Oggi ricomincia il campionato.

Dopo quasi tre mesi di digiuno, ritorna la spesso bistrattata Serie A, ultimo dei grandi tornei europei in ordine di avvio.
Questi mesi sono stati ovviamente accesi da un calciomercato che storicamente regala momenti di interesse: il duello Juventus-Inter è stato senz’altro il motore di questa estate 2019, che ha visto mosse e contromosse quasi come fossimo in una partita a scacchi.

Ma adesso l’attesa è finita: si riparte e, come ieri per la Serie B, ho deciso di stilare la mia personale griglia di partenza al via del torneo.

Di seguito il riepilogo e l’analisi dettagliata:

 

LOTTA SCUDETTO: Juventus, Napoli, Inter

LOTTA CHAMPIONS: Roma, Lazio, Milan

OUTSIDER EUROPA LEAGUE: Atalanta, Fiorentina, Cagliari, Torino

SALVEZZA TRANQUILLA: Genoa, Sampdoria, Sassuolo

SALVEZZA: Bologna, Parma, Lecce, Brescia, Udinese, SPAL, Hellas Verona

 

- LOTTA SCUDETTO

JUVENTUS: è stata un’estate rivoluzionaria per i bianconeri e, a tratti, molto complicata. L’era di Allegri è terminata e sulla panchina bianconera è approdato Sarri, fresco vincitore dell’Europa League con il Chelsea e con un passato partenopeo che spesso lo ha visto in contrasto proprio con la sua attuale società.

Nell’augurio di una pronta guarigione per il suo attuale stato di salute, al mister spetta il compito più difficile: mantenere la continuità di successi in patria e dare una dimensione molto diversa in Europa, sicuramente provando ad acciuffare la Coppa tanto inseguita dalle “zebre”, ma anche dando un’impronta di gioco da ammirare, quasi far diventare la “Signora” un modello di nuovo calcio.

Lo stile ammirato a Napoli ha raccolto una marea di consensi ma scarsi successi: sarà ciò che dovrà necessariamente cambiare rispetto al triennio azzurro.

Non sarà semplice metabolizzare il nuovo sistema e il precampionato ha infatti evidenziato qualche carenza, ma la squadra da battere resta sempre lei.

Il mercato è stato, finora, a due facce: il rientro di Buffon è stato sicuramente un colpo “romantico”, ma il vero botto è arrivato con De Ligt. Finora, il centrale olandese sembra ancora in fase di adattamento, ma se le prestazioni che l’intera Europa ha ammirato l’anno scorso dovessero essere confermate, la Juve avrebbe trovato il futuro del suo reparto arretrato.

Altri arrivi forse in tono minore quelli di Danilo (nell’operazione che ha portato Cancelo al City) e Rabiot.

Sul fronte uscite, invece, c’è tantissima difficoltà, che ha provocato un blocco anche per il mercato in entrata: a centrocampo, che probabilmente era la zona dove intervenire maggiormente e che sulla carta è forse il reparto più “fragile”, i mancati addi di Matuidi, Khedira o anche Emre Can non hanno consentito di effettuare un ricambio che forse avrebbe rinfrescato un reparto apparentemente “stanco” (il solo Rabiot potrà bastare?).

Ma è in attacco che la Juve ha destato molte perplessità: al netto di un grande recupero di Douglas Costa che potrebbe essere un’arma in più, rimangono diversi casi spinosi.

Dybala ha rifiutato il trasferimento in Premier, “favorendo” l’approdo di Lukaku all’Inter e il suo nome resta in bilico, nonostante l’affetto del pubblico e la sua voglia di restare; Mandzukic e il rientrante Higuain (di cui forse neanche il “padre putativo” Sarri riesce più ad esserne il medicinale) non hanno forse validi acquirenti e dunque restano sul groppone, bloccando quello che doveva essere l’obiettivo prioritario del calciomercato, ovvero individuare ed acquistare la spalla ideale di CR7.

Icardi rimane sempre, teoricamente, alla portata, ma i rapporti con i neroazzurri, anche dopo questa infuocata estate, sono ai minimi termini.

In attesa che qualcosa cambi nel reparto offensivo, ci sono anche da segnalare le mancate partenze di Perin, Pjaca e il bocciato Rugani (preferito Demiral).

