Che bella giornata oggi! Il sole fa capolino tra le alte vette delle Alpi. Non sono innevate. Solo qualche anno fa, ricordo che anche d'estate quando le nubi lasciavano intravedere quei picchi assolati da un sole freddo, erano ricoperti di un sottile strato di candida neve. Una visione paradisiaca che perfino la pastorella Heidi mi avrebbe invidiato. Heidi la montanara, la chiama mio nonno. Pensate che stavamo guardando la partita dell'Atalanta quando mia nonna si è messa a dire: "mi sa che quei lì son zugatori dal pit". No comment. Ma torniamo a noi. C'è una bella brezza fresca che spira da nord. Mi accarezza piacevolmente la faccia. Non sopporto il caldo torrido e questo venticello è il massimo che potevo chiedere. Mio Dio! Ma che razza di cane è quello!?! Scusate ma c'è un cane enorme davanti a me. Ha il pelo molto lungo, bianco spruzzato di macchie di marrone. Un grande muso schiacciato con le gote penzolanti mi guarda con aria investigatrice. Ho davanti un San Bernardo. Mamma santa, chissà quante pulci avrà questo! Beh si possono contare sulle dita. Ma no che dici, sono tantissimi. Beh allora facciamo il conto: Messi, Verratti, Sirigu, Insigne, Maradona. Non me ne vengono in mente altre ma di sicuro esistono. Wow che idea che mi è venuta! Ma non vi rivelo niente... Buona lettura.

Lionel Andres Messi, da moltissimi chiamato semplicemente Leo, nasce a Rosario, in Argentina il 24 giugno 1987. Alla tenera età di soli cinque anni inizia e dare i suoi primi calci al pallone. Il piccolo Lionel gioca in una squadra della sua città rivolta soprattutto ai fanciulli: il Grandoli. Il piccolo dimostra subito un talento sconfinato, abbinato ad una classe sopraffina. Si ispira a Maradona e sembra voglia imitarlo in tutto e per tutto. A soli otto anni gioca già nelle giovanili del Newell's golf Boys. A tutti è già chiaro il talento cristallino del giovane futuro campione. Le giovanili del River Plate lo vogliono ma a causa del ritardo delle sue ossa a crescere a causa del basso livello di ormoni nel suo corpo il trasferimento sfuma. La cura tuttavia è troppo costosa ed anche con l'aiuto di alcuni fondi beneficiari i soldi continuano a non bastare. Il padre di Messi, per assicurare un futuro migliore ai propri figli decide quindi di trasferirsi in Spagna con l'aiuto di una cugina della moglie che abita in paese nei pressi di Barcellona. Solamente nel 2000 però il giovane Messi effettua il primo provino con il Barcellona. È l'allenatore delle giovanili a valutarlo. Il tecnico rimane impressionato dalla tecnica devastante e dai cinque goal segnati da Lionel e il ragazzo firma immediatamente (pare abbia firmato simbolicamente una salvietta) con il Barca. Il club catalano si fa carico anche delle spese mediche per le quali Lionel Messi necessita. Nelle giovanili il futuro campione riesce a realizzare l'impressionante numero di 37 reti in 30 presenze e non è raro che in campo, proprio come adesso, regali spettacolari numeri e magie. Si fa tutta la trafila delle giovanili nel Barcellona e, finalmente nel 2004 debutta nella Liga spagnola nel derby contro l'Espanyol. Poco tempo dopo Messi è il giocatore più giovane del club catalano ad aver segnato un goal in campionato: 18 anni. Un fenomeno. In spagna gioca e convive vivacemente con altri grandi campioni quali Ronaldinho e Samuel Eto'o. Nel 2008 porta il Barcellona a laurearsi campione d'Europa con un ruolo da protagonista. Nello stesso anno gli viene attribuito il Pallone d'Oro con uno sproposito di voti in più dagli altri rivali: Messi supera di 240 punti il secondo classificato Cristiano Ronaldo. Nel 2011 viene premiato ancora con il pallone d'oro, il secondo di cinque. Vince un'altra Champions nel 2015 da protagonista assoluto in campo. Questa è la storia della Pulce per eccellenza: Lionel Messi. Passiamo ora però alla seconda pulce della nostra trafila.

