In che anni sei nato, tra gli anni '70 e gli anni '80?
Allora sei nato sotto il segno del Subbuteo!

Avevo poco più di 6 anni quando mio cugino per il compleanno mi regalo il Subbuteo, sono sincero non ne avevo mai sentito parlare quindi era un qualcosa da sperimentare e già dalla scatola mi intrigava. Era una giornata che piovosa e quindi la cosa da fare era spacchettare il regalo e vedere di cosa si trattasse. Le tre squadre all'interno erano; Italia, Francia e Argentina.
Come di consueto era una decisione assai facile da italiano e patriota bambino che ero e quindi presi l'Italia e mio cugino scelse il Brasile, stendemmo il telo verde in terrae distesi ognuno sul proprio lato a pancia sotto posizionammo le squadre, ricordo che feci un normalissimo 4-4-2 anche perchè ai tempi in Serie A si giocava soprattutto in quel modulo, il portiere aveva un direzionale che fuoriusciva dai suoi piedi e finiva dietro la porta, a proprosito della porta peccato che era mobile quindi facilmente catapultabile nel movimento veloce per parare. La palla era poco più grande di una biglia, il telo per la prima giocata resto 'ciancicato' (stropicciato). In che consisteva questo gioco? La palla si decideva alla conta e poi si posizionava davanti al giocatore della squadra a centrocampo, poi con una schicchera con il dito medio, almeno nel mio caso la forza era maggiore nel terzo dito, si colpiva giocatore e pallina.
La cosa che mi colpì fin da subito era il giocare una vera e propria partita, con la voce facevamo uno il pubblico e l'altro la telecronaca a seconda della squadra che era in possesso di palla. E i nomi? Beh potevamo utilizzare quelli che in quell'anno erano spesso convocati dai vari CT delle nazionali ma quando non ricordavamo chi era il giocatore in questione ci inventavamo di sana pianta i nomi e così mentre si giocava uscivano fuori nomi dal reale all'inventato "Peruzzi passa la palla a Torricelli che la gira a metà campo a...a....Albinone...." " E chi è Albinone?" e giù le risate.

Poi un giorno il mio papà, con una vecchia fodera di un mobile gettato poco prima, c'inchiodò il telo che così sembrava un vero e proprio campo, dopo che la mamma lo aveva stirato con cura ponendogli tra telo e ferro da stiro un lenzuolo, per non far diventare quel prato verde da calcio in un campo di stampate a forma di triangolo bruciate. Le porte si trovò sempre un rimedio; due fori sulla fodera e due fascette ben strette che la tenevano salda al 'terreno' da gioco.
C'erano giorni che da solo mettevo in campo le squadre e via a campionati veri e propri con tanto di classifica che cambiava ogni giorno, pensare che in un quaderno scritto allora c'erano campioni d'Italia che in realtà non hanno mai vinto nulla, un anno il Messina staccò la Juventus per ben 20 punti, l'anno successivo il Lecce tramortì il campionato vincendole tutte.
Le giornate brutte di pioggia da quel giorno avevano soltanto un nome: Subbuteo. Ricordo che ne ero gelosissimo tanto che quando finivo di giocare lo riponevo sopra l'armadio coprendolo con un lenzuolo per confondere la sua presenza a gli occhi di amici e cugini vari. Passai almeno 5 anni dietro a quel Subbuteo fino all'inizio della scuola media, quando prima lo studio e poi le uscite con gli amici, pian piano me lo fecero dimenticare sopra l'armadio.

Dopo una decina di anni, con il trasferimento nella mia nuova casa, ripulendo il tutto presi la scala ed arrivato sopra all'armadio tra le varie cose c'era quel lenzuolo che copriva quel gioco magico, lo presi con cura e dopo essere sceso dalla scala lo poggiai sulla scrivania, e tolto il lenzuolo l'emozione prese subito il sopravvento, dentro c'erano ancora dei piccoli pizzini con scritte le sostituzioni, i gol e l'ultima classifica che determinava il Napoli come campione d'Italia e addirittura Milan, Inter e Juventus retrocesse in Serie B. Così presi quella pallina incelofanata la posizionai a metà campo e per dieci minuti buoni tornai quel bambino che all'apertura di quella scatola mai vista prima aveva trovato un gioco fantastico e un passatempo che al tempo d'oggi nessuno prenderebbe in considerazione quanta tecnologia e console sono presenti.

Oggi a distanza di tantissimi anni dai miei 6-11 anni, penso che ai miei tempi il divertimento era veramente bello, la tv la si vedeva soltanto un'ora, il tempo dei cartoni animati, poi o si scendeva a giocare in strada oppure si restava in casa a fare la 'guerra' con soldatini, corse sfrenate con le macchinette o semplicemente giocando una partita o tante partite al Subbuteo, e per questo non smetterò mai di ringraziare i miei genitori per non avermi regalato al tempo le prime console, ringraziare il tempo che non fece uscire la tecnologia aggressiva che c'è stata pochi anni dopo e che ancora oggi è in continua espansione, e a Dio come sempre per la felicità che ha dato a quel ragazzino e a tanti ragazzini di quel tempo, lasciando libera la mente da ore incollati davanti alla tv o ad un cellulare, cosa che oggi purtroppo tanti bambini già in tenera età fanno per colpa dei propri genitori.