Non è una frase del Vangelo (oltretutto parafrasata) ma il riferimento alla cacciata dell'arbitro Serra dall'AIA.
Si dice che la questione che ha portato alla defenestrazione del fischietto torinese non sia relativa allo scontro verbale avuto con José Mourinho nel corso del match Cremonese-Roma con frasi rivolte al tecnico della Roma non proprio da educanda e all'episodio di Milan-Spezia dove annullò una rete ai rossoneri, la quale poi risultò regolare.

Fonti dell'Associazione Italiana Arbitri riferiscono sempre che l'esclusione dell'arbitro Marco Serra è dovuta alla particolare classifica di punteggio ottenuta in seno al movimento e che viene stilata in base alle partite disputate e al voto che gli viene attribuito dopo ogni match. Sarà anche vero, ma certamente la concomitanza dei fatti lascia più di qualche dubbio! Ad ogni buon conto insieme al citato direttore di gara sono stati estromessi altri quattro fischietti (Miele, Meraviglia, Gariglio e Paternò) e altri cinque sono stati "promossi" da Rocchi capo del settore arbitrale.

Sono in programma poi varie riunioni tra organici del settore per definire chi saranno gli assistenti, i tecnici vari per la prossima stagione e bla bla bla... Non è irriverenza la mia, perdonatemi, ma soltanto incomprensione...
Incomprensione
che con un pizzico di presunzione credo sia collettiva della maggioranza di tifosi italiani, perché se c'è una parte del calcio italiano soprattutto che continua a non essere compreso e in parte accettato è proprio quello relativo al sistema arbitrale. La rivoluzione delle "giacchette nere" tanto invocata e annunciata in passato non c'è mai stata, si diceva che avrebbero permesso ai direttori di gara di parlare per spiegare le loro decisioni in campo ma... niente, non se n'è fatto nulla!

Peccato, l'ennesima occasione persa per rendere questo sport più sano, comprensibile. Fermo restando che la possibilità di spiegare e magari anche scusarsi per una decisione sbagliata renderebbe più umani questi professionisti agli occhi di tutti e contribuirebbe forse ad allentare le tensioni tra tutte le componenti coinvolte. Ma probabilmente questo cambiamento viene visto come una perdita di potere decisionale, già è stata mal digerita l'introduzione della VAR che non si vuole concedere altro a chi è pronto secondo loro al processo per direttissima appena terminata la partita.

È un cane che si morde la coda, un rincorrersi di accuse e giustificazioni da parte dell'uno e dell'altro che non porta da nessuna parte e continuerà col generare polemiche e strascichi su tv e stampa dando modo alle frange più violente di sfogare la loro rabbia nei modi che conosciamo bene, fomentando tramite i social anche quelli meno propensi a invettive mirate. Se vogliamo veramente migliorare questo calcio dobbiamo remare tutti dalla stessa parte, e il settore arbitrale è da sempre una componente importante di tutto il movimento ma il suo compito deve essere quello di regolarizzare il gioco e non di renderlo assoggettato al suo giudizio insindacabile. Le regole devono trovare un solo metro di giudizio, la discrezionalità del fischietto è l'arma che finisce per ritorcersi contro lo stesso settore arbitrale, possibile che non si capisca questo?

Non ci resta che sperare un'illuminazione divina, che aiuti a comprendere e finalmente imboccare la strada per un vero cambiamento, per salvaguardare questo sport che tra l'altro è generatore di posti di lavoro per molte maestranze dimenticate ma che contribuiscono a fare in modo che il pallone rotoli sul campo.