Un lampo accecante: è nata una Stella.

Mi sveglio di soprassalto, ho nel cuore una sorda paura ma non so spiegarmi perché. Avrò fatto un incubo, penso tornando a sdraiarmi. Pigramente, ancora scosso da tremiti, con la fronte imperlata di sudore freddo come il ghiaccio mi sporgo verso il bianco comodino al lato del letto. Afferro l'orologio. Il metallo freddo mi fa montare dentro un istinto di repulsione. Più convinto porto il piccolo disco vetrato davanti alle mie pupille. È buio pesto, le lancette sono l'unica cosa che getta un po' di luce bianca sulla tenebrosa stanza. Sono le tre di notte. Nell'altra camera i miei fratelli russano rumorosamente facendo assomigliare i loro respiri al rombo di un tuono. È pazzesco come degli esseri così piccoli riescano a fare tutto quel baccano. Io mi sono sempre vantato di essere l'unico in famiglia a parte mia madre a non russare. Beh quando dormivo con gli altri due ci avevo fatto l'abitudine ma adesso che sono da solo in camera trovo insopportabili tutti quei raschianti e rumorosi respiri. Provo a prendere sonno ma quello sembra volermi prendere in giro: ogni volta che sono sull'orlo del sordo sollievo dell'inconscio mi ritrovo subito con gli occhi spalancati, pieni di vita. Maledetto Morfeo! Rassegnato, mi alzo piano. Fa un caldo afoso insopportabile, qualche macchina passa già in strada. Dalla finestra aperta giungono solo il placido mormorio dei grilli e il fastidioso canto delle cicale. Non ci sono mai state le cicale qui, ma da quest'anno ogni sera iniziano il loro concerto che finisce solo con il sorgere del sole. Per certi versi può sembrare positivo avere una legione di quei grossi insetti sotto casa ma alla fine danno più fastidio che altro.

Ieri sono tornato dalla Val di Non. Ho detto ciao per l'ultima volta ai nonni, alla piccola cuginetta e agli zii per almeno tre mesi. Il piccolo e paffuto volto della neonata mi torna sempre in mente. Quel suo sorrisetto sdentato poi... mi fa impazzire. Le grandi e poderose mani del compagno di mia zia, il tocco delicato delle labbra di mia nonna, il profumo della pura aria di montagna... mi mancherà tutto. Me ne sono andato con la consapevolezza che quest'anno potrei dedicare sempre meno tempo alla famiglia per via delle ingenti quantità di studio richiesto al liceo. La prima volta dai nonni di questa estate è stata da dimenticare: è durata due giorni di cui uno passato sul divano piegato in due dal dolore. Ora per fortuna non ho più niente ma non vorrei neanche che questa cosa si ripeta. Mi siedo alla scrivania armato della piccola lucetta che uso per muovermi nel buio della casa. Prendo il raccoglitore che contiene il mio libro: cinquanta pagine battute con la mia scrittura "gallinesca" in inchiostro nero, con tanto di copertina e mappa del territorio inventato dal sottoscritto. Sono arrivato ad un punto in cui il cosiddetto blocco dello scrittore ha preso il sopravvento sulla mia voglia di raccontarmi attraverso le profumate pagine di un volume fantasy. Guardo le pagine, o meglio i fogli immacolati ancora non punti dalla mia fidata penna. Non so che scrivere. Nella mia mente mi immagino già tutta la trama della storia ma non so come svilupparla, cosa che accade molto spesso anche con molte idee di nuovi pezzi per VXL. Decido che non ho voglia di buttare giù neanche due righe così mi alzo e, senza fare il minimo rumore mi avvio verso il salotto. Prendo il telefono ed apro la pagina di Vivoperlei. Ieri non ho neanche guardato i nuovi pezzi, così lo faccio ora. In prima pagina c'è un articolo scritto da fedef93. Un blogger nuovo, che al suo esordio in questa piattaforma corona il sogno di guadagnarsi fin col primo pezzo il premio per miglior debuttante, con un fantastico 9 (almeno credo). Mi immergo nella lettura incuriosito da questo nuovo collega. L'articolo è bello, ben strutturato. Mi piace vedere anche pezzi non solo sulle big ma anche delle compagini minori, come appunto la Sampdoria nel caso di questo fenomeno-debuttante. Questo caso mi fa riflettere, nel calcio ci sono tanti fenomeni-debuttanti. Anche in Italia gli esempi sono in ogni angolo, in ogni anfratto di ogni compagine. Basti solo vedere Tonali del Brescia o Zaniolo della Roma. Ma qual'è il debuttante più forte? Il nuovo collega ha parlato dei numeri 10, bene io ispirato anche dalle prestazioni di Theo al Milan mi rivolgerò ai terzini. Chi è il Terzino? Quello con la T maiuscola, quello che manca da quando Maldini ha dato il suo addio al calcio giocato? Bene, io credo di averlo individuato. Non vi auguro buona lettura ora, sembrerebbe una presa in giro dopo tutta la pappardella che vi siete dovuti sorbire fin'ora... ma fate come se ve la avessi augurata alla partenza.

