Riva del Garda, 20 agosto. Stamattina mi sono alzato presto. Non capita spesso... ma a volte succede. Erano le 6:30 quando ho aperto gli occhi tutto sudato nel mio morbido giaciglio. Il lenzuolo azzurrino accasciato sul pavimento: un segno premonitore del tuo inconscio per avvertirti di una folata di caldo torrido. Mi sono tirato su a fatica, la strada silenziosa assomigliava solo alle spire di un gigantesco serpente nero con delle macchie bianche che percorrevano tutto il suo sinuoso corpo. Mi sono appoggiato con fare stanco al muro e sono riuscito ad arrivare fino in cucina barcollando per gli improvvisi capogiri. Non amo il caldo, anzi lo soffro non poco. Purtroppo però in estate è così, che ci vuoi fare? Apro il frigo ed afferro una bottiglia di latte. Me la scolo di canna visto che è mezza vuota. Sento il freddo liquido scorremi nelle viscere rinfrescandomi e rinvigorendomi. Rimango lì per un po', appoggiato al lavandino con gli occhi chiusi a rimuginare su... beh in realtà non so bene a cosa pensavo. La porta finestra aperta a Vasistas mi invita verso l'esterno. Io come catturato da invisibili fili mi avvicino ed esco sul balcone.
La calda aria estiva sembra far mancare perfino agli alberi il respiro. Il sole sta sorgendo. Mi è sempre piaciuta l'alba. Vengo investito in pieno dalla calda luce arancione del sole nascente. Mentre contemplo il paradisiaco spettacolo però, ecco arrivare la solita nuvola di fantozziana memoria. Chissà che direbbe l'ingegner Fantozzi in questo momento. Rientro in casa e accendo il condizionatore a palla. L'ho già detto che odio il caldo? Bene il caldo afoso lo odio ancora di più. Mettere insieme l'estate con l'afa è come mettere l'ananas sulla pizza napoletana: uno schifo. Rimango davanti alla piccola libreria di casa indeciso sul da farsi. Voglio leggere qualcosa di diverso, qualcosa di poetico... no tranquilli non sto parlando dei miei pezzi, ma della Divina Commedia. Lo so, sono un pazzoide scatenato ma ho questo libretto molto carino che fa la sintesi del dantesco volume. Mi ha sempre affascinato Dante come credo affascini numerose persone al mondo. Chissà perché era Italiano... ad ogni modo prendo il libro ed inizio a leggere: "Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura, che la diritta via era smarrita". Continuo a leggere divorando presto l'intero libricino. Ma perché a questo gli è venuto in mente di fare un viaggio nell'aldilà? Secondo me l'idea gli è venuta sotto effetto di sostanze stupefacenti ma lasciamo stare. Torno a pensare al calcio, come al solito. Che fare se non parlare di calcio?

Ibra, Maledetto divino Ibra, che ti costa firmare quel piccolo pezzo di carta chiamato contratto? Andiamo non dirmi che sei milioni non ti bastano! Tanto alla fine lo so che cedi. Gazidis non vuole assolutamente andare oltre quella cifra e non lo farà. L'alternativa caro Zlatan è andare a giocare a calcio sul ghiaccio in Svezia in una squadra conosciuta quanto la polenta di patate. Non credo che sia una prospettiva molto allettante. Ma va be', tranquillo, sei milioni sono tanti soldi lo stesso. Ma adesso non ho più voglia di parlare di rinnovi di contratto e cose varie, hanno stancato tutti questi intrighi per avere un milioncino in più come se non riuscissero a comprarsi da mangiare. RIDICOLI. Parliamo piuttosto di Pioli. Grande uomo prima di tutto ed anche bravo allenatore se vogliamo. Io non ho ancora ringraziato pubblicamente questo coraggioso personaggio ironicamente paragonato a Padre Pio per quello che ha fatto con il Milan. Bene prendo la palla al balzo e lo faccio adesso.

