Giocare a calcio e vincere è un'azione che si applica ormai da anni; lo abbiamo visto con l'Ajax e il Barcellona di Crujff, il Barcellona di Guardiola. L'esempio più concreto di calcio propositivo in Italia non può essere che il Milan di Arrigo Sacchi.
Sacchi ha allenato i rossoneri dal 1988 per 4 stagioni. I risultati sono ottimi: uno scudetto, una supercoppa italiana, 2 coppe dei campioni , 2 intercontinentali e 2 supercoppe europee. La prima stagione, che vede trionfare il club di Berlusconi in Italia, è l'inizio di un vero e proprio ciclo. Il presidente acquistò e l'allenatore creò l'intesa; facendone uscire una squadra che dominò a livello europeo e mondiale. C'è una cosa che caratterizza l'allenatore in questione: a lui non interessava solo vincere, ma vincere dominando sempre. Sacchi ci riuscì e come; facendo del fuorigioco e del pressing i due elementi fondamentali per il suo gioco. Aiutato molto dalle caratteristiche individuali dei giocatori, il mister adatta degli schemi perfetti e fu il primo in Italia a vincere uno scudetto con la linea della difesa a metà campo: questo ovviamente grazie anche a Baresi; considerato il primo difensore moderno del calcio italiano. Aggiungiamo che a comporre l'organico di quella squadra, c'erano giocatori del calibro di Gullit e Van Basten, Costacurta, Ancelotti, Riijkaard altri.

Perché riporto questo piccolo pezzo di storia? Oggi, in Italia, quasi nessuno adotta uno stile di gioco simile e per di più ci sono allenatori e opinionisti che fanno passare quel tipo di calcio una cosa senza valore. Nell'ultima settimana, Massimiliano Allegri ha subito più critiche del solito, perché? Perché è inaccettabile che ancora oggi si ritenga che gli schemi nel calcio sono poco importanti. Ricordo delle liti lite tra i 2, proprio inerente a questo tema, dove Sacchi discusse la sua sulla prestazione oscena in campo della squadra allenata da Max; ma ovviamente, come ancora oggi accade, lui non ne ha voluto sapere non ammettendo i suoi errori; facendo come sempre il presuntuoso. Ma mettendo da parte questa storia, ieri Arrigo Sacchi ha ricevuto il Premio del Presidente Uefa " per le infinite innovazioni tattiche che ha introdotto e che ora sono le basi di qualsiasi manuale del calcio" (queste le parole di Ceferin, presidente dell'Uefa).
Lo stesso Ceferin ha aggiunto che il calcio può essere distinto in due epoche diverse: pre e post Sacchi. Durante la cerimonia, il celebrato ha riportato la sua sulla sua filosofia e i suoi vantaggi (mandando secondo me una frecciatina a qualcuno).
Le sue parole sono state: "Il calcio è spettacolo, fare squadra è oltremodo complicato, ma i risultati si ottengono con il lavoro del collettivo. Nel calcio serve evoluzione continua, perché il mondo va ad una velocità supersonica e questo vale anche per il calcio". In particolare sul suo Milan, ha aggiunto che ai suoi calciatori, nell'ultimo anno in rossonero, disse: "adesso siete maestri, non giocherete mai più così". Inoltre, cosa importante, l'ex allenatore ha sottolineato giustamente che all'estero quasi tutti cercano di imitare il suo stile , a differenza dell'Italia, dichiarando che se non si cambia mentalità, questo sport non darà più emozioni."

Penso che le parole di uno che ha vinto tutto ciò che si poteva vincere a livello internazionale, facendolo in maniera eccellente sul piano tattico, valgano più di quelle di allenatori che pur allenando squadre forti; riportano un calcio poco brillante; ma soprattutto senza idee . Credo che  il paragone Allegri-Lippi , Allegri-Klopp o Allegri-Guardiola è imbarazzante; la presunzione del livornese( o di chiunque la pensi come lui) non può competere con colui che è ritenuto colui che ha rivoluzionato questo sport.