47 lunghi anni... un'attesa quasi asfissiante quella che ha avvolto il popolo italiano per questo lungo periodo. Erano senza dubbio altri tempi, altri giocatori consacrati come veri e propri eroi nazionali, ma soprattutto un'unione in tutto e per tutto che ha trasformato un gruppo di atleti professionisti in una "SQUADRA".

Quel giorno è stato per tutti questi anni l'unico appiglio a cui il nostro paese in quanto squadra si poteva aggrappare e ciò già di per sé offre un ottimo elemento di studio visto che questa competizione è l'unica che unisce dei giocatori che lottano e sudano per la stessa maglia nel tentativo di far gioire un paese intero; è proprio l'elemento dell'unione e dello spirito di combattimento che accomuna questi giocatori a rendere speciale questa competizione, che come detto è l'unica in uno sport individuale.

Elemento in comune di questi due grandi trionfi è sicuramente il modo in cui sono arrivati: sofferenza sul campo ma punti nel totale che han sorriso sempre a noi.
Se nel 1976 il percorso fu quasi perfetto con un netto 4-1, dove l'unico punto lasciato per strada fu quello di Zugarelli nell'ultimo match a risultato già acquisito, in questa occasione contro i temibili australiani il risultato è stato ancora più semplice, complice anche il nuovo format della competizione che vede giocare 2 singolari ed in caso di parità il doppio che assegna il punto decisivo.

È doveroso dire che la vittoria di Arnaldi nel primo singolare contro Popyrin, sfida fra i numeri due delle rispettive formazioni, ha spianato la strada ed ha alleggerito notevolmente il carico di pressione che aleggiava intorno ai nostri che dopo quel successo in Chile non erano mai stati in grado di ripetersi.
Jannik ha completato l'opera annichilendo in poco più di un'ora De Minaur regalando quindi la seconda insalatiera della nostra storia. 

È chiaro che per arrivare a questo successo occorre analizzare prontamente quanto successo negli step precedenti: a Bologna senza Sinner siamo riusciti a strappare il pass per la Final Eight con prove sontuose di Sonego e Arnaldi; contro l'Olanda è servito nuovamente il doppio decisivo dove Sonego e Sinner hanno avuto la meglio portando l'Italia in semifinale contro la Serbia preparandoci per un nuovo remake della sfida Sinner - Djokovic, atto terzo. Sinner compie un autentico capolavoro, salva tre match point consecutivi e porta a casa il punto del pareggio sconfiggendo per la seconda volta in appena dieci giorni il numero uno del mondo apparso notevolmente nervoso in campo; nel doppio sempre Sinner e Sonego guidano l'Italia in finale di Coppa Davis 25 anni dopo l'ultima volta.   

In finale la conclusione del capolavoro e la corazzata italiana in quel di Malaga torna nuovamente sul tetto del mondo del tennis, abbattendo finalmente un muro che durava da quel famoso 1976 e ritrovando finalmente nella nuova generazione "UNA SQUADRA".