Alla quinta giornata del campionato di Serie A c'erano interessanti confronti, con davanti a tutti il derby di Milano. Un sabato pomeriggio ideale, che proponeva come antipasto un Fiorentina-Juventus che sicuramente ha deliziato i non tifosi delle due squadre con un pareggio per 1-1 che però nasconde le tante possibilità di segnare dei viola, specie sul finale del secondo tempo con una Juventus non troppo equilibrata e soprattutto con le sue punte attualmente in difficoltà nel buttarla dentro.
La Fiorentina invece è sembrata più solida, ma soprattutto attenta alle ripartenze avversarie e sui calci da fermo; in particolare con riguardo ai corner dove i bianconeri hanno diversi colpitori di testa con spiccate capacità di elevazione. Perin ha avuto il suo ben da fare per evitare la sconfitta, ed è risultato tra i migliori della sua squadra; Vincenzo Italiano alla fine ha avuto  qualcosa di cui rammaricarsi visto l'andamento del match, ma può ritenersi soddisfatto dell'atteggiamento dei suoi ragazzi.

Il piatto forte della serata è stato il derby del Meazza, Milan-Inter numero 233. Il pubblico è quello solito delle stracittadine e dalle curve i tifosi aprono lo spettacolo con le coreografie degne sicuramente di un palcoscenico europeo oltre che cittadino. Spettacolo che anche le due squadre non tardano a mettere sulla scena, con le formazioni quasi al completo ma con la voglia per entrambe di primeggiare e prendersi i 3 punti in palio oltre che la supremazia cittadina. L'Inter trova il vantaggio dopo 20 minuti con Brozovic per un buco della difesa rossonera, e così il derby si accende dopo che comunque il gioco era stato ben orchestrato da entrambi con azioni veloci e conseguenti rintuzzamenti delle retroguardie difensive. La velocità di Leao sorprendeva la difesa nerazzurra e con un diagonale trafiggeva Handanovic alla mezz'ora del primo tempo riportando equilibrio nel risultato mettendo a frutto l'impegno della squadra a recuperare lo svantaggio. Anche la ripresa presentava lo stesso copione, con occasioni da una parte e dall'altra fino al vantaggio rossonero grazie a una girata al volo magistrale di Giroud dal centro dell'area nerazzurra, lasciato colpevolmente libero di battere a rete un cross dell'rrefrenabile Leao.

Si rompevano così gli equilibri nuovamente, con un'Inter che accusava un po' il colpo complice forse la fatica di alcuni suoi elementi e la certamente non giornata migliore di Barella e Lautaro. Il Milan invece risultava ancora non pago del vantaggio e al 60° metteva a segno la terza rete sempre con Leao con un dribbling vincente e ancora un diagonale alle spalle di Handanovic. A quel punto Inzaghi gettava nella mischia Mkhitaryan per Barella e Dzeko per Correa, e così i nerazzurri trovavano la forza per rifarsi sotto costringendo il Milan a puntellare il centrocampo con Saelemaekers e Pobega per Messias e Tonali. Ma al minuto 67 i nerazzurri trovavano la rete con Dzeko servito da Darmian al centro dell'area e così riaprivano il risultato. Poi si apriva lo show di Maignan che sarebbe risultato decisivo su Lautaro prima e sullo stesso Dzeko poi per il risultato finale.

Il dolce a chiusura del sabato calcistico è stato un'interessante Lazio-Napoli, anch'esso di alta classifica per quello che può risultare da queste prime giornate. Come sempre o quasi sono i biancocelesti a partire forte, e gli azzurri di Spalletti faticano a trovare subito gli equilibri tanto da capitolare già al 4° minuto per opera di Zaccagni che dalla lunetta trova l'angolino alla sinistra di Meret. Il Napoli comincia a venire fuori, e a controllare le manovre dei ragazzi di Sarri che prima spaventano la retroguardia con Kvaratskhelia e poi trovano il pareggio con Kim su azione da calcio d'angolo. Nel secondo tempo sale in cattedra il Napoli che crea diverse occasioni da gol con Osimhen e poi finalizza al 60° con lo stesso Kvaratskhelia. Al 66° un'episodio da moviola in area azzurra scatena le proteste dei biancazzurri ritenendo Lazzari spinto in terra da Mario Rui mentre era lanciato in porta, ma l'arbitro lascia proseguire il gioco, anzi sventolando un cartellino giallo allo stesso Lazzari per proteste. Non c'è una grande reazione dei laziali a parte un tiro di Felipe Anderson, e il Napoli riesce a controllare il gioco fino al fischio finale.

Delle squadre di vertice la Roma lascia l'intera posta ad Udine, dove trova la prima sconfitta stagionale con un sonoro 4-0. Gli uomini di Mourinho nulla hanno potuto contro la fisicità degli uomini di Sottil, meglio posizionati in campo e determinati a prendersi i 3 punti in palio. La Roma è sembrata già da subito troppo "leggera" a centrocampo con i soli Matic e Cristante a contrastare i vari Samardzic, Arslan, Walace e gli inserimenti di Pereyra e Udogie. Peraltro in avanti Pellegrini e Abraham soprattutto sembravano non essere al meglio, con il solo Dybala a provare a penetrare la difesa bianconera pur non essendo anche lui al top della forma. Certamente le assenze di Zaniolo e Wijnaldum si sono fatte sentire oltremodo, ma sicuramente i giallorossi avevano l'obbligo di presentarsi al Friuli con un piglio diverso, consci delle difficoltà di affrontare una squadra ben messa in campo. L'Udinese ha iniziato subito ad aggredire i giallorossi che sono sembrati in difficoltà già dalle prime battute, tanto da farsi sorprendere già al 4° minuto con Udogie che rubava il tempo a Karsdorp il quale stava appoggiando di petto un pallone a Rui Patricio. Complice la mancanza di comunicazione tra i due il calciatore di origini nigeriane si inseriva rubando il pallone e spedendolo in fondo alla porta.

La reazione della Roma che ci si aspettava veniva meno, e i friulani continuavano a spingere impedendo alla Roma di avanzare oltre la trequarti avversaria. La ripresa aveva lo stesso copione del primo tempo, con la Roma che subiva il raddoppio per opera di un tiro dai 30 metri di Samardzic e una mezza papera del portiere Patricio. I giallorossi si rendevano pericolosi su angolo con un palo colpito di testa da Mancini, ma il tutto finiva lì e l'Udinese continuava a macinare gioco, giungendo alla terza marcatura con Pereyra al 75° e chiudendo all'82° con Lovric quando ormai la partita non aveva nulla da dire. Una brutta battuta d'arresto per i giallorossi che dovranno analizzare attentamente per capire gli errori e cercare di non ripeterli.

La giornata si concluderà con l'Atalanta attesa a Monza nel pomeriggio, in una partita dall'esito scontato, almeno sulla carta. I nerazzurri si dovrebbero trovare stasera verosimilmente da soli al comando del campionato, certamente è presto per fare calcoli ma queste prime giornate indicano che c'è ancora molto da sistemare tra le candidate alla vittoria finale.
Però per ora il divertimento è assicurato...