Arriva l'inverno, e a scaldare i cuori della tifoseria giallorossa della Capitale ci pensa il Campione del Mondo Paulo Dybala. 
Da ieri, con la doppietta alla Fiorentina, diventa anche il miglior marcatore della squadra con 7 reti all'attivo, davanti a Abraham fermo a 4. Normale amministrazione, direte voi, la classe dell'argentino è talmente superiore al resto della squadra che non è una novità.
E non è nemmeno il miglior Dybala visto alla Juve...

Paulo sopperisce a una mancata incisività dei compagni, nonostante il vantaggio di giocare oltre 60 minuti in superiorità numerica, e con i gigliati che alla fine del match risultano avere la maggior predisposizione al tiro (42%) rispetto la Roma (40%).
La Fiorentina ha attaccato di più, anche se è mancata negli ultimi metri davanti la porta difesa da Rui Patricio, perchè non possiede un centravanti adeguato, ma dalla sua ha un gioco e un regista in grado di far girare la squadra.
E' questa la maggior differenza, oltre a una rosa con maggiore esperienza tra i giallorossi e la viola; e questo è maggiormente evidente quando la partita richiederebbe un cambio di passo per sbloccare il risultato o come nel caso di una superiorità numerica a portarla a chiudere il risultato anzitempo. E' una casella rimasta vuota da quando Mkhitaryan è passato all'Inter, e nonostante le "frecciatine" di Mourinho alla Società questo ruolo risulta ancora scoperto.
Quindi, in mancanza di un regista di ruolo, il compito di dare un assetto alla squadra è demandato a Lorenzo Pellegrini, che suo malgrado tutto è fuorchè un regista! Oltretutto, quando non è nemmeno al massimo della condizione si vede, perchè spesso la squadra perde palloni importanti a centrocampo, innescando le ripartenze o i contropiedi degli avversari  complicando il lavoro della difesa che nel frattempo si trova in posizione più avanzata.

Se nonostante la scarsa vena realizzativa dei vari Abraham, Zaniolo, e lo stesso Pellegrini la Roma è ancora in lizza per il quarto posto, questo è dovuto alla difesa che sembra aver trovato un suo equilibrio con Ibanez, Smalling e Mancini a proteggere la porta col supporto in fase difensiva degli esterni Zalewsky e Celic. 
Però, torno a sottolineare, in fase di impostazione si vede tutta la difficoltà che hanno i difensori citati a trovare un compagno che possa iniziare la manovra, complice anche la pressione degli avversari; tant'è che nella maggioranza dei casi assistiamo a dei lanci lunghi verso gli esterni di centrocampo che provano in velocità ad inserirsi centralmente o a crossare per gli attaccanti.
Ed è in questa zona di campo che Dybala spaziando liberamente da destra a sinistra riesce a penetrare la retroguardia avversaria oppure a inventare assist per i compagni che vanno a creare le occasioni da rete. 
Attualmente senza il suo apporto i problemi di finalizzazione sarebbero ancora più evidenti e questo mette in risalto ancora di più l'importanza di un campione della sua classe, che è in grado di risolvere le situazioni più complicate con un semplice colpo di genio. 

Una fortuna per Mourinho, in attesa che la coppia Abraham-Zaniolo ritrovi la strada che li ha portati fino alla finale della Conference League.