Oggi sveglia presto, si parte alla volta della Val di Non con tutti i suoi meli. Non vedo l’ora di rivedere la piccola. Arriviamo a Trento verso le 8:30, ma siamo solo a metà strada. Io appoggiato al finestrino della portiera guardo pigramente il solito paesaggio che schizza via a grande velocità. Vedo cave di sabbia arroccate ai piedi di alte montagne rocciose e sdrucciolevoli, il sinuoso corso del Sarca che scrosciando allegramente sulle rocce finisce il suo bellissimo viaggio tuffandosi nelle fredde acque del lago. Il fiume ha scavato grandi solchi  simili a canyon profondi dai due ai dieci metri. Mano a mano che il corso d’acqua si avvicina alla pianura il suo letto si allarga fino a raggiungere i cinque metri. In alcuni punti del corso del Sarca si possono ammirare grandi massi caduti dalla cima delle montagne. La spina dorsale del basso Trentino è composta da una lunga catena di montagne rocciose,non molto alte ma appuntite vette svettano verso il cielo fiere ed imponenti. Gettano la loro ombra sulla valle sottostante oscurando il lungo, sinuoso e cristallino corso del fiume.
A Trento scorre l’Adige, una grande massa marroncina di acqua sporca larga anche venti metri nel punto più grande. Molto meglio il piccolo e stupendo Sarca con il corso deviato in numerose centrali idroelettriche. Arriviamo a destinazione verso le 9 e dopo aver strapazzato la nonna di coccole ci tuffiamo su un pallone e cominciamo a giocare. Non passa molto che siamo già accasciati sotto il grande ciliegio spossati dal sole crudele di montagna. Saliamo in casa e nel giroscale noto un dipinto che non avevo mai visto in quella dimora: “l’Urlo di Munch”. L'orrida tela torreggia su di me incutendomi una strana sensazione di paura mista ad inquietudine. I colori sgargianti del quadro attirano i miei occhi come delle calamite. Rimango lì a guardarlo come ipnotizzato finché mio fratello non mi chiama. Io mi riscuoto e torno dentro. 

Quel quadro… ha qualcosa che mi è familiare solo non so cosa. Continuo ad avere la risposta sulla punta della lingua ma non riesco a capire. Diego? Quand’è che c’è la finale di Champions? La finale di Champions… ma certo! Mi è venuta l’illuminazione! Munch può stare anche per Munchen… ma non perdiamoci troppo in chiacchiere si comincia!

Domenica, finalmente è il grande giorno. Finalmente ci sarà la finale di Champions League, il grande match si avvicina… ma cosa ne pensano i giocatori delle due finaliste? 
“Dopo l’infortunio pensavo che fosse finita. Di notte piangevo da solo in camera, non volevo apparire debole agli occhi degli altri. Ora voglio la Champions” 

Kylian Mbappè
Sicuramente è chiaro che i Parigini tenteranno il tutto e per tutto per conquistare la Coppa dalle Grandi Orecchie per la prima volta nella storia del club, ma sono veramente così sicuri di poter riuscire ad ottenere una vittoria? Secondo me l’Urlo di Munch può essere paragonato al grido di vittoria del Bayern dopo le strabilianti prestazioni compiute. Il PSG ha paura di quell’urlo demoniaco quanto fa paura a me quel dipinto. I parigini hanno come unica arma la disperazione di chi, essendo arrivato quasi in fondo per la prima volta non vuole arrendersi. Il Bayern Munchen invece gode di uno straordinario stato di forma dopo aver battuto il Barca per 8-2 e di una rosa molto più giovane e competitiva. Lewandowski, trascinatore indiscusso dei bavaresi ha segnato la bellezza di 15 reti in appena 9 partite. Ciò vuol dire che in sei partite su nove il polacco ha messo a segno una doppietta. Numeri astronomici degni del grande Pelè. Alphonso Davies sulle fasce è devastante, alterna fantastici scatti alla Theo a perfetti interventi difensivi. è lui che stronca l’azione avversaria e riparte mandando in porta i suoi compagni o arrivando addirittura lui stesso alla conclusione. Terzino di qualità assoluta e classe 2000 è uno dei giocatori che più mi hanno stupito in questa Champions League. Contro il Barcellona Davies è stato in grado di annullare completamente un certo Lionel Messi il che fa capire che si sta parlando di un giocatore di altri livelli... a centrocampo la coppia che scoppia Gorezka-Thiago in cabina di regia che comanda l’intero sistema di giro palla bavarese. Poi Muller e Gnabry a completare un attacco da tre goal a partita. Neanche su Fifa si possono fare questi numeri! per riassumere: credo che il PSG non abbia speranze di vincere l’agognata finale. Insomma se la remota possibilità per i francesi si risvegliasse a partita in corso… potrebbe succedere di tutto. Il detto “goal sbagliato, goal subito” lo dimostra. 

Si potrebbe interpretare il celebre “urlo di Munch” anche come la squadra parigina che urla di paura per cosa potrebbe aspettarla in partita. Dalla parte dei francesi ci sono solo le parole mentre da quella dei tedeschi ci sono i fatti. Il favorito è sicuramente il Bayern ma chissà, c’è sempre spazio per eventuali colpi di scena…

Questa è la storia dell’urlo di Munchen, il volto del terrore francese.