Nonostante questo quadro sul mercato non propriamente in linea con la storica capacità gestionale della società, la Juve rimane la strafavorita per vincere il torneo, puntando al nono successo consecutivo che sarebbe ancor più leggendario di quanto già fatto finora.

Quando in squadra si ha uno dei più forti calciatori della storia del calcio ancora a livelli top, non si può non puntare al massimo in tutte le competizioni: CR7&co. sono ancora i numeri uno da inseguire, al momento con molti gradini sopra rispetto alle altre due uniche, possibili, contendenti.

 

NAPOLI: gli azzurri di Ancelotti, negli ultimi anni unica squadra ad aver dato qualche grattacapo in vetta, puntano ancora una volta ad un campionato di vertice, provando magari ad approfittare degli intoppi in cui potrebbe incappare la Juventus nella fase di rodaggio.

Il colpo in avvio di mercato è arrivato dalla Roma: Manolas è sicuramente un profilo fortissimo, che unito a Koulibaly rende la coppia difensiva dei campani tra le più affidabili d’Europa.

L’arrivo di Lozano ha tamponato la fame di acquisti di Ancelotti, ma sembra ancora necessario effettuare un ultimo colpo: il sogno James Rodriguez, cullato tre mesi, è praticamente svanito; Icardi non sembra convinto (o forse la moglie-procuratrice) e, nello stesso tempo, Milik non sembra più essere così vitale per il gioco di mister Carlo.

In attesa dei sussulti finali, la squadra resta comunque attrezzata sicuramente per confermare il secondo posto e provare a farsi strada nelle coppe (magari in quella nazionale dove un successo potrebbe portare un po’ di entusiasmo) e, magari, impensierire i bianconeri.

I meccanismi collaudati sono sicuramente il punto di forza, che consente, rispetto magari a Juve o Inter, di avere quel vantaggio fornito dalla continuità tecnica di cui il Napoli ne ha fatto quasi uno stile proprio.

 

INTER: il top player del mercato neroazzurro è arrivato in panchina. Il vulcano Antonio Conte ha rinvigorito la voglia di Inter del suo sempre affezionato popolo, che ha risposto alla grande in termini di abbonamenti (addirittura aperte le prenotazioni per la stagione successiva).

Sulla carta, l’Inter può competere sicuramente almeno per il secondo posto e provare a ridurre il gap con la Juventus, considerando anche il DNA vincente del tecnico salentino, che sembra già dalle prime amichevoli estive aver trasmesso in termini di grinta e determinazione ai suoi uomini.

Il suo 3-5-2 necessitava di alcuni elementi che, finora, sono stati quasi tutti messi in rosa: l’arrivo preventivo di Godin ha sistemato la difesa, con un terzetto da fare invidia a qualunque team europeo. A centrocampo, gli innesti di Sensi e Barella, a cui si potrebbe magari aggiungere un ulteriore profilo, sono stati fortemente desiderati; Lazaro sulla corsia destra e magari un ulteriore puntello sulla corsia mancina (Biraghi?) completerebbero il reparto centrale.

Ma è in attacco che è arrivato il colpo più importante (in termini economico/finanziari) della storia neroazzurra: Lukaku, già idolo sulla fiducia, “strappato” alla concorrenza sgraditissima dei campioni d’Italia.

Il belga non si discute: centravanti da doppia cifra fissa, dovrà riscattare l’ultima opaca stagione al Manchester United, magari proprio insieme ad un altro “esiliato” dei Red Devils, ovvero Sanchez.

Fuori dal progetto Perisic, Nainggolan e soprattutto Icardi: se per i primi due la soluzione in prestito è stata trovata, su quest’ultimo continuano ad esserci contrasti.

Lui vorrebbe restare, compresa la famiglia, ma il posto all’Inter ormai non c’è più; le squadre interessate non sembrano invece disposte a venire incontro alle richieste interiste, che non ha assolutamente voglia di svenderlo e, soprattutto, di “regalarlo” alle rivali dirette per lo scudetto.

