Cari lettori e lettrici, ma soprattutto appassionati di tennis, nella giornata di ieri 13 ottobre abbiamo assistito al ritorno in campo dello Swiss Meister Roger Federer, anche se ahimè non con le vesti con cui speravamo.
Un ritorno che ha sollevato un gigantesco nuvolone di entusiasmo fra le persone, che sono accorse frettolosamente e piene di gioia dietro le transenne che costeggiavano lo stadio di Shangai per rivedere ancora una volta Roger Federer e per rendergli omaggio salutandolo di persona dato che a causa della Pandemia non si è tenuto il torneo nelle ultime 3 annate( l'ultima edizione nel 2019 dove a trionfare fu il russo Daniil Medvedev) e visto che il campione svizzero ha appeso la racchetta al chiodo. 

Un'emozione unica, in quanto mai provata, quella che aleggiava sul viso di Roger che per la prima volta è giunto a Shangai come "special guest". Come biasimarlo d'altronde, stiamo parlando di un grande campione che per circa due decenni ha incantato il pubblico di ogni palcoscenico nel quale si trovava ad esibirsi, con il suo gioco di spinta ma allo stesso tempo così maestoso e leggero che riusciva sempre a lasciare tutti a bocca aperta; ed ora si trova ancora qui ma questa volta è una storia diversa, una storia a cui tutti noi ancora non siamo abituati anzi quasi facciamo fatica quasi a crederci ma purtroppo l'età a volte può non risultare solo un semplice numero e nel caso del sportivi purtroppo rappresenta il limite ultimo che ti dice: "Stop, la tua lunga lunghissima corsa termina qua."

Roger è come detto un'icona mondiale, simbolo leggendario dello sport che ha ispirato milioni e milioni di persone e ieri precedentemente alla sfida di quarti di finale fra Humbert e Rublev c'è stato spazio per una premiazione, un riconoscimento da parte degli organizzatori del torneo, i quali hanno consegnato il premio di "Atleta icona del torneoa Federer che acclamato dalla folla ha tenuto un discorso al centro del campo dove ha dichiarato:" Ho dato tutto per questo sport, ero arrivato al limite e non ne avevo più. Non tornerò a giocare"; una frase che ha spento quel lumicino di speranza rimasto vivo sicuramente in molti tifosi che speravano di rivedere in campo Roger ancora una volta. 

Roger ne ha approfittato, successivamente alla premiazione, per godersi un po' di tennis non più da professionista, ma da rilassato spettatore attirando l'attenzione dei più e di Andrey Rublev stesso che a fine match ha dichiarato scherzosamente di non essere stato messo sotto pressione dalla presenza dello svizzero. Insomma, è difficile da ammettere che abbia smesso, stento ancora a crederci anche io visto che per me Roger è stata la motivazione principe per cui ho cominciato ad amare e giocare questo sport: dalla sua rivalità con Rafa, le sue numerosissime vittorie ma anche le sconfitte che hanno segnato la carriera di un tennista amato e apprezzato in ogni angolo del globo terrestre. 

Cosa ne sarà di Roger Federer? Allenerà? Continuerà a godersi i match come spettatore speciale?
Questo forse è ancora presto per dirlo visto che come precedentemente detto molti di noi ancora non si sono abituati all'idea che non ci delizi più sul campo da tennis ma una cosa è certa: la classe e la maestria che lo hanno reso il più grande di tutti i tempi continueranno ad appartenere per sempre a questo magnifico mondo chiamato tennis.