Sembra passata un'eternità eppure non sono nemmeno due mesi che ti ho lasciata, sotto un cielo grigio e coperto di nuvoloni, quando nello spogliatoio sono rientrati i campioni.
Tutto un silenzio, un campo vuoto, vuoto di tutto. La prima settimana è passata con la speranza di rivederti dopo sette giorni, e sette giorni dopo la speranza era quella che non scendessi in campo per il pericolo in costante aumento. Molto spesso ho dimenticato che io, Bonucci e Chiellini siamo tutti umani uguali e da umani dobbiamo essere allo stesso modo a casa, quindi devo essere sincero ho sperato che si chiudesse per un anno intero.
Quando la pandemia cresceva, sentivo gente che diceva "Il calcio non va fermato perchè non è una cosa grave", poi ha pianto per la gente in ospedale, gridando ai quattro venti, rimanete in casa che questi non sono tempi. Il divertimento di correre dietro ad un pallone, di vedere quel bicolore esultare o piangere di rabbia, si è fermato contro questa nebbia invisibile che fa male, troppo male.
Adesso non so che squadra tifo, se davvero il mio pensiero sta dietro a questo schifo che si chiama 'Giocare per forza' perchè altrimenti i soldi non girano,perchè molti giocatori che si sono tagliato lo stipendio alla fine qualcosa lo prendono lo stesso.

Mia cara Juve devo metterti da parte, mi ha fatto male, ma tu sai le circostanze che versa la nostra cara Italia, quindi non prenderlo come un tradimento, anzi credo ci sia tempo per tornare a festeggiare e piangere vittorie o sconfitte con o senza dolore.
Oggi la mia fede divisa, deve stare più in quel segno della croce che ogni mattino guardando la madonnella rivolgo a tutti quelli che lavorano o stanno in barella, loro adesso hanno bisogno di più vicinanza, nella speranza che tutto finisca presto.
Non avrei mai pensato che dalla terza settimana la parola Juve non è più uscita dalla mia bocca, anzi non rientrava nemmeno nell'anticamera del cervello pensare al quando si sarebbe tornato in campo o agli acquisti dell'estate, e tu sai che io sono il primo estimatore del calcio, del calcimercato e tutto quel che concerne.
Mia cara Juve, ho sempre sperato che questo campionato fosse annullato in modo definitivo, perchè credo fermamente che la vita della gente sia molto più importante di correre dietro ad un pallone per far felice qualche riccone che sta perdendo soldi a profusione.
Mi sdegno ancora una volta quando sento "Noi vogliamo lottare per lo scudetto. Torneremo ad allenarci" un presidente biancoceleste, che non nomino perchè mi fa schifo il solo nominarlo al solo pensiero.
Io ti ho amata e ti amo ancora, ma adesso devo lasciarti in sordina, perchè la vita e il pensiero da queste quattro mura mi tiene affacciato su un vuoto cosmico e silenzioso che si chiama Italia. Non sento voci, non sento quel gridare, chiamare a distanza, ma solo ambulanze che portano la gente, che da un giorno all'altro si sono ritrovate infette, anche senza mai varcato la porta di casa per uscire.

Tu mi perdonerai, ma ora dopo quasi due mesi ho sentito il bisogno di pensare ad ogni paziente ad ogni dottore, infermiere, che ogni giorno lotta per aiutare un italiano che deve vivere, che deve tornare a casa in buona salute. Non c'è tempo di pensare ad altro, non c'è tempo di far passare per buono il solo sentire che sta diminuendo il tutto, che tra poco la gente potrà tornare in strada, perchè non è così. Mi dispiace vedere ancora gente in strada senza protezione, però si pensa al pallone, mi dà fastidio il sentirli lamentarsi del mangiare, ma al calcio non sanno rinunciare.
Gente che piange perchè non ha più un lavoro, ma del pallone sanno il fatto loro. Come far capire che parlare di calcio in questo momento è uno schiaffo a chi sta soffrendo tra le mura che non sono di casa sua, mentre la famiglia piange e dispera perchè potrebbe andar via l'amore di una vita intera.
Non ti offendere, anzi penso capirai, che vederti non mi stancherà mai, ma ora non ho voglia di nominarti, non ho voglia di vederti, non ho voglia di sfogliare i vecchi ritagli, non ho voglia di vedere qualcosa che mi porta emozione nel vederti correre dietro ad un pallone. Io credo ci sia un tempo del ritorno, ma non ora, non domani, non tra un mese. Tu devi tornare quando tutto questo clamore, che questo 'Bastardo' ha portato nel mondo non sparisca nell'inferno più profondo. Il calcio non deve tornare fin quando tutto questo non lasci anche l'ultimo paziente o persona non sia tranquillo in questa vita nuova, che spero arrivi il prima possibile, che spezzi le catene che ci tengono bloccati e inermi davanti ad un nemico invisibile.
Quindi cara Juve non pensare che ti sto abbandonando, non credere che mi stia scordando di te, ma ora ho solo voglia di pensare alla nostra popolazione, e dopo vedrai che torneremo tutti a correre dietro a quel pallone che si chiama felicità, ma per ora voglio restare vicino alla mia gente, a quel dottore infermiere che lavora per 24 ore senza mai fermarsi, stremato che non si regge in piedi ma che sa che ogni secondo è vitale e non si lascia andare a stanchezze varie. Voglio pensare a quelle persone che sono in un letto d'ospedale, ai loro cari che stanno a pregare, tra pianti e davanti all'ipocrisia di quella gente ignorante che contina a fregarsene e gira senza nessuna protezione, ma in questo caso non sarebbero da arrestare? Altro che denunce, perchè vanno per le strade anche infetti a portare cani o incontrare altri affetti. Adesso non abbiamo bisogno di divertimento, anzi se lo vogliamo lo troviamo nelle nostre quattro mura, con la famiglia e qualche risata, non c'è bisogno di televisione che continua a spezzarci il cuore, ma di tranquillità e unione, la forza nostra come diciamo spesso è la Famiglia unita, ecco ora quell'unione forzata che sia è divenuta un'armonia, che ad oggi non vorremmo spezzare, almeno fin quando l'ultimo cuore non sia ristabilito e torni il sorriso.
Allora in quel tempo che quel sospiro sarà tranquillo, possiamo ritornare a dirlo "Forza Juve!".



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