Ci sono personaggi, tra cui calciatori, che non vengono ricordati principalmente per il loro talento e per i loro successi, ma bensì per le vicende che hanno caratterizzato la loro vita.
Poi ci sono coloro che hanno mixato entrambe le cose: di loro se ne parla sia per ciò che hanno dato con le loro qualità di gioco, sia per le avventure di vita privata. Tra questi personaggi, non può che esserci George Best, il quinto Beatels.
Best ha veramente fatto parlare di sé, sia per il suo essere campione, sia per il modo di approcciare alla vita. Il vizio estremo per le donne e l'alcolismo hanno reso lui un personaggio iconico, e da amante del calcio mi fa storcere il naso che lui venga conosciuto solo per le sue ossessioni che lo hanno portato alla morte a soli 59 anni.
In questo articolo non voglio riproporre la sua carriera, ben conosciuta da tutti, ma parlarvi di quando realizzò il suo sogno con la maglia dello United.

Facciamo un salto indietro, ancor prima che George approdi a Manchester. Nel febbraio del 1958, i Red Devils sono in partenza da Monaco di Baviera, reduci da una semifinale di Coppa dei Campioni. L'aereo ha problemi nel decollare e al terzo tentativo di partenza, senza prendere quota, tocca una velocità elevata al punto di schiantarsi contro un capannone con all'interno una cisterna di carburante. Quest'ultima, non poté che causare l'esplosione. A sopravvivere a quel tragico incidente, furono diversi membi, tra cui il capitano (Bobby Charlton) e l'allenatore (Matt Busby).

È la stagione 1962/63 e dello United scomparso anni prima a Monaco di Baviera, ne sono rimasti solo 2 interpreti: ovvero Charlton e mister Busby. Il nostro caro Geroge Best, che milita nelle giovanili, prova per entrambi ammirazione: soprattutto per il tecnico: lo vede come un Dio. Nella stagione corrente, in campionato i risultati sono negativi, ma a far tener alto il morale è la conquista della finale di FA Cup. È prevista a Wembley, come al solito, e per tradizione i Red Devils portano ad assistere al match tutto lo staff, tra cui appunto il ragazzino irlandese che diverrà leggenda. Il 25 maggio, si disputa la finalissima e lo United trionfa 3 a 1 ai danni del Leycester. Il giorno dopo, a causa di poco spazio sul bus della squadra, i giovani dello staff sono invitati ad assistere alla sfilata dei vincitori dal balcone del comune di Manchester. Best esulta e urla di gioia, come se tra i componenti di coloro che hanno trionfato in campo ci fosse anche lui, sentendosi un Re. Tutto questo però, non sapendo che un giorno sarebbe diventato Re veramente, e non solo d'Inghilterra…

Il 1968, è un anno memorabile per via di numerosi eventi. Best è ormai un punto fermo della prima squadra; a cui gli si è aggregato dal 63. Lo United, campione d'Inghilterra, vuole dimenticare le sconfitte in Coppa dei Campioni che nelle ultime edizioni l'hanno visto sfiorare il trofeo per un pelo. Il sogno di tutta la squadra, ma altrettanto di Matt Busby e di George. Il 29 Maggio di quell'anno, i Red Evils superano l'irreprensibile Benfica per 4 a 1 e si laureano campioni d'Europa. Dopo il triplice fischio George gioisce con i suoi compagni, inconscio di ciò che ha appena realizzato. Il giorno dopo, sfilando per la città, Best torna ad essere quel bambino che anni prima guardava la squadra esultare per la vittoria in FA cup, realizzando che ora lui ha scritto la storia rendendosi protagonista. Qualche mese più tardi , il quinto Beatels conquista il continente anche individualmente con l'assegnazione del pallone d'oro.

Sono affascinato dalla storia del Manchester United, ma altrettanto da quella di Best. Un ragazzo umile con i propri sogni; ottenuti attraverso il talento e la voglia di rendersi protagonista. Tutto ciò che accadde dopo, purtroppo, è arrivato per molteplici motivi. I difetti da lui avuti lo hanno reso campione per un tempo molto ristretto. Ma la storia di lui da bambino, dove calcia un pallone per le strade di Belfast e ama guardare i match del Wolverhampton (ai tempi una delle big d'Europa), ha un qualcosa di speciale che rende affascinante la storia della leggenda irlandese. Pochi anni da campione, ma abbastanza per essere considerato uno dei migliori della storia. Sarebbe stato epico per lui se non fosse stato afflitto da alcolismo, ma lasciatemi dire che ciò ha portato anche i suoi buoni frutti. L'amore per i bambini, il tour nelle scuole e nei centri in cui risiedono ragazzi afflitti da handicap mentali e fisici.

Voglio ricordare George Best per diversi fattori e storie riportate in questo testo. Far passare l'irlandese per un semplice calciatore ubriacone mi pare alquanto prematuro. Un consiglio che voglio dare agli amanti del calcio è di leggere le storie di questa leggenda; una leggenda troppo sottovalutata e sminuita a causa dai suoi problemi, sul quale credo si faccia troppa ironia.

"Al quinto minuto prendo la palla, salto due uomini, ma non punto la porta, punto il centro del campo, dove è Cruyff. Gli arrivo davanti, gli faccio una finta, un tunnel e calcio via il pallone. Lui si gira e gli dico: 'Tu sei il più forte di tutti, ma solo perché io non ho tempo'.
George Best