Come tutti sappiamo, per ogni sportivo ci sono momenti in cui ci si sente invincibili e momenti in cui si è facilmente vulnerabili e spesso ciò viene a combaciare con una forte mancanza di fiducia rilevabile nell'ambiente circostante a se stessi; sono proprio codesti momenti che tendono a delineare le strade che poi lo sportivo può intraprendere: l'ascesa o il declino. 

Complice di tutto ciò è un calcio molto cambiato, un calcio che sta vivendo una nuova fase della sua vita con una maggior integrazione al suo interno delle nuove tecnologie, regole che sono state riviste e poi rilanciate ma soprattutto tifosi che sanno essere calorosi ma anche spietati; mi preme sottolineare che il fattore tifoseria ha subito un cambio repentino di attitudine e sono spesso i benefattori di molte cause all'interno di questo mondo.
Per spiegare quanto appena detto prendo il caso di Gianluigi Donnarumma.

Gianluigi Donnarumma è un portiere italiano che oramai tutti abbiamo imparato a conoscere sia per quanto dimostrato in campo sia per quelle che sono state le sue scelte extra campo che a molti suoi ex tifosi non sono certamente andate giù e come hanno occasione le rimarcano con pugno chiuso.
Ripercorriamo i passi che hanno portato Gigio all'apice del calcio:

- Nella stagione 2015-2016 arrivano le prime apparizioni in difesa della porta del Milan, prestigiosissimo club italiano che accoglie fra le sue immense spoglie un giovanissimo Donnarumma allora sedicenne; di questo ragazzotto si intravedono subito le grandi doti e le potenzialità di diventare un grandissimo portiere nonostante i suoi anni al Milan sono stati forse i più complicati del club che non disponeva di una rosa competitiva per lottarsi le posizioni più alte in classifica.

Estate 2021: la consacrazione di Gigio arriva proprio in questa estate nella quale si rende protagonista assieme ai suoi compagni della cavalcata azzurra alla vittoria degli Europei, nel quale il nostro portiere sfodera prestazioni da vero campione attirando su di sè l'interesse di top club europei. Uno di questi è il PSG che decide di puntare con decisione su di lui dando inizio ad una telenovela di mercato che innalza i primi polveroni di critiche. Gigio si trova quindi a lasciare il Milan che in quell' annata era riuscita a centrare la qualificazione in Champions League per trasferirsi alla corte di Al Khelaifi preferendo forse la moneta all'amore per il club rossonero, ed è proprio questo che i tifosi del Milan non hanno mai digerito e non hanno mai perdonato al portierone.

A questo punto della vicenda vi sono due modi di vedere la cosa: dal lato dei tifosi rimane la delusione di aver perso un gran portiere senza dubbio, delusione che viene legata alla questione economica; dal lato del giocatore sicuramente oltre ad una questione economica che forse in questo caso ha meno rilievo vi è la possibilità di andare a giocare in un grande club che lotta ogni anno per vincere tutto e che contava in rosa in quel momento i tre tenori: Messi, Neymar e Mbappè.

A Parigi però la musica sembra diversa, la pressione è di gran lunga più opprimente e la solidità difensiva che ha sempre contraddistinto Gianluigi comincia partita dopo partita a vacillare; grandi parate che esaltano pubblico e compagni ma al contempo disastri difensivi che fanno piovere addosso a lui valanghe di critiche.
E questo weekend è esattamente ciò che è successo: un'intervento fuori dalla propria area di rigore in maniera del tutto scomposta che non può far altro che costringere l'arbitro a tirar fuori il cartellino rosso. Questo evento è l'immagine lampante di quanto Donnarumma stia vivendo in questo preciso momento: una pressione che lo costringe ad essere sempre impeccabile ma si sà che sotto pressione non si rende al meglio e i tifosi ti "beccano" subito non tenendo in considerazione quanto altro di buono hai comunque fatto per quella maglia, dalla scelta di indossarla al rendimento in campo. 

E proprio con questo voglio riprendere quanto detto inizialmente, dove il tifo nel mondo del calcio è decisamente mutato; niente più bandiere e idoli di squadra da idolatrare, ma soltanto dei giocatori che non hanno quasi modo di potersi esprimere in campo che devono sempre ritrovarsi di fronte ad eventuali critiche e attacchi che ne intaccano solidità mentale e fiducia, perchè ricordiamoci sempre che sono esseri umani come noi e proprio come tutti noi si possono commettere degli errori e possono essere sottolineati; ma ciò che sicuramente è diventato invasivo e controproducente è senza dubbio la condanna per ogni singolo errore commesso che genera sempre più dubbi e incertezze su come il calcio si stia distaccando da quelle che sono stati per anni le sue radici forti che lo hanno reso il gioco più bello del mondo.