Scudetto che manca ormai da 10 anni, dallo storico Triplete: a Conte il compito di tornare a far respirare perlomeno l’aria dell’alta classifica, del duello per il titolo e di provare ad andare più avanti possibile in Champions League e magari provare a vincere la Coppa Italia, che ancora oggi è l’ultimo titolo alzato dalla Beneamata ormai nel lontano 2011.

 

- LOTTA CHAMPIONS LEAGUE

Il quarto posto è ormai una tappa fondamentale per le società calcistiche italiane: gli introiti e la visibilità della massima competizione continentale non hanno pari. Ecco perché la corsa verso la posizione di prestigio è accattivante e interessantissima.

Secondo l’opinione di chi scrive, la favoritissima in assoluto per acciuffare la zona Champions è la Roma: la squadra giallorossa, dopo aver vissuto una stagione turbolenta, culminata con gli addii non a cuor leggero del Totti dirigente e del De Rossi calciatore, è ripartita da Fonseca, nome poco mediatico ma che proprio per questo motivo potrebbe rappresentare la guida giusta per una piazza già sovraesposta tradizionalmente.

La cessione di Manolas è stata colmata con l’arrivo di Mancini, futuribile pezzo pregiato della scuderia orobica e corteggiato da diverse società; sugli esterni gli arrivi di Zappacosta e Spinazzola, a centrocampo di Diawara e tra i pali lo spagnolo Lopez promuovono un mercato ancora capace di regalare un ultimo colpo.

Il rinnovo di Dzeko, affamato come non mai, è però la grande notizia dopo che per mesi è stato accostato all'Inter: con un bosniaco a livelli alti, la squadra giallorossa può davvero rientrare nel calcio che conta, mirando magari ad onorare la Coppa Uefa in cui partecipa in qualità di squadra che può arrivare in fondo.

Subito dopo la Roma, l’altra squadra della Capitale: come per il Napoli, la vera forza dei biancocelesti è la grande continuità. Inzaghi sempre in sella e pezzi da novanta che, a meno di offerte dell’ultim’ora, resteranno all’ombra del cupolone (Milnkovic su tutti).

Lazzari (già nel giro della Nazionale) e Vavro (difensore slovacco ex Copenghen) sono sicuramente profili funzionali al gioco di Inzaghi.

Se ci fosse la possibilità di prendere una seconda punta di respiro internazionale da affiancare a Immobile, la Lazio si potrebbe dire completa e assolutamente pronta per arrivare al quarto posto.

Attenzione, poi, alle Coppe: è detentrice della Coppa Italia di cui è un’autentica garanzia e la Supercoppa Italiana sarà un altro obiettivo stagionale.

Dietro alle romane, è d’obbligo inserire il Milan: la tradizione rossonera merita di essere annoverata tra le candidate al quarto posto ma, oggettivamente, appare molto meno accreditata delle romane.

La squadra si è affidata a Giampaolo, che avrà l’arduo compito di tenere la linea dritta: le indicazioni precampionato non sono state propriamente delle migliori e il mercato è stato quantomeno discutibile.

Gli arrivi forse troppo onerosi di Leao e Duarte, scommesse tutte da dimostrare, unite a talenti che possono dire la loro come Bennacer, Krunic e Hernandez.

La chiave di volta sarebbe potuta essere la cessione di Donnarumma, spesso accostato al PSG: le casse rossonere ne avrebbero beneficiato e magari si sarebbe potuto intervenire con dei colpi più adeguati (almeno sulla carta).

Il ritorno di Bonaventura potrebbe essere un’arma a sorpresa, mentre preoccupa l’andamento di Piatek: soprattutto da quest’ultimo dipenderà molto del campionato rossonero.

Obiettivo non troppo dichiarato è dunque la piazza Champions, ma, almeno, dovrà arrivare in Europa: due anni senza giocare una competizione continentale diverrebbero un problema enorme, anche per l’attrattività della società stessa, che pare essere ormai un team di secondo piano agli occhi degli stessi atleti.

 

OUTSIDER EUROPA LEAGUE

In questa categoria ho inserito le squadre che probabilmente non hanno la forza di arrivare a lottare per i primi quattro posti ma che con le mosse giuste potrebbero entrare in Europa dalla porta secondaria.

