Ed ecco che se ne è andata anche lei. La quinta giornata di campionato è volata via come le altre, in un battito di ali improvviso. Il Milan ha pareggiato. Una cosa strana ormai visti i cinque successi di fila del Diavolo. Abbiamo sbattuto contro il ringhiante muso della Lupa che ci ha rallentati certo, ma non fermati. No, il Diavolo è ancora in piedi e avanza a grandi falcate verso quello che è il suo obiettivo: arrivare in Champions League. E basta parlare dello scudetto, il Milan trascinato da Ibrahimovic è una cosa, ma il Milan senza Ibra è tutt'altra storia. Con Zlatan in campo c'è più grinta, più voglia di vincere ma soprattutto c'è un vero leader lì davanti che sa come si mette la palla in rete. Un leader che quando manca lascia un vuoto incolmabile dietro di sé senza che nessuno riesca a tamponare la grave perdita. Le qualità ci sono, quello è un punto fermo, ma è la voglia, l'esperienza e la sicurezza di giocatori come Ibra o Kjaer che mancano. Le caratteristiche del vero campione in questa squadra dilaniata dal virus ce le ha solo lo svedese. Una grave mancanza per una squadra che vuole fare meglio di quanto non potrebbe fare, che vuole stupire tutti.

Un calcio bello in Italia è quello giocato dall'Atalanta. Un calcio nettamente superiore agli altri. La Dea ha il top degli allenatori ed il top dei campioni, quali Gomez e Ilicic tra tutti. Molti ragazzi di qualità indiscusse e pronti per il grande salto uniti a campioni dall'esperienza internazionale. Questo è il famoso "giusto mix" che assilla il Milan da ormai svariati anni. C'è da dire che questo mix non è molto equo e più orientato verso i giovani. E allora? Dove vuole arrivare il Milan con dei ragazzini inesperti anche se guidati dal più grande condottiero che si ricordi sulla sponda rossonera dai tempi dell'ultimo nostalgico scudetto? Quello era un Milan bello, divertente, che sapeva vincere. In quel grande Milan giocavano Gattuso, Seedorf, Pirlo e lo stesso Zlatan Ibrahimovic. Quel Milan non era il "giusto mix": quel Milan era qualcosa di più. Come il Milan di Ancelotti, sia da giocatore che da allenatore l'attuale condottiero dell'Everton ha fatto la differenza tra le file rossonere. "Rimembro ancora quella magica notte di Atene quando tu non eri altro che un piccolo bimbo in fasce." Le parole di mio nonno mi risuonano nelle orecchie... è molto tempo che non lo vedo.

Sapete, quando un antico faraone moriva, gli egiziani pensavano che nell'aldilà gli dei pesassero il cuore del sovrano su una bilancia a piatti, con una piuma. Una minuscola, insignificante piuma. Se il cuore era più leggero della suddetta piuma allora l'anima del faraone poteva continuare il suo viaggio verso gli inferi. Se invece il suo cuore, sporco di immonde ingiustizie pesava di più della piuma veniva dato in pasto al mostro guardiano che divorava l'anima del faraone dannato. Beh nel calcio è un poco la stessa cosa.

Basta una piuma per perdere l'equilibrio
Sì, come in Milan Rio Ave. Quel palo palo fuori dei portoghesi è stato a tanto così da spegnere tutti i nostri (improbabili) sogni di gloria. Una piuma, è bastata solo quella e noi siamo passati mentre loro stanno ancora rimuginando su come è stato possibile. Una beffa causata da una piuma. Una piuma causata da una beffa. Si può girare la frase quanto si vuole, ma alla fine il significato è sempre quello: come sull'asta del funambolo un milligrammo in più da un lato può determinare la riuscita o il fallimento della traversata, nel calcio basta poco per perdersi in un bicchiere d'acqua. Un bicchiere riempito a metà per giunta. Come la grande Juve di Pirlo che pareggia contro Crotone ed Hellas Verona in due giornate consecutive. La Juve come le bugie ha le gambe corte quest'anno e ho idea che neanche il corto muso potrà salvare i bianconeri dalla disfatta. Una piuma ha determinato quel millimetrico fuorigioco di Morata in ambo le partite, per poco. Se fosse stato con il piede un po' più in là o un po' più in qua... ma ormai che ci vuoi fare? È andata. Ormai quella piuma ha fatto il suo infame dovere accanedosi contro il povero Pirlo e la sua squadra. Ma quei SE oramai non servono. È capitato, amen. Non bisogna continuare a piangersi addosso ma guardare dritto davanti a sé senza farsi ostacolare da quello che qualcuno potrebbe fare o dire.

