Quando leggo o sento pronunciare il cognome Agnelli dovrei pensare ad Andrea, ma in realtà la testa mi riporta l'immagine di un altro membro della nota famiglia; ovvero l'Avvocato.
Non ho per niente vissuto la sua figura. Quando scomparve, avevo appena 2 anni e 6 mesi. Ma per fortuna esistono i documenti, le storie, i video e tutto ciò che vogliamo per studiare i personaggi del passato e per ammirare le loro imprese e il loro amore.
L'amore per la Juve da parte di Gianni Agnelli era smisurato
; il destino volle estremamente che facesse parte di questi colori. Quando aveva due anni, suo padre (Edoardo Agnelli) divenne presidente della società torinese, mentre a 15 anni ne diventa membro assumendo un ruolo nel Consiglio di amministrazione.
È nel 1947 che diventa presidente della squadra bianconera; un incarico che lo vedrà impegnato sino al 1954. In quegli anni, arrivarono in casa Juve 2 scudetti; e proprio come il padre Edoardo, l'avvocato ingaggiò diversi campioni: Giampiero Boniperti su tutti.
Quando termina la pratica di presidente, non lascia di certo il club: diventa presidente onorario svolgendo attività importanti all'interno della dirigenza. Questo fino al 1994, quando decide di lasciare interamente i suoi compiti al fratello Umberto.
L'avvocato negli anni che lo hanno visto dietro le quinte della Juventus ha portato grandi campioni: Platini e Del Piero ad esempio, giusto per citarne un paio. Riguardo sempre i giocatori, Gianni amava dare loro dei soprannomi, come ad esempio con Alex, ribattezzato Pinturicchio, a causa delle sue giocate e le sue reti.
Ma lasciatemi riportare una frase che mi fa ammirare molto l'avvocato, una citazione che dovrebbe essere incisa in ogni parete dell'Allianz: "Per noi la maglia conta più dei nomi".

Con l'Avvocato mai nulla era fuori luogo; e non credo siano coincidenze. La stessa nel periodo in cui ci fu Umberto Agnelli ai vertici del club. Da quando non ci sono più loro è come se un qualcosa sia cambiato.
Come ben sappiamo, al comando della Juventus da diverso tempo c'è John Elkann, nipote di Gianni. Dopo ciò che è accaduto nel 2006 e ciò che sta accadendo oggi, confermo ancora il mio pensiero: la nostra Juve è diventata un giocattolo. Di una cosa sono certo: l'Avvocato avrebbe dato anima e corpo per tutelarci, sia nel periodo di Farsopoli, che in quello corrente. Aggiungo che Gianni non avrebbe mai permesso di far operare all'interno del club soggetti come Fabio Paratici; per citare uno dei tanti. 

Gianni Agnelli per la Juventus ha dato l'anima. Il suo sogno era quello di portare la Juventus ai vertici del calcio europeo. Quando venne acquistato Platini, gli disse: "Michel, io ti ho portato a Torino perché voglio vincere la Coppa dei campioni". E ci riuscì; 2 anni dopo la sconfitta nel 1983 contro l'Amburgo, Platini e compagni conquistano l'Europa nel maggio dell'85; serata però tutt'altro che di festa vista la tragedia causata dai tifosi inglesi.
Lo stesso Umberto, nella sua epoca da presidente, conquistò scudetti, una Champions ed altri trofei: la Juventus aveva fame e otteneva massimi risultati anche oltre il confine.

L'Avvocato è famoso anche per le sue frasi che riguardano lo sport e la Juventus: "Prima della partita sono sempre nervoso, dopo quasi sempre soddisfatto." Non fu una frase solo di circostanza, quelle erano sensazioni vere. Basti pensare che quando era fuori per lavoro, non potendo andare quindi allo stadio per vedere la sua squadra, telefonava per sapere cosa stesse facendo la sua Juventus; interrompendo magari riunioni di lavoro.
"Di stile Juve parlano gli altri, non noi". Una frase che mi rimarrà impressa avita. Questa storia dello stile Juve ha alquanto stancato e come conferma l'Avvocato stesso, non è nata nell'ambiente bianconero, ma fuori. Un ulteriore sua citazione che non può mancare è la seguente: "Mi emoziono perfino quando leggo in qualche titolo di giornale la lettera J. Penso subito alla Juve."

Ho voluto omaggiare con questo articolo Gianni Agnelli a 20 anni di distanza dalla sua scomparsa. Con la speranza che in futuro la Juventus abbia come proprietari, presidente o semplicemente personaggi in società, che riportino la juventinità, cosa che Andrea Agnelli e suo cugino Elkann non hanno la minima idea di cosa sia. Questi soggetti guardano solo i propri interessi e hanno trattato/trattano la vecchia signora come una semplice azienda che deve effettuare le giuste entrate; pensando appunto esclusivamente alle loro tasche.

"Amo il calcio, forse lo troppo, a tal punto da mettere in secondo ordine le alternative domenicali. Sì, amo molto questo sport che non ha rivali".
Gianni Agnelli