Marco Veratti nasce a Pescara il 5 novembre 1992. A soli otto anni inizia a dare i suoi primi calci al pallone nella squadra giovanile del Manoppello Arabona. All'età di quattordici anni passa al Pescara dove ha un impatto devastante. Il giovane futuro campione diviene presto il perno del centrocampo pescarese. Sforna prestazioni da vero top player ogni volta che so trova nel rettangolo verde. Tutti i palloni passano dai suoi piedi. Grazie al presidente della società pescarese il giovane Verratti esordisce in prima squadra a soli 15 anni e nove mesi ed ottiene un totale di 10 presenze complessive alla share prima stagione da professionista. Nella stagione successiva realizza il suo primo goal da professionista a soli 16 anni. Un astro nascente del calcio mondiale. Una pulce irresistibile che quando ha la palla tra i piedi non è raro che faccia vedere spettacolari numeri. A fine stagione il Pescara conquista la promozione in serie b vincendo i playoff. Nella stagione 2010/11 viene schierato da titolare dal tecnico Di Francesco ottenendo ben 28 presenze alla sua seconda stagione in serie b realizzando inoltre il suo primo goal in serie b nel 2011. La stagione successiva arriva sulla panchina pescarese il tecnico Zeman che lo arretra a regista, davanti alla difesa. Nella stessa stagione il Pescara ottiene la promozione in serie a dopo la vittoria del campionato. Durante il mercato estivo Verratti si trasferisce al PSG per la cifra di 12 milioni di euro. Il giovane fuoriclasse conquista precocemente una maglia da titolare vincendo 7 campionati francesi, 7 supercoppe francesi, 6 coppe di lega francese e 5 coppe di Francia. Una carriera che è solo all'inizio per il pescarese e che magari potrebbe vedere Marco in serie a un giorno. Forse, speriamo. La nostra pulce italiana più forte di sempre! Parliamo ora però di un portiere, uno molto forte e piccolo... tra i grandi. Eh già perché lui è alto più di centonovanta centimetri ma rispetto ad altri suoi colleghi sembra... una pulce.

Salvatore Sirigu nasce a Nuoro 12 gennaio 1987. Arriva nelle giovanili del Venezia solo nel 2002 quando inizia a fare il ruolo del portiere. In precedenza giocava come attaccante ma afflitto da un leggero asma non fu più i grado di essere schierato come giocatore di movimento. Subito si capisce che il giovane Salvatore è un predestinato. Perfino il suo nome lascia a riflettere. È un predestinato a "Salvare" la porta dai tiri crudeli e potenti degli avversari. È un Salvatore. Il giovane portiere resta all'ombra di San Marco per soli tre anni, dopodiché passa al Palermo nell'estate del 2005. Nella stagione 2006/07 viene aggregato alla prima squadra ma non riesce ad esordire es a fine campionato viene ceduto in prestito alla Cremonese dove colleziona diciannove presenze e subisce ventidue goal. L'anno successivo viene nuovamente girato in prestito all'Ancona dove disputa 15 partita e subisce 24 reti. Rientra dal prestito nel 2009 e rimane altri due anni disputando 69 partite e subendo 109 reti. Nell'estate 2011 passa al PSG per 4 milioni di euro, dove l'anno successivo troverà Zlatan Ibrahimovic e Thiago Silva in uscita dal Milan. Le prestazioni a Parigi sono di alto livello e Salvatore raggiunge l'apice della sua carriera. Nella sua permanenza all'ombra della Tour Eiffel Sirigu vince 4 campionati francesi, 3 supercoppe francesi, 3 coppe di lega francesi e 2 coppe di Francia. Nel 2016 viene girato in prestito al Siviglia, dopo ha un ruolo marginale giocando appena due partite e subendo tre reti. A fine stagione parte nuovamente in prestito con destinazione Osasuna. In quel periodo Sirigu tocca il fondo giocando 18 match e subendo la bellezza di 51 reti. Il portiere pensa addirittura di lasciare il suo sogno ma poi arriva l'offerta del Torino e lui, attratto dall'idea di giocare nuovamente in serie a accetta. Dopo tre anni di prestazioni altalenanti Sirigu ha collezionato con i granata ben 109 presenze subendo 140 reti. Questa è la storia della pulce tra i grandi, di Salvatore Sirigu. Ma passiamo ora ad un vero fuoriclasse, un italiano a doc ed un'azzurro a tutti gli effetti.

