Secondo quanto riportato negli ultimi giorni, l'Uefa risarcirà i tifosi coinvolti negli scontri avvenuti lo scorso 28 Maggio all'esterno del Saint-Denis di Parigi in occasione della 67esima finale di Coppa dei Campioni, che ha visto come sfidanti Real Madrid e Liverpool. L'Uefa è considerata l'unica responsabile ed è pronta quindi a ripagare coloro che furono coinvolti negli incidenti. A richiedere risarcimento sono stati 3000 sostenitori dei Reds, che se prima erano considerati i capi espiatori del disagio avvenuto, oggi invece sono tutelati dal comunicato riportato da uno dei legali dell'organo massimale del calcio europeo. Tale comunicato, riporta le seguenti parole: "Le scuse sono solo un inizio ma non sono abbastanza. Vogliamo che i nostri clienti, insieme a tutti gli altri tifosi coinvolti, che si sono dimostrati irreprensibili, vengano risarciti per il trauma psicologico e fisico che hanno subito quel giorno e per il successivo trauma ricevuto dopo l'evento quando le autorità hanno continuato ad incolpare loro". A non voler fare sconti all'Uefa è lo studio legale Leigh Day. Quest'ultimo sostiene, giustamente, che la Federcalcio europea non ha garantito un ambiente sicuro per chi partecipò all'evento, e tutto ciò porta responsabilità legale verso i coinvolti negli incidenti.

Il sottoscritto ritiene assolutamente inaccettabile ciò che è successo in quel di maggio. All'Uefa interessa che i civili partecipino serenamente loro manifestazioni? Mi viene un grosso dubbio, anche perché un episodio molto più grave di quello in questione, accadde nel 1985, allo stadio Heysel di Bruxelles. A malincuore, ora, voglio soffermarmi su questa tragica vicenda. Come anticipato, l'organo massimale del calcio europeo è giusto che paghi legalmente per quanto accaduto 8 mesi fa e ritengo che sia il minimo scrivere un comunicato con delle scuse rivolte alle vittime. Mi chiedo però come mai non è stato fatto nulla di simile nei confronti delle famiglie che hanno visto morire 39 persone. Mai una scusa, mai per i responsabili. Come molti di voi sanno, i protagonisti di quel sanguinoso scenario furono gli inglesi. Di codesti, solo 14 furono condannati a 3 anni di reclusione con 5 di condizionale. Morale della favola? Nessuno di loro fu messo in carcere. Anche per quanto le associazioni calcistiche belghe furono salvate come se nulla fosse. Giusto qualche membro fu condannato con la condizionale, di conseguenza anche loro non hanno scontato la pena.

L'Uefa se ne lavò le mani delle vittime dell'Heysel, tutt'oggi lo fa. Imbarazzante che ancora oggi le famiglie delle persone scomparse non abbiano ricevuto delle scuse. Jacques Georges, ad allora presidente della Federcalcio europea, non prese assolutamente provvedimenti e ad oggi lui, tutti i componenti dell'Uefa sono ritenuti irresponsabili. In sintesi, le 39 vite scomparse furono coinvolti in un incidente casuale, dove polizia e le istituzioni in quel momento non potettero far nulla per fermare l'attacco degli hooligans. Tutt'ora comunque, oltre alle scuse, non viene mai rivolto un pensiero da parte di Ceferin o altri individui. La finale di Champions tenutasi lo scorso anno si è disputata proprio nell'anniversario degli incidenti di Bruxelles di 27 anni prima. Minuto di silenzio? Una semplice frase in memoria delle molteplici persone scomparse? Ovviamente no. È giusto che paghino per i fatti accaduti poco meno di un anno fa a Parigi, ma tutt'ora fanno orecchie da mercante se si parla di quel famoso 28/05/1985.