Cari lettori e lettrici eccoci ritornati a parlare di calcio, lo sport che più amiamo, ma lo faremo ancora una volta in maniera meno armoniosa del solito, dato che anche nei giorni scorsi eravamo rimasti scossi dalla notizia della scomparsa di un'altra leggenda del calcio Franz Beckenbauer; nella giornata di ieri infatti 22 gennaio si è spento all'età di 79 anni uno dei calciatori simbolo della storia italiana e della città di Cagliari: il grande Gigi Riva. 

E' difficile definire ogni qualvolta sorga questa domanda, quale sia il giocatore più rappresentativo o più forte di un'epoca o di un paese intero, ma Gigi Riva si candida fortemente per rappresentare a pieno merito queste nomine sopracitate. Ha giocato in un'epoca diversa, in un calcio molto diverso da quello di oggi, si è ritagliato quello spazio da grande leggenda che nei libri di storia potrà appartenere solo a lui, è diventato insomma il figlio prediletto di Cagliari.

Cagliari è la sua città, la piazza dove Gigi si è trasformato da uomo a leggenda, un uomo capace di trascinare quasi da solo, prendendola per mano, una squadra piccola e meno ambiziosa come il Cagliari a vincere lo scudetto in quel 1970 e lo fece a forza di gol, grandi giocate, tocchi di classe sopraffina che lasciavano di stucco tutti i tifosi, avversari e non, che accorrevano allo stadio per ammirarne le gesta e che gesta! Una piazza che non lo dimenticherà mai. Gigi inoltre si è reso protagonista assoluto anche con la maglia azzurra, la maglia della nostra e della sua amata Italia con il quale riuscì a vincere l'Europeo del 1968 e sfiorò l'impresa anche a Messico 1970 dove solamente un Brasile colmo zeppo di calibri da 90 riuscì a sconfiggerci in finale strappandoci via la Coppa del mondo Jules Rimet nell'ultima edizione in cui questa competizione presentava questo nome. 

Gigi ha dalla sua parte i numeri che confermano di quando lui sia stato una leggenda di questo sport: vera e propria icona del Cagliari con 208 marcature, migliore di tutti, e 35 gol in 42 presenze con la nostra nazionale con la quale nessun altro calciatore è riuscito a far meglio. 

Un talento cristallino, una classe genuina e pura, un sinistro che terrificava ogni portiere a sè stante, insomma semplicemente rombo di tuono come lo ribattezzò Gianni Brera rifacendosi alla sua capacità di calciare, al suo modo di coprire il reparto offensivo da solo, era ovunque, era davvero un tuono.

Ora che sei lassù comincerai questa nuova partita, un qualcosa di nuovo ed inesplorato ma mai qualcosa che tu non riesca a fare ed insieme a tanti altri campioni vi ritroverete tutti assieme per parlare di calcio attraverso i vostri piedi, proprio come avete dimostrato al mondo intero e proprio nel mondo in cui vi riesce meglio!

Buon Viaggio Gigi.
Buon Viaggio Rombo di Tuono.