È il minuto 57' della seconda partita di campionato, no scusate la terza. Ecco, ho perso subito la credibilità... accidenti. Stavo dicendo: al cinquantasettesimo minuto della partita Milan Spezia un certo Chalanoglu mette in area un cioccolatino, una perla calcistica, con un tiro a giro perfetto che pesca Leao davanti alla porta e che non deve far altro che spingere la palla in rete. È lì che è cominciato tutto, una storia destinata (speriamo) a durare molto e a giocare ancora di più al Milan. Oh non sto scherzando, non è cominciato da lì ma dall'ultima giornata della scorsa stagione, in Milan Cagliari. Rafael è stato protagonista di eccellenti tiri, dribbling portando anche all'autorete di Klavan. Il gesto tecnico che ha fatto vedere quando ha tentato la rovesciata su palla alta è credo la più bella giocata del Milan post lockdown. Palla scodellata perfettamente da Calabria in mezzo all'area, Leao si coordina e lascia partire un gran destro in rovesciata che va a stamparsi sulla traversa. È mancata solo una cosa a tutta questa azione memorabile: il goal. E Leao ci era andato vicino, vicinissimo questione di qualche mistero centimetro, eppure quella palla è andata a spegnersi sul fondo quando per appena qualche pollice poteva essere in fondo alla rete. In quella partita, o meglio in quella mezz'ora che Leao ha disputato prima di infortunarsi è scattato qualcosa, una miccia si è accesa e non aspetta altro che esplodere. Un ragazzo con un talento impressionante ma una voglia meno... il tipico ragazzino che vuole divertirsi e basta. E invece lui è al Milan, gli è stata data questa possibilità ed ora si inizia a raccogliere quello che si è seminato la scorsa estate quando Leao è approdato a Milano. Ora si vedono i frutti del duro lavoro, e di un anno intero con Ibrahimovic in squadra. Ora si inizia a vedere il vero Leao, quel top player che vedevano in Francia ma che in Italia ha deluso... almeno fino ad ora. Ma partiamo dall'inizio.

Rafael Leao nasce in un paesino portoghese... con il pallone già tra i piedi. Sì perché è piccolissimo quando inizia a dare i suoi primi calci alla palla in una piccola squadra della zona. Lui però non è come gli altri. Lui, quel piccolo ragazzino povero che gioca scalzo per le strade con un pallone più grande di lui è forte. Ma non solo forte come lo possono essere in tanti, lui ha qualcosa di speciale, ce l'ha nel sangue, ha il DNA del campione. Proprio quello che accomuna tutti i più grandi fenomeni del calcio, da Maradona a Messi, da Ronaldinho a Kaka... il loro sangue dorato, il sangue degli dei scorre nel ragazzo. Se ne accorge subito lo Sporting Lisbona, società che tra l'altro pochi anni prima aveva lanciato Cristinao Ronaldo. Così alla tenerissima età di nove anni si trasferisce al prestigioso club Portoghese. Lui non è ancora consapevole di cosa potrebbe voler dire giocare in una squadra professionistica, è ancora il bambino innocente che pensa solo a divertirsi senza stare ad impegnarsi troppo... caratteristica che a quanto pare si è portato dietro come una valigia fino ad ora, che gioca nella Scala del Calcio... ma poi il nuovo stadio... mi spiegate perché devono costruirlo proprio dove si erge il colosso di cemento? Perché devono abbattere quelle fiere colonne che di alzano al cielo come grandi tronchi di quercia secolari, quegli spalti che hanno visto tanto, troppo per poter ricordare... e quell'erba che è stata schiacciata, calpestata, e devastata da campioni del calibro di Kaka, Ibrahimovic, Guttuso e tantissimi altri che hanno fatto la storia dei due club meneghini? C'è una sola domanda che mi ronza nella testa senza darmi un attimo di tregua, senza stancarsi mai: Perché? E questo perché ha molte risposte e può voler dire molte cose differenti... ad esempio perché quelli che hanno un talento particolare tendono a non farlo fruttare? Io stesso ho ricevuto il dono del disegno... sin da piccolo disegnavo qualunque cosa mi interessasse quindi principalmente cavalli e galline. Il mio stile si è poi evoluto in qualcosa di più concreto come i castelli: credo di aver disegnato ogni singolo maniero o rudere che sia del Trentino, senza contare tutti quelli sulle sponde della Loira o quelli sul Reno... ricordo che avevo fatto anche il castello di Ludwig, in Baviera. E poi? Beh e poi non sapevo più che fare. Ora sto disegnando sempre di meno e mi dedico di più alla musica che non all'arte grafica... tuttavia con la matita ci so fare molto di più che con il Basso Elettrico. L'ultimo mio disegno risale addirittura a sei o sette mesi fa quando ho voluto rappresentare la copertina del libro che piano piano sto scrivendo. Un cavallo alato con un corno sottile e affilato in mezzo alla fronte, il manto candido come la neve, zampe possenti e ali di aquila. Il fiero animale sorvola una valle di montagne rocciose... e tutto è in bianco e nero. Lo so è una cosa ridicola, voi potreste dire: ho fatto un bel disegno, lo coloro... ma io no. Quando faccio una cosa bella la lascio così com'è, senza cambiarla o storpiarla anche perché tante volte il risultato ottenuto è peggiore di quello di partenza. Non voglio quindi mettere mano al più bel disegno io abbia mai fatto e lo custodisco gelosamente nel mo cassetto dei disegni ormai tristemente vuoto. Ovviamente avrete capito dalla descrizione della copertina che è un libro molto realistico... Ma dove voglio andare a parlare? Beh io posseggo questo talento, ma non lo sto coltivando, la ritengo una cosa normale e ormai non ci faccio più caso... sono lontani i giorni delle elementari in cui i miei compagni mi chiedevano un disegno da attaccare in camera. Beh Leao come me non sta sfruttando il suo talento anche se diverso dal mio, nella maniera più opportuna. Tra le due cose però c'è una differenza: lui il calciatore lo fa di lavoro mentre per me il disegno, così come la scrittura non è altro altro che un hobby che ho da quando sono piccolo. Uno svago per dare un senso alle lunghe giornate piovose autunnali e soprattutto anche per il piacere di fare delle cose fatte per bene. Quando finisco un disegno o un pezzo da pubblicare su VXL mi piace essere contento del mio lavoro, sapere che comunque vada io ho dato il mio massimo e che magari piano piano posso migliorare ancora e sempre di più. Leao sembra se ne freghi altamente di quello che gli è stato donato, sembra che ritenga una cosa normale giocare per il club più blasonato d'Italia e d'Europa. Deve imparare a non dare tutto per scontato perché senza questo talento probabilmente Rafael a quest'ora stava girovagando per le strade in cerca di cibo come un qualunque altro bambino povero. Ma allora perché Zlatan Ibrahimovic crede in lui? Perché ha fatto di lui il suo beniamino? Semplicemente perché ha visto in lui il prospetto del campione, quello che non avevano visto in lui da piccolo ora riesce a vederlo negli altri. Ha capito che Leao potrebbe diventare uno dei più forti al mondo e cerca di incoraggiarlo, di dargli forza e spingerlo sempre a dare il massimo. Queste sono tutte cose che quando è approdato in Rossonero non aveva ancora ma ora sta apprendendo sempre più cose dal miglior mentore che si possa avere: Zlatan Ibrahimovic.