In primis ho inserito l’Atalanta: la Dea di Gasperini ci ha abituato a stagioni strepitose, spesso partendo in sordina. Anche quest’anno, sicuramente non parte con i favori del pronostico per ripetere l’eccezionale scorso campionato, ma di sicuro ha ormai una dimensione che la pone tra le squadre che in Europa devono tentare comunque di andarci.

L’impatto della Champions League sull’andamento in Serie A è tutto da valutare, mentre sul mercato sono state fatte delle operazioni importanti cercando di non stravolgere la base già rodata.

L’unica uscita eccellente è stata quella di Mancini, forse ancora da colmare con gli ultimi giorni della sessione estiva di mercato.

A centrocampo preso Malinovs’kyj, nazionale ucraino, mentre davanti l’arrivo di Muriel permette di avere un tandem niente male con Zapata.

Subito dopo, la nuova Fiorentina di Commisso: aver trattenuto Chiesa è stata probabilmente la pià grande manovra di mercato. Il talento, dopo una comprensibile delusione, sembra aver ripreso l’entusiasmo, visto che la squadra costruitagli attorno è di assoluto valore, oltre al fatto che un’ulteriore stagione con la titolarità fissa gli potrebbe tornare utile in vista di Euro 2020, prima del salto in una big. Montella ha finalmente a disposizione una rosa che ha risvegliato il popolo gigliato, dopo la tragedia che ha colpito tutto il mondo del calcio due stagioni fa e dopo un’annata con una salvezza ottenuta per il rotto della cuffia.

Tra i pali Terracciano, in difesa Lirola e Terzic, il rientro a casa di Badelj fino ai due grandi nomi dell’estate viola: Boateng e soprattutto Ribery.

L’arrivo del campione francese, sebbene a fine carriera, è sicuramente un lustro per la squadra del neopatron: adesso sarà compito dell’”aeroplanino” mettere insieme tutti questi nomi e assicurare un gioco dinamico che possa riportare Firenze in Europa.

La grande sorpresa potrebbe però arrivare dalla Sardegna: il Cagliari di Maran si attesta tra le più brillanti in sede di mercato e se la salvezza dovrebbe essere quasi un automatismo, l’approdo in Europa potrebbe essere la sfida più intigante.

Un centrocampo pazzesco, formato dal grande rientro di Nainggolan, Rog e soprattutto Nandez, già campione d’Argentina col Boca Juniors nella stagione 2017/18.

Con un Pavoletti che proverà a giocarsi le sue carte anche in vista degli Europei, il divertimento rossoblù sembra assicurato: ci si attendono grandi cose.

Infine, il Toro di Mazzarri. I granata, con un piede e mezzo fuori dalla fase a gironi della UEFA, dovranno rituffarsi per ripetere l’ottimo campionato disputato la scorsa stagione, magari andando a migliorare il piazzamento evitando i pericolosissimi spareggi.

Il mercato è stato praticamente inesistente e forse anche questo penalizza la squadra di Cairo rispetto alle altre possibili outsider.

Anche qui, però, la continuità, il valore di Mazzarri e di alcuni elementi (Belotti e Iago Falque su tutti, oltre alla garanzia Sirigu) e la tradizione del club, impongono di lottare per raggiungere un traguardo di spicco.

 

SALVEZZA TRANQUILLA

In questa area rientrano le genovesi e il Sassuolo. Il Genoa ha costruito una squadra interessante che, se mantenuta nel temibile mercato di gennaio per il Grifone e ben gestita da Andreazzoli, può togliersi anche qualche soddisfazione in più della semplice salvezza: i vari Romero, Zapata, Saponara e Pinamonti sono innesti che mixano la freschezza e l’esperienza necessaria per il torneo.

Per la Sampdoria un mercato privo di guizzi rilevanti, ma in sella è arrivato Di Francesco: potrebbe essere una stagione di transizione, prima di sferrare (magari anche con il passaggio di mano della società) un attacco alle zone europee, che dovrebbero essere obiettivo minimo per un club del lignaggio blucerchiato.

Garanzia assoluta Quagliarella: una stagione sui livelli della scorsa gli garantirebbe il pass per gli Europei.

Infine, tra le squadre oggettivamente che dovrebbero ottenere una tranquilla permanenza nella massima serie, ci rientra a pieno titolo il Sassuolo: i neroverdi di De Zerbi (mister dal futuro promettente) hanno dovuto fare i conti con gli addi di alcuni pezzi pregiati, a dimostrazione dell’egregio lavoro della società nel lanciare i giovani.

