La Superlega è ormai è oggetto di discussione per noi appassionati di calcio. Se fino a poco tempo fa c'era scetticismo per la mancanza di meritocrazia, oggi qualcuno sembra cambiar parere sul torneo con a capo Perez. Questo perché sono arrivate, negli ultimi giorni, ulteriori conferme sul far qualificare i club attraverso il campionato, senza creare un sistema chiuso. Aria positiva di freschezza gira per l'Europa, in attesa ovviamente della sentenza che si terrà a Lussemburgo, presso la Corte Costituzionale europea. Come abbiamo detto in uno degli articoli precedenti, la sentenza stabilirà se quello dell'UEFA è un monopolio o meno. Se non verrà considerato tale, l'avvio della Superlega potrebbe essere inevitabile.

Voglio portarvi indietro nel tempo, negli anni '50. In questo decennio prese avvio la Coppa dei Campioni, o meglio, la Champions League.
Ad oggi, è la competizione per eccellenza a livello di club, è la coppa più prestigiosa che una società calcistica europea possa mettere in bacheca. Eppure, la tanto amata competizione, prima della sua nascita e nelle sue prime manifestazioni, era un vero e proprio oggetto di dibattito e discussione.
È il 1954 e in vigore ci sono diverse competizioni europee, come la Coppa dell'Europa centrale e la Coppa latina. Tornei continentali che consentono la partecipazione alle squadre di determinate nazioni; le divisioni erano realizzate per area geografica. In quel periodo, il Wolverhampton è una delle squadre più temibili e per la stampa inglese è la squadra più forte d'Europa, se non del pianeta. I quotidiani francesi scatenano un dibattito: chi è più forte tra Milan, Wolverhampton e Real Madrid? Ad allora, erano queste coloro che venivano considerate le migliori. Fu così che Gabriel Hanot, direttore del giornale francese L'equipe, propone a FIFA e UEFA la creazione di un campionato composto dalle migliori squadre di tutto il continente.

I due organi massimali del calcio internazionale vanno contro l'idea. Ad essere contrari, c'è anche un campionato in particolare: quello inglese. Il quotidiano francese per eccellenza non rinuncia al progetto e organizza riunioni private con i direttori di alcune società europee. Con gran parte dei club favorevoli alla competizione, la FIFA si trova con le spalle al muro e obbliga di organizzare il tutto all'UEFA. Quest'ultima, non era convinta semplicemente per paura di trascurare troppo i campionati nazionali. Di conseguenza, si decide di far partecipare una sola società per nazione ed ognuna di queste si affronta ad eliminazione. Il Wolverhampton non partecipò alla prima edizione. La Football Association della Gran Bretagna non è convinta del progetto e lo ritiene di scarso valore. Ma è bastata una sola edizione ed ecco che entrano ben 5 nuove 5 federazioni nel massimo torneo, tra cui quella inglese.

Le origini della Coppa dei Campioni, quindi, sono state tutt'altro che rose e fiori. Non fu subito la competizione per eccellenza e da molti veniva visto con cattivo occhio. Crea scalpore vedere che i primi a non essere per nulla d'accordo al progetto furono UEFA e FIFA, gli stessi che oggi stanno contrastando la Superlega per cercare di difendere la Coppa dei Campioni e gli altri trofei europei.
Un'altra caratteristica comune tra oggi e quando venne creata la Champions è il volersi tirare indietro delle società d'Inghilterra; nell'aprile del 2021, furono anche i primi a fare marcia indietro sulla Superlega e sarebbero disposti tutt'ora a farlo.

Con il pezzetto di storia riportato, vorrei far intuire che l'essere contrari assolutamente alla Superlega riporta agli anni '50.
Se questa competizione prenderà il via e porterà maggior spettacolo, ma soprattutto renderà il tutto più equilibrato a livello economico, credo farà rimangiare gli insulti che gli arrivano da due anni a questa parte.
Ovvio, non è detto che sarà così, ma visto che è l'unica strada che potrebbe risanare il calcio, perché esserne contrari?