La sua crescita è stata esponenziale dopo lo spezzone di partita contro il Cagliari. In quei pochi minuti si è acceso qualcosa dentro di lui che si è solo affievolito con il brutto infortunio subito dopo appena trenta minuti di gioco. Una luce che è tornata a splendere nella partita contro lo Spezia in seguito alla fantastica doppietta da attaccante vero e che sta continuando a brillare sempre più intensamente. Quella perla messa in area contro l'Inter vale quasi quando un goal. Il modo in cui è andato via a D'Ambrosio e ha messo la palla in mezzo è qualcosa che fa gioire gli occhi. Un ragazzo dai piedi d'oro è arrivato a Milano e non intende andarsene, o almeno non prima di aver lasciato il segno. C'è chi dice che sarà il nuovo Niang c'è chi dice che diventerà un fenomeno... una sola cosa è certa: da lui ci si aspetta tanto ed è solo una sua scelta se vuole diventare uno dei top al mondo oppure l'ennesimo talento sprecato nella storia del calcio. In tre match ha raccolto il fantastico bottino di due reti e un assist... numeri niente male per uno che è destinato a fallire e diventare un flop colossale. Secondo me il ragazzo ha talento da vendere... se avessi un quarto del suo talento potrei giocare tranquillamente una squadra di serie b oppure di bassa classifica in a. Il potenziale è enorme, il mentore pure... manca solo la sua volontà e speriamo sia quella che noi tutti ci aspettiamo: un volontà di ferro che niente può scalfire. Un ragazzo che butta il suo talento non dà un senso alla propria esistenza, quello che invece lo coltiva e lo fa fruttare probabilmente fa quello che gli piace fare e soprattutto lo fa bene.

Domani c'è la partita contro il Celtic ed il portoghese sarà nuovamente titolare alle spalle di Zlatan. Un'occasione d'oro per dimostrare il suo valore anche in Europa dopo la delusione di Rio Ave Milan. È una squadra tosta quella che avrà davanti, con un gigante alto ancor più di Ibra in difesa: Ajer. Una delle migliori promesse in tutto il panorama calcistico europeo contro un ragazzino portoghese, con la maglia a tinte rossonere ed il numero diciassette sulla schiena: Rafael Leao.
Chi vincerà? Lo scopriremo solo domani sera, ma intanto...
...godiamoci questo Leao formato bomber... perché non è niente male.

Milan Mauro