Demiral alla Juve, Lirola alla Fiorentina e Sensi all’Inter sono state delle perdite importanti, ma in entrata la squadra emiliana si è comportata più che degnamente: Obiang e Traorè hanno rimpolpato il centrocampo, mentre davanti il colpo grosso Caputo dall’Empoli potrebbe rivelarsi fondamentale per le sorti del torneo e anche dello stesso attaccante che merita a pieno titolo il palcoscenico maggiore.

 

SALVEZZA

Sette le squadre che ai nastri di partenza partono con il traguardo della permanenza: leggermente più avanti sembra partire il Bologna. Il dramma personale di Sinisa non impedisce al determinato tecnico di restare ufficialmente sulla panchina rossoblù.

Un mercato che ha visto protagonisti alcuni acquisti nel campionato belga; importante, inoltre, le conferme di Orsolini e Sansone.

Leggermente dietro, il Parma: i gialloblù hanno confermato molti elementi di spicco dell’annata precedente e hanno prelevato il talento di Karamoh dall’Inter, Brugman dal Pescara in difesa e in prestito Grassi dal Napoli.

La squadra terrà a battesimo la Juventus nel pomeriggio: sarà subito un debutto di fuoco.

Nella corsa salvezza troviamo poi le neopromosse Brescia e Lecce: le Rondinelle hanno riportato in Italia Balotelli, croce e delizia dell’ultimo decennio del calcio italiano. SuperMario, al meglio del suo potenziale e senza “colpi di testa” (a meno che non siano quelli che servono per insaccare il pallone), è un lusso per una squadra invischiata nei bassifondi. La sua voglia di riprendersi la Nazionale e l’intrigante coppia che formerebbe con Donnarumma, finalmente al meritatissimo esordio nella massima serie, unita al boom di entusiasmo portata dal colpaccio, potranno essere la chiave del raggiungimento della posizione salvezza.

Stesso entusiasmo, se non addirittura maggiore, al “Via del Mare”: il popolo giallorosso ha vissuto due stagioni fenomenali e adesso è tornata lì dove spesso ha vissuto grandi emozioni.

Mercato interessante: tra i pali è arrivato Gabriel, in difesa Dell’Orco, Rispoli e Rossettini; a centrocampo grande colpo con Tachtsidis mentre davanti gli arrivi di Lapadula e Farias per garantire i gol pesanti.

Il Lecce, a mio avviso, potrebbe salvarsi e se ingranasse potrebbe anche rivelarsi una delle sorprese del torneo.

Infine, tre squadre che al momento appaiono le più deboli a mio avviso e che dovranno lottare per ottenere la sudata salvezza, sebbene per motivi diversi.

L’Udinese sembra aver smarrito durante gli anni lo smalto che aveva portato i friulani addirittura tra le grandi d’Europa e comunque costantemente in corsa per piazzamenti interessanti.

La costruzione del nuovo stadio avrebbe dovuto rappresentare un propulsore ma qualcosa non sta andando come dovrebbe: è come se ci fosse carenza di entusiasmo.

Sulla carta, la squadra si dovrebbe salvare senza problemi: un centrocampo con Fofana, Mandragora e Barak; un attacco con il neoarrivato Nestorovski che si affianca a Lasagna, fino alla stella De Paul, che al momento è ancora con la casacca bianconera addosso, anche se un talento simile probabilmente potrebbe essere il colpo last minute di qualche squadra più ambiziosa.

Dunque, non è tecnico il problema: il punto è che bisogna cercare di ritrovare gli stimoli che hanno reso l’Udinese un modello.

Problemi invece di carattere assolutamente tecnico per SPAL ed Hellas Verona: i ferraresi hanno fatto qualche colpo degno di nota (Murgia e Fares) ma ha perso Lazzari.

Gli scaligeri di Juric sono invece la squadra più debole del torneo: partire da neopromossa tramite play/off è da sempre un grande ostacolo. Vedremo se riusciranno a invertire il trend.

 


E adesso, come sempre, la parola al terreno di gioco.

Buon campionato a tutti!