza internazionale. La testa dice soluzione interna (ritorno di Luca Pellegrini) o cavalli di ritorno, Emerson Palmieri-Marcos Alonso, ai margini del progetto Chelsea: non fenomeni, ma di sicuro conoscenti del calcio italiano.
  • Un regista. Un supplente di Arthur è di vitale importanza. Il centrocampo a 2 di Pirlo non necessita di una mezzala, a meno che non si decida di trombare Ramsey. Locatelli, in crescita esponenziale al Sassuolo o Jorginho i colpi papabili.
  • Una punta. Il prestito biennale di Morata lascia alla Juve il tempo di valutare un eventuale riscatto. Se così non fosse, perché non puntare su un certo Mauro Icardi, mai troppo convinto del PSG?

La fantasia di un tifoso, si sa, è pericolosa quanto un ordigno. La mentalità da videogame che affligge la platea più giovane induce a riflessioni oggettive e a sogni mostruosamente proibiti, senza tener conto della situazione finanziaria dei club. L'organico Juve, però, a prescindere, grossi limiti, seppur l'età media si stia abbassando. L'aver individuato almeno quattro criticità, non è cosa da poco. Vincere in Europa è notoriamente difficile, ma farlo in Italia non è neppure così scontato, avendo ritrovato la forte concorrenza delle milanesi. La stagione 21\22 dovrà restituire dignità e presentabilità alla rosa bianconera, altrimenti ci ritroveremo a snocciolare, con rammarico e rassegnazione, le disarmanti contraddizioni di quanto viene costruito (male) dall'alto.