Un'altra serata di emozioni forti quella dell'Olimpico di Roma, dove lo spareggio di Europa League da dentro o fuori sempre contro l'avversario più incontrato negli ultimi anni ovvero il Feyenoord di Arne Slot è durato fino allo stillicidio dei calci di rigore.

Stillicidio credo sia la parola giusta perchè comunque vada a finire non è il metro giusto per definire chi tra le due squadre meriti di proseguire il torneo, o almeno non è sempre così. Spesso va avanti chi ha giocato male i minuti regolari o chi ha speculato giocando solo a distruggere il gioco avversario e non per creare occasioni da gol per se stessi. 

Non è stato il caso della Roma di ieri dove ha cercato sempre di fare la partita, in particolare nel primo tempo; e le statistiche finali lo testimoniano con un 58% di possesso palla, 15 tiri nello specchio della porta e 8 angoli a favore. Rispetto alla partita di andata è stata più attenta in difesa senza concedere le ripartenze ai veloci esterni olandesi, e grazie alle continue indicazioni di mister De Rossi hanno frenato quei lanci quasi sempre imprecisi che si sono visti nelle ultime uscite di campionato a favore di un fraseggio più ragionato, atto a trovare i varchi centrali per gli inserimenti di Dybala e Pellegrini.

Nel primo tempo infatti l'azione più importante dei fiamminghi è stata proprio quella del gol del messicano Giménez, tra l'altro frutto di un rimpallo di ElSharaawy che in fase di disimpegno colpisce male il pallone il quale diventa un mezzo assist per il centravanti avversario che colpisce il pallone con la spalla e finisce in rete con Svilar pronto a intervenire sul palo opposto. Ma per fortuna il vantaggio del Feyenoord dura appena dieci minuti grazie a Lorenzo Pellegrini che pesca il jolly con un tiro dei suoi dal limite dell'area che si insacca sotto l'incrocio. 

Il centrocampista giallorosso è stato tra i migliori della sua squadra, creando diverse occasioni per portare la Roma in vantaggio ma soprattutto partecipando alla costruzione del la manovra dei compagni di  reparto. Curiosamente i giocatori che hanno dato meno in termini di peso per l'attacco giallorosso sono stati proprio quelli più importanti, ossia Dybala e Lukaku. L'argentino in questa stagione ha mostrato i soliti problemi muscolari, e sul finale dei tempi regolamentari è stato infatti sostituito con il giovane Baldanzi, che seppur bravo è evidente che manca ancora di quella padronanza per ritagliarsi il suo spazio nell'economia di una partita.

Lukaku invece sembra piombato in uno stato di confusione, di scarsa lucidità. E' vero che spesso è costretto a giocare un pò lontano dalla porta rispetto al periodo dell'Inter, e si deve abbassare verso la trequarti per ricevere il pallone o per far salire i compagni, però in particolare nello sviluppo dei calci piazzati la sua mole che abbiamo imparato essere quasi impossibile da contrastare adesso non impensierisce i difensori avversari. Non sappiamo cosa passa in questo momento nella testa del campione belga ma di sicuro non sta vivendo il suo periodo migliore. Forse questo modulo di gioco non è visto da lui come congeniale per le sue caratteristiche, oppure è distratto dai pensieri sul suo futuro...

Quello che è certo però è che il suo futuro che sia ancora a Roma o altrove passa per questo finale di stagione, dove ci sono ancora campionato ed Europa League da giocare: campionato dove si insegue un posto Champions ( che in base alla classifica ranking uefa potrebbe essere raggiungibile anche col quinto posto); Europa League dove negli ottavi si affronterà il Brighton di De Zerbi, un appuntamento molto interessante tra due giovani allenatori che potrebbero rappresentare il calcio europeo di domani. I tifosi giallorossi aspettano i suoi gol, e anche la proprietà dei Friedkin quando hanno faticosamente trattato col Chelsea per avere Lukaku speravano che con le sue realizzazioni si potesse raggiungere l'obiettivo di entrare in Champions, condizione necessaria per incrementare i ricavi e di conseguenza rinforzare la squadra per tornare ai vertici in Italia e in Europa.