Dinamismo, velocità, tecnica, ottima visione di gioco e roccioso in fase difensiva. Parole chiave, le principali caratteristiche di un ragazzo tramutatosi in campione. Un ragazzo che appena cinque giorni fa ha vinto la coppa più desiderata del pianeta: la Champions League. È il minuto 62 della sfida tra Bayern Monaco e Barcellona. Lui con un rapido gioco di gambe lascia sul posto Messi, Vidal e Semedo mettendo in mezzo per Kimmich che deve solo spingere in porta. Ma quella è solo la punta dell'iceberg. Con quella giocata Egli non ha fatto vedere altro che una piccolissima parte del suo sconfinato talento, grande quanto le bianche distese russe o il sabbioso deserto del Sahara. Non sapete ancora chi è? Beh ve lo dico io: Alphonso Davies. Un ragazzo che a neanche vent'anni corona un sogno che tutti vorrebbero poter esaudire: giocare e vincere la Champions da protagonista indiscusso. Perché questo è stato: un protagonista, un trascinatore insieme al formidabile Lewandowski ed alla muraglia Neuer. Un treno in attacco, uno scoglio in difesa e possente fisicità a centrocampo. Il ragazzo predestinato, il primo vero grande talento canadese dell'era moderna del calcio.

Un lampo accecante: è nata una Stella.

Qualcuno l'ha capito fin da subito, qualcun'altro non l'ha ancora capito ma la realtà è innegabile: Davies è il terzino più forte al Mondo. Davies ha raccolto l'eredità che sembrava non potesse mai appartenere ancora a qualcuno di Paolo Maldini. Classe, forza fisica alternate a una tecnica straripante che lo proietta fin da subito nel firmamento dei grandi. Un traguardo che perfino fuoriclasse di fama internazionale non hanno saputo conquistare, ottenuto a neanche venti anni. Ma partiamo dall'inizio, perché questo ragazzo ha una storia travagliata, perché la corsa con cui dribbla l'élite del calcio mondiale in occasione di quel impressionante 8-2 sul Barcellona, parte da molto lontano, da un'altro continente, dall'Antica, più precisamente in Ghana. v Venuto dalla povertà è oggi quasi sicuramente il nuovo Terzino.

Un lampo accecante: è nata una Stella.

Alphonso Davies nasce in un campo profughi, in Ghana da genitori canadesi emigrati in Liberia poi costretti a fuggire nel paese dove nasce il loro primo figlio. La povertà è disarmante in quelle circostanze: il padre deve lavorare tutto il giorno per portare a casa pochi pezzi di pane duro e, a volte una zuppa fredda. Lì la sopravvivenza bisogna guadagnarsela, giorno per giorno settimana per settimana, mese per mese, anno per anno. Alphonso cresce con altri due fratelli in un ambiente malfamato, senza istruzione e con la paura perenne di azioni militari. Tutto questo dura finché il padre non scopre un programma per ricollocare la famiglia in Canada. Così con viaggio della speranza giungono prima in Ontario e poi nelle pianure sconfinate dell'Allerta. Quello era sempre stato il suo sogno: arrivare in Canada per cercare di vivere una vita migliore. È grazie a questo lungo viaggio però che inizia la avvicinarsi al calcio. All'inizio è spaesato, non conosce nemmeno le regole ma si fa subito notare con giocate che di sicuro con la "fortuna del principiante" nessuno sarebbe mai riuscito a fare. Gioca per una scuola chiamata "Free Footie", che ha un programma per i bambini poveri dei quartieri disagiati, dove inizia a dare i suoi primi calci al pallone. La scuola era gratuita, i kit ed il trasporto erano pagati dall'associazione altrimenti viste le difficili condizioni economiche della famiglia Alphonso non se lo sarebbe mai potuto permettere. Nonostante tutto però la loro situazione non migliora, il padre cerca come può di sostentare la famiglia ma non è semplice. Il ragazzo sa che l'unico modo per uscire da quella brutta situazione è dedicarsi anima e corpo a calcio di cui si è innamorato. I duri anni della sua infanzia lo hanno temprato con un carattere forte ma pur sempre umile ed un fisico possente, non comune per i ragazzi della sua età.

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Davies inizia così la sua lunga e faticosa scalata per conquistare un posto sempre più alto nelle gerarchie del calcio canadese. Ad appena quattordici anni passa al Vancuover Whitecaps con i quali solamente l'anno dopo diventa il primo classe 2000 ad esordire in MLS. Con il club nordamericano si mette in mostra a tal punto da suscitare l'interesse di top club europei. Il giovane colleziona 92 presenze e 14 reti in Canada. Ecco allora che il Bayern Monaco fa l'offerta di 20 milioni di euro per portarlo in Germania. Così si conclude il lungo e travagliato viaggio di Alphonso: dall'Africa all'America fino ad arrivare in Europa. Eppure nella MLS ha dovuto subire tante critiche di tifosi scettici. C'era chi diceva che non sapeva fare goal, chi invece diceva che non era pronto per giocare in Europa. Ora tutti quelli sono muti. Lui non si è mai abbattuto, ha continuato dritto per la sua strada non facendosi mettere i bastoni nelle ruote nemmeno dal più critico dei tifosi. A lui non importava quello che pensava la gente, lui voleva aiutare la propria famiglia e l'avrebbe fatto a qualsiasi costo. Il Bayern però ci sa fare con i giovani, è risaputo. Lo fa crescere con calma, migliorandolo soprattutto in fase difensiva. Infatti fino a quel momento ha giocato come ala ma in Germania viene schierato come terzino. Con l'arrivo di Flick poi, diventa titolare completando la sua metamorfosi da ala a terzino sinistro. In questa stagione il giovane canadese ha giocato su livelli altissimi ed il suo valore si è immediatamente triplicato: da 20 a 60 milioni di euro. I motivi del rendimento in questa nuova posizione sono molteplici: dalla grande velocità e fisicità che in pochi possiedono a quell'età, unite ad una fase difensiva egregia.

È partito da lontano Alphonso, da molto lontano. È riuscito a tirare fuori la sua famiglia dalla povertà ed è diventato uno dei migliori al mondo nel suo ruolo.

Questa è la storia di Alphonso Davies, un ragazzo venuto dal nulla tramutatosi in campione. 

Questa è la storia del nuovo Terzino.