Da 22 a 19, da 19 a 22: nel giro di una ventina di giorni, il numero delle partecipanti alla Serie B 2018/2019 è stato ripetutamente stravolto. In principio, a metà agosto il presidente della Serie B, Mauro Balata, stupisce tutti imponendo la partenza del Campionato cadetto a 19 squadre, alla luce soprattutto dei drammatici fallimenti di piazze blasonate e calorose come quelle di Avellino, Bari Cesena. Una scelta, quella di Balata, parzialmente condivisibile, ma totalmente sbagliata nei modi e, soprattutto, nei tempi: cambiare il format di una competizione così importante non solo è anticostituzionale - le prerogative del presidente di B sono ben altre, non ha la facoltà di modificare in corsa la struttura del torneo -, ma è anche e soprattutto sbagliata perché la si impone alle società a nemmeno un mese dall'inizio delle partite, mancando quindi il tempo materiale per potersi organizzarsi al meglio. Ecco perché la decisione di Balata - peraltro avvalorata dal Commisario Straordinario della FIGC, Roberto Fabbricini - assomiglia ad una specie di "colpo di mano", uno di quei golpe tipici della componente politica e sociale.

In data odierna, il Collegio di Garanzia del CONI accoglierà i ricorsi di Siena, Pro Vercelli e Ternana, ovverosia le squadre meglio posizionate nella speciale graduatoria dei ripescaggi. Con una minuscola finestrella aperta anche per la Virtus Entella, le cui speranze sono tuttavia ridotte al lumicino. Il Campionato cadetto - originariamente composto da 22 club e successivamente ridotto a 19 - tornerà quindi al suo aspetto originale, falsando completamente un torneo che (è bene ricordarlo) è già alla terza giornata. 

Un abominio. Uno scempio. Una vergogna che non si era mai vista nella storia del calcio; non solo di quello italiano, ma credo pure di quello europeo e mondiale. La storpiatura evidente in tutta questa storia interesserà in primis il calendario. Bisogna infatti recuperare le partite delle tre squadre subentranti e l'opzione maggiormente caldeggiata parrebbe essere quella di aumentare i turni infrasettimanali. Che diventeranno addirittura 8, in quanto in Lega si è unanimemente deciso che la Serie B non dovesse giocare durante la pausa per la Nazionale: le uniche date disponibili sono perciò quelle feriali. Si creerà di conseguenza un ingorgo pazzesco di partite, in un campionato già di per sè scadente dal punto di vista tecnico: giocare così spesso ogni tre giorni non stimolerà di certo lo spettacolo. Prepariamoci quindi ad assistere alla solita sfilza di 0-0...

A rendere paradossale, quasi kafkiana, una situazione già complicata ci penseranno tutte quelle società pronte a dare battaglia (legale) qualora venissero escluse dal ripescaggio. Una su tutte? Il Catania del mai domo Pietro Lo Monaco che, sentitosi pesantemente defraudato, ha denunciato Fabbricini per abuso d'ufficio e prontamente depositato l'istanza ricorsuale presso la Procura di Roma, promettendo inoltre di non darsi per vinto finché giustizia (dal suo punto di vista) non sarà fatta. Fabbricini e Balata pagheranno per gli errori commessi, ma permettetemi di spezzare una lancia in loro favore: la dimensione perfetta del Campionato di B è a 19 squadre; più di queste non le regge, figuriamoci 22... Ne va a discapito dello spettacolo, del bel gioco. Dell'aspetto tecnico, insomma. Le assoluzioni per i due, tuttavia, si limitano a questo. Balata e Fabbricini avrebbero dovuto fare la cosa più saggia ed ovvia: aspettare prima di dare il via alla stagione, facendo chiarezza e sbrogliando la matassa dei ripescaggi. Ora è troppo tardi. La Serie B è ormai un campionato sportivamente morto, tecnicamente scarso e strutturalmente falsato. 

Concludo lanciando un accorato appello a tutti gli appassionati di calcio, che nel nostro paese certamente non mancano: visto che ai "piani alti" non si decidono a risolvere questo caos una volta per tutte, prendiamo noi di petto la situazione boicottando televisioni e stadi. Il motore trainante del sistema pallonaro sono i tifosi, e senza di loro il calcio non avrebbe motivo di esistere. Colpita nella cosa a cui tiene maggiormente (i soldi), sono certo che l'eminenza grigia della Federazione Giuoco Calcio s'impegnerebbe alacremente per risolvere questa situazione caotica. Che va avanti ormai da decenni e che è la causa principale della decrescita e della crisi strutturale in cui vessa l'italico pallone. La mia è ovviamente una boutade utopistica; auspico comunque che, in tempi brevi, trovino finalmente l'antidoto che curi definitivamente il nostro, moribondo calcio.

Nelle prossime settimane ne vedremo delle belle. O meglio, per chi ama il calcio come il sottoscritto, delle "brutte"...