Lorenzo Insigne nasce a Napoli il 4 giugno 1991. Abbraccia il mondo del calcio abbastanza tardi rispetto ad altri giocatori del suo lignaggio. A 15 anni compiuti entra a far parte delle giovanili del Napoli disputando il campionato primavera nella quale realizza ben 15 reti. Nella stagione 2009/10 esordisce in serie a in una partita contro il Livorno. Il ragazzo però non è pronto e cosi viene ceduto in prestito in lega pro alla Cavese. L'anno dopo viene nuovamente girato in prestito al Foggia dove finalmente arriva la svolta. Lorenzo incontra il tecnico che gli cambierà la vita: Zeman. Eh già ancora lui. All'inizio per il ragazzo non è facile ma dopo poco tempo gli sforzi ed il duro lavoro portano i suoi frutti: Insigne segna 19 goal in 33 presenze. Per l'allenatore boemo ormai è un pupillo, tanto che lo porta con sé al Pescara. Lì insieme ad Immobile e Verratti convince tutti vincendo il campionato di serie b e ottenendo la promozione nella massima serie. Ora non ci sono dubbi: la gavetta è finita, Lorenzo è pronto per il grande salto. Insigne viene richiamato dal Napoli e per la prima volta gioca una stagione da titolare. I primi risultati non sono entusiasmanti, nonostante faccia vedere degli sprazzi di talento assoluto non riesce ad incidere come vorrebbe. Dopo l'esordio con la nazionale maggiore a soli 21 anni i tifosi napoletani iniziano ad aspettarsi sempre di più che delusi dalle prestazioni non illuminanti del ragazzo iniziano a fischiarlo. Lorenzo sa che deve dare una svolta e trascina il Napoli alla vittoria della coppa Italia con una spettacolare doppietta. Con l'arrivo di Sarri la rosa di Lorenzo il magnifico sembra sbocciare definitivamente e sicuramente è così. Una pulce magnifica, grande ma piccola. Lorenzo Insigne. Ma che fare ora se non parlare di uno dei più grandi calciatori della storia? Bene signori e signore, allacciate le cinture perché stiamo per scoprire la storia di el Pibe de Oro.

Diego Armando Maradona nasce a Lanus il 30 ottobre 1960. Alla Tenera età di 10 anni il futuro campione del mondo da i suoi primi calci al pallone nella squadra Argentinos Juniors rivolta ai fanciulli ed ai giovanissimi. Si fa tutta la trafila delle giovanili nello stesso club fino ad esordire in prima squadra a soli 17 anni. Per cinque anni Diego gioca nella medesima compagine collezionando 166 presenze a la bellezza di 116 reti. Numeri allucinanti. Nel 1981 passa così al prestigioso club Boca Juniors dove rimane solo un anno con 40 presenze e 28 goal. Il Barcellona anche all'epoca sempre attento ai giovani sudamericani nota il futuro campione del mondo e gli offre un ricco contratto professionistico e un ruolo da lider tra le file blaugrana. Maradona accetta e così vola verso la Catalogna. Quel ruolo da leader che gli avevano promesso però non lo ottiene, complici anche i suoi numerosi infortuni. In due anni colleziona appena 36 presenze segnando però ben 22 reti. I catalani tuttavia, non convinti appieno dal Pibe de Oro lo cedono al Napoli per la cifra di 13 miliardi di vecchie lire nell'estate 1984. Alla prima stagione in Italia il Napoli si piazza in una posizione di metà classifica. L'anno successivo ottenne però un terzo posto e finalmente nel 1987, l'anno in cui nasceva Lionel Messi Maradona vince il suo primo scudetto. Nello stesso anno Diego compie l a spettacolare e incredibile impresa di vincere un mondiale da solo. Capitano e trascinatore della sua Argentina segnò due goal che rimasero nella storia in una sola partita. Il primo fu un goal di mano e viene ricordato da allora con il nome di Mano de Dios. Il secondo fu proclamato il goal del secolo dopo che Maradona si è dribblato l'intera squadra avversaria partendo dalla propria tre quarti campo ed arrivando fino all'area avversaria a suon di skill. Nella stagione 1990 il Napoli si aggiudicò nuovamente lo scudetto ma in quella stessa estate Maradona fu venduto al Siviglia dove restò per un solo anno giocando 26 partite e segnando appena 5 reti. Si trasferisce quindi al Newell's Old Boys altra ex squadra di Lionel Messi, dove restò per una sola stagione disputando appena 5 partite e segnando zero reti. Volle finire la carriera al Boca Juniors nel quale restò per due anni prima di dare l'addio definitivo al mondo del calcio giocato. Nel 1995 gli fu attribuito il Pallone d'Oro alla carriera. Questa era la storia della pulce più forte di sempre: Diego Armando Maradona, el Pibe de Oro.

Quante pulci che ci sono nel mondo del calcio. È veramente sorprendente però come questi personaggi siano i più forti giocatori in circolazione. A volte essere una pulce porta bene...