Ormai siamo alle solite. Il mondo del pallone ripropone sempre gli stessi stantii problemi ai quali non c'è volontà di porre rimedio. Partiamo dall'episodio di Verona dove si sono sentiti i cori discriminatori nei confronti di Balotelli. Gara momentaneamente sospesa e, alla fine del match, Juric ha ridimensionato l'episodio cercando di minimizzare l'accaduto. Secondo lui erano solo urli di sfottò. Oggi anche il sindaco di Verona ha cercato di tenere basso il livello della discussione affermando che Verona non è una città razzista. Peccato però che il capo degli ultras veronesi abbia rilasciato una intervista dicendo che Balotelli oltre ad essere "un negro" (cit.) è italiano solo sulla carta d'identità. E la vicenda che vede coinvolto Balotelli si va a sommare ad altri episodi che sono già successi in questo campionato sempre a Verona.

La verità è che non si vuole trovare una soluzione a questa situazione. L'anno scorso fu Koulibaly a Milano a dover sopportare le esternazioni dei tifosi interisti come è capitato a Dalbert quest'anno a Cagliari. Eppure sarebbe così semplice. Il Calcio Napoli, con la ristrutturazione del San Paolo, ha installato una serie di telecamere ad alta definizione in grado di riprendere tutte le parti dello stadio per monitorare qualsiasi situazione dovesse nascere. Se anche gli altri facessero lo stesso i colpevoli potrebbero, già durante la partita, essere scortati fuori dalle forze dell'Ordine. Un successivo provvedimento di Daspo completerebbe l'opera.

Ma chi vieta che questo avvenga? E' forse un problema più politico e questo clima di odio viene alimentato da una parte della penisola calcistica? Il precedente Ministro dell'Interno Salvini evocò a sé i capi delle diverse frange del tifo minimizzando il problema portandolo sul livello di un puro e semplice scontro tra opposte tifoserie e di sapore assolutamente campanilistico. E invece non è così?  E siamo rimasti i soli perchè in Europa questo non avviene e se avviene i provvedimenti sono immediati. Ci sarà mai fine a quest'odio?

Rocchi è stato il primo quest'anno a fermare il gioco ma li forse è stata una cosa dovuta perchè, ordini di scuderia, l'avevano costretto a spalancare gli occhi su tutti gli episodi che potevano generare polemiche. Entrambe le compagini il mercoledì erano state bersaglio di decisioni assurde. E, anche a Verona, l'arbitro dopo aver tirato fuori il cartellino per ammonire Balotelli era stato costretto a sospendere l'incontro perche tutti i giocatori delle due squadre lo avevano accerchiato invitandolo a farlo. 

Il Var invece da quando doveva essere un mezzo per garantire la regolarità del campionato è diventato invece lo strumento nelle mani degli arbitri che lo utilizzano solo quando decidono loro. E in quel caso la discrezionalità la fa da padrone. Doveri ad esempio non ha sanzionato l'ennesimo fallo di mano di de Ligt perchè lo ha giudicato attaccato al corpo mentre Giacomelli non ha avuto la stessa percezione con Toloi a Napoli. Eppure al Var il movimento del braccio dell'atalantino avrebbero dovuto vederlo ma Banti aveva ritenuto ininfluente la cosa. Quindi due pesi e due misure.

Ma la cosa non vede coinvolta solo la Juve. Anche l'Inter sabato è stata graziata perchè l'arbitro ha ritenuto la spinta su Palacio non particolarmente fallosa facendo continuare il gioco assegnando successivamente un calcio di rigore per i nerazzurri. E sembra strano che Doveri non colga l'atteggiamento intimidatorio di Bonucci che avrebbe dovuto essere sanzionato almeno con il giallo. Gli arbitri non vogliono essere toccati mentre Giacomelli invece di parlare spintona Callejon. Troppi episodi che partono da lontano e che lo stesso Rizzoli non riesce ad arginare. Quando Zielinski toccò la palla sotto il braccio in Napoli-Fiorentina venne decretato il calcio di rigore ritenendolo fallo di mano volontario. Tre mesi dopo lo stesso Rizzoli, dopo un episodio analogo, sentenziò che non era calcio di rigore.

Insomma, troppi episodi controversi ai quali non si riesce ad applicare una regola certa. Questa situazione che si è creata avrebbe bisogno di due cose: che il Var verificasse tutte le occasioni dubbie che l'arbitro lascia correre, come ha fatto Aureliano quando ha richiamato Rocchi per fallo di mano dello spagnolo; che le due squadre possano chiedere la verifica per un numero massimo di due episodi. Nel 2006 Calcipoli fece piazza pulita e si scoprirono personaggi che gestivano le partite decidendo le sorti del campionato. Non è che adesso ci troviamo difronte ad una nuova versione riveduta e corretta?