Così si è espresso a caldo Fabio Capello dopo i 90 minuti di Manchester City- Inter, che hanno proclamato i citizen campioni d'Europa per la prima volta.

Una corazzata quella di Pep Guardiola che però sul campo ha sofferto la concentrazione dei nerazzurri, per nulla intimoriti dal blasone dell'avversario. La squadra di Simone Inzaghi ha contrastato bene il fraseggio e la pressione del City estremamente veloce con gli esterni Grealish e Bernardo Silva, unica sbavatura nell'occasione dell'unico gol decisivo per opera di Rodri un gigante oggi del centrocampo per il City.

L'Inter ha avuto le sue occasioni per andare in vantaggio prima e per pareggiare poi, è mancata un pizzico di fortuna nell'azione che ha portato Lautaro Martinez a tu per tu con il portiere avversario che si è gettato in uscita sul centravanti nerazzurro salvando la porta. Lukaku entrato nel secondo tempo al posto di uno spento Dzeko si è trovato nella posizione di battere a rete di testa ma è stato bloccato dal portiere avversario Ederson, lo stesso Di Marco per l'Inter ha colpito la traversa con un colpo di testa a pochi minuti dalla fine.

Se si può imputare qualcosa a mister Inzaghi è forse aver messo in avanti Lautaro con Dzeko che non sono la coppia ideale ma soprattutto qualcuno in grado di spezzare il fraseggio del centrocampo avversario togliendo i rifornimenti agli esterni da cui ripartiva il City. Ma parliamo sempre di una squadra che da tre anni almeno era una tra le più accreditate per conquistare l'Europa, quindi era tempo che avvenisse tutto questo.

Sicuramente l'Inter avrebbe meritato di giocare i supplementari, ma in ogni caso aver raggiunto la finale contro questo Manchester City è stato un grande traguardo perché nessuno avrebbe scommesso di arrivare alla finale quando è iniziato il torneo. Le molte blasonate spagnole e tedesche candidate alla vittoria finale sono uscite mano mano e questa dev'essere fonte di orgoglio e la base da cui ripartire. Tutti hanno dato tutto per quello che potevano, non si possono imputare grossi errori agli uomini di Inzaghi se non un pizzico di egoismo delle punte nel non vedere il compagno meglio piazzato in qualche occasione, ma si sa, il centravanti di razza è un po' così per sua natura.

Tre finali e tre sconfitte ma tutte con onore. Il calcio italiano ha conosciuto una crisi di risultati in Europa e una crisi economica ma sta risalendo pian piano allo standard che aveva negli anni del triplete della stessa Inter, ed è tempo di pensare a migliorare questa Serie A e riprovarci a partire dalla prossima stagione.
Inter e Roma rispettivamente in Champions e Europa League avranno la possibilità di riprovare la scalata alla finale e se sapranno operare bene in estate per rinforzare i reparti più deboli avranno più chance di essere ancora candidate ad aggiudicarsi la vittoria finale.