"Dritti alla meta e cattura la preda!"
Esatto. Questa è la mentalità giusta. Questa è la mentalità da grande squadra. In Italia tuttavia non esistono grandi squadre da immemorabile tempo. L'ultima vera grande squadra italiana è stata forse il fenomenale Inter del Triplete. Va bene, ve lo concedo cari cugini, quella compagine era veramente su un altro pianeta rispetto alle altre, ma è durata solo un anno. La Fiesta si è sgonfiata come un palloncino senza nodo volando in giro come impazzita. Ed ecco che arriva il Milan di Allegri e si apre il ciclo Juventus. La Juve ha rovinato tutto. La Juve non è mai stata una grande squadra, è sempre stata la cosiddetta "costruita per vincere" ma oltre agli scudetti non ha mai vinto un granché la cara Vecchia Signora. La verità è che ci sono sempre stati petali bellissimi tra i bianconeri ma non sono mai stati un fiore. Ora un petalo, forse il più bello di tutti veste quella maglia ma ancora il fiore non si forma. Non si vede una rosa rossa dal profumo delicato, né una fiera Margherita dai petali candidi... si vede solo un gruppo di petali sparsi che non formeranno mai un fiore.

Il Milan ha questo grande pregio: essere una squadra. Ed il merito è tutto di Pioli, quel genio dalla testa calva e dall'animo buono. Ha compiuto un miracolo, Stefano ed è riuscito a rialzare la testa ad un Diavolo che non vedeva la luce del sole e della vetta da moltissimo tempo. Ed ecco che petali non bellissimi si sono uniti a formare un fiore dalla bellezza abbagliante, divino nel suo splendore. Come tutte le cose un natura anche questo fiore ha qualche punto debole, qualche petalo magari più piccolo o più debole degli altri ma non si notano queste imperfezioni perché la bellezza del fiore compensa anche il petalo più brutto che esista. Se la squadra è veramente squadra allora si andrà lontano, se i petali se ne stanno a se quella cosiddetta squadra non andrà mai oltre il vuoto orgoglio di chi cerca di dimostrare di poter fare cose più grande di lui.

Basta una piuma per perdere l'equilibrio
Una piuma che a volte non è visibile, non si nota agli occhi di noi comuni mortali. Un esempio è il Barcellona degli ultimi quinque anni circa. Lo sgretolamento dell'intera società è arrivato al culmine soltanto adesso ma è il risultato di continue erosioni alle fondamenta, dove nessuno poteva arrivare con lo sguardo neanche per pochi secondi. Solo i vari presidenti che si sono susseguiti negli anni erano a conoscenza di questi cedimenti interni. Eppure è bastato poco, pochissimo. Un cambio di proprietà che sembrava poter portare ad un Barca ancora più competitivo si è rivelato incapace di gestire la squadra e soprattutto la immortale (o quasi) Cantera. Eh sì, il vero danno fatto al Barca in questi anni è stato quello di uccidere la Cantera, il più famoso vivaio di talenti del mondo. Non è stato un procedimento veloce, anzi. Oramai quella che è stata la più grande scuola calcio del pianeta è ridotta ad un normalissimo vivaio che non sforna un talento da ormai moltissimi anni. Hanno ucciso l'anima del Barca: i giovani. Nel Barcellona qualsiasi ragazzo avesse un minimo di talento diventava un vero campione... mentre ora? Ora niente. Non esiste più la Cantera come non esiste più il cuore del Barcellona. Ormai la squadra è un involucro vuoto, sembra ancora forte dall'esterno ma basta dargli un colpetto e tutta la struttura cederà come un castello di sabbia in balia delle onde. La situazione è gravissima tanto da portare un eterno campione come Lionel Messi a maturare la decisione di lasciare il club per sempre. È una reazione a catena, una piuma ha portato ad aggiungere molte altre piume che alla fine hanno un peso maggiore di qualsiasi altra cosa. Come una valanga di sviluppa da un piccolo cedimento di neve per poi diventare sempre più grande ed imponente. Una piuma ad iniziare tutto, una valanga alla conclusione.

Ed ecco che quella piuma, quella maledetta piuma ora incombe sul Milan. La sconfitta deve arrivare, e arriverà presto temo. Una sconfitta che cercherà in tutti i modi di far cadere il Diavolo con il suo peso sul morale dei ragazzi. Una sconfitta, un passo falso quello che volete... ma arriverà e quel giorno il Diavolo dimostrerà di essere forte oppure collassera' su se stesso. Perché si sa: basta una piuma per perdere l'equilibrio

Milan Mauro