Il 9 ottobre 2019 Pioli viene scelto come nuovo allenatore del Milan in sostituzione dell'esonerato Gimapaolo. Deve essere un traghettatore infatti firma solo sei mesi di contratto. Il suo compito è quello di portare un Diavolo ferito almeno in Europa League. Nessuno si sarebbe mai aspettato quello che è successo dopo... ma partiamo dall'inizio.
Stefano Pioli nasce a Parma nel 1965. Ex difensore di innumerevoli club tra cui Juventus e la squadra della sua città, ha anche giocato in nazionale under 15. Nel 1999 arriva il suo ritiro. Un ritiro non molto sentito vista la mediocrità della sua carriera. Ha cominciato tardi ed ha finito presto. In soli 13 anni la sua carriera da professionista è nata ed è morta senza che a nessuno importasse realmente qualcosa di lui. Dalla morte del calciatore dentro di lui, dalle sue ceneri nacque il Pioli che tutti conosciamo: il Pioli allenatore. In tutte le sue innumerevoli esperienze ha imparato molto, ha costruito un'intera biblioteca di conoscenze del Calcio dentro la sua testa pelata. Che se ne fa un disoccupato di tutta quella conoscenza? Per un primo periodo resta a casa e si dedica al suo ristorante a tempo pieno. Ma dopo appena qualche mese inizia ad accorgersi che lì, dietro ai fornelli o al bar non si sente realizzato, sente che quello non è il suo posto. Il suo ruolo nel mondo del Calcio non era ancora finito, lui lo sapeva e così decise di mettere a disposizione di tutti le sue ampissime conoscenze. Iniziò allenando gli allievi del Bologna e dopo due anni in cui ottenne un buon rendimento venne promosso ad allenatore della Primavera. Nel campionato giovanile per eccellenza però non fece vedere grandi risultati e dopo un anno andò a Verona per allenare le giovanili del Chievo. Dopo una buona annata con i veronesi venne notato dal club della Salernitana che lo ingaggio' come allenatore della prima squadra. Dopo appena una stagione che vide la squadra di Salerno centrare la salvezza, Pioli venne esonerato. Passò così al Modena dove ottenne un ottimo quinto posto venendo poi eliminato in semifinale dei Play-off dal Mantova. Come avrete già capito la carriera di Stefano allenatore è stata ed è tutt'ora molto travagliata e piena di nuove avventure. Il genio calcistico che c'è in lui riesce a farsi notare solo alla prima stagione poi la stagione successiva venne sempre esonerato. In pratica non riuscì mai a completare due stagioni intere sulla stessa panchina. Pioli non trova pace e dopo essere stato cacciato anche dal Parma, dal Chievo, dal Sassuolo, dalla Lazio e dal Bologna sbarcò finalmente nella città nella quale fece vedere il meglio di sé. Tutte le sue conoscenze vennero a galla nelle tre stagioni con la Viola, la Fiorentina. Fece vedere prestazioni molto buone arrivando a portare la Fiorentina addirittura quasi in Europa. La società però non sembrava soddisfatta del suo lavoro e continuava a punzecchiarlo, a criticarlo. Ogni uomo che si possa chiamare così avrebbe piantato in asso la società e tutti coloro che non avevano fiducia in lui ed è quello che ha fatto Pioli.
Un uomo vero, se ne è andato dicendo le cose come stavano.
Lascia la Viola decima in campionato ed in semifinale di coppa Italia.

Siamo arrivati dunque alla fine della storia. Il Milan lo prende come allenatore di passaggio, già certo dell'arrivo del tedesco Rangnik alla fine della stagione. Nessuno avrebbe immaginato che Stefano sarebbe riuscito a viaggiare ai mille all'ora con la squadra rossonera, ottenendo punti su punti, battendo le corazzate di Lazio e Juventus. Dopo l'emergenza covid-19 il Milan pareva rinato. Viaggiava ad un media di 2.25 punti a partita. Numeri da scudetto, nessuno ha fatto meglio del suo Milan dalla ripresa. Il Diavolo è stata l'unica compagine a non perdere neanche una partita dalla ripresa. Alla fine, il 21 Luglio viene ufficializzato il suo prolungamento di contratto fino al 2022 pienamente meritato, dopo il fallimento del colpo Rangnik.

Un genio, un Dante Alighieri del calcio, Stefano Pioli allenatore. Da tutti sottovalutato e mai preso sul serio con il silenzio, l'umiltà ed il duro lavoro è riuscito ad ottenere ricchi risultati. La dimostrazione vivente che non serve essere Guardiola per far rinascere una squadra, basta essere un semplice umile Stefano Pioli, il genio dantesco del calcio.