Adesso non si nasconde più l'Italia di Mancini, non può più farlo. Tra loro e la finale c'è rimasto un unico ostacolo, la Spagna di Luis Enrique che arriva alla semifinale di Wembley con un carico di episodi favorevoli. Sì, perché il percorso delle furie rosse in questo Europeo è stato faticoso, sembrava ad un certo punto che potessero passare al girone come migliore terza; agli ottavi poi incontra una Croazia che spreca molto e cede di schianto ai supplementari, ed infine il quarto di ieri dove la Svizzera prima trascina la Roja ai calci di rigore giocando da metà secondo tempo con un uomo in meno, poi sbagliando l'impossibile nei calci di rigore.

Il percorso degli azzurri invece è stato impeccabile sin dal primo incontro con la Turchia, e partita dopo partita è diventata consapevole della propria forza che sta prima di tutto nella compattezza del gruppo - l'abbiamo ribadito più volte - e nella maestria del Mister a plasmare un gioco che come un vestito di gran fattura calza a pennello a questi ragazzi. Si temeva giustamente la sfida col Belgio, squadra da grandi risultati in questi ultimi quattro anni, tanto da risultare prima nel ranking Uefa e composta da giocatori che con le loro squadre di club hanno conquistato diversi trofei, ma la sola vista delle maglie azzurre ha intimorito quelli che solitamente vengono definiti "Diavoli Rossi" tanto da tenerli confinati nei primi minuti del match dentro la loro area, con il solo Romelu Lukaku in posizione avanzata ma controllato sapientemente da Giorgio Chiellini.

L'Italia ha fatto sempre la partita, ha creato molte azioni pericolose e lo score sarebbe potuto essere anche più ampio se il peggiore (solo per quanto riguarda la finalizzazione) degli azzurri -Ciro Immobile - non si fosse in più occasioni intestardito a voler cercare il gol personale a fronte di un miglior piazzamento dei compagni. La sola rete belga sopraggiunge al minuto 40 su calcio di rigore causato da una ingenuità di Di Lorenzo che spinge leggermente in area il giovane Jerémy Doku - il migliore dei belgi - quando ormai prossimo alla linea di fondo avrebbe potuto crossare con difficoltà un pallone in un'area di rigore con la difesa azzurra già schierata.  Il secondo tempo vede le due squadre con lo stesso schieramento del primo, e con la stessa predominanza degli azzurri che con un Nicola Barella ispirato e un Jorginho "invisibile" ma presente tiene in apprensione la nazionale di - Roberto Martinez che cerca con i soli lanci lunghi di far arrivare in area azzurra le punte, nel tentativo di recuperare il risultato.

Ma i nostri ragazzi acquisiscono fiducia e tranquillità ogni minuto che passa, solo nell'ultimo quarto del secondo tempo la fatica si fa sentire, e lì è abile Mister Mancini a fare le giuste sostituzioni specie a centrocampo e sulla fascia con Federico Chiesa che ha fatto impazzire gli avversari con le sue incursioni e i tagli centrali. L'unica nota triste della serata è l'infortunio purtroppo molto serio occorso a Leonardo Spinazzola - rottura del tendine d'Achille - che priva questo gruppo del più volte premiato "man of the match" di questo torneo, e che è stato finora importante per raggiungere la semifinale.  Qualcosa cambierà sicuramente, dal momento che Emerson - suo naturale sostituto - pur essendo bravo non ha quel guizzo particolare che aveva costretto Martinez a far raddoppiare la marcatura su Spinazzola ogni qualvolta aveva il pallone tra i piedi.

Passaggio in semifinale ampiamente meritato, - Martinez parla di sfortuna e francamente ci viene da ridere- mai messa in discussione e adesso la sfida con i cugini spagnoli ha un sapore particolare, perché con loro ci sentiamo molto vicini, la Spagna in fondo è la nostra seconda casa. Il sogno, l'idea di arrivare in finale adesso si fa più chiaro, sperando magari di non trovare i padroni di casa dell'Inghilterra che avrebbero la spinta in più del pubblico.
Ma prima c'è la compagine di Luis Enrique, che conosce il nostro calcio e sicuramente darà l'anima per rifarsi parzialmente delle delusioni italiane ai tempi della sua permanenza sulla panchina della Roma.
Ma noi dobbiamo, vogliamo continuare a sognare... fino alla fine!