La Juventus sta passando un periodo di transizione, Agnelli ha capito che il ciclo è finito e sa di dover intraprendere una rivoluzione a partire dalle fondamenta della squadra. Gli errori commessi nelle ultime sessioni di mercato sono venuti a galla, in questo momento la Juventus ha una rosa con età media superiore ai 29 anni ed è la terza squadra europea nella classifica di ingaggi dati ai calciatori pur faticando a stare nella top 10 fatturati. Se a tutto ciò sommiamo una sopravvalutazione delle capacita tecniche dei giocatori, pensando di poter andare in fondo a tutte le competizioni, senza averne le reali possibilità tecniche; completiamo il quadro della situazione.

Ora la Juventus pensa a ricostruire, pensa a preparare i futuri successi e lo fa affidando la squadra a Andrea Pirlo, uno dei migliori centrocampisti di sempre, è stato chiamato perché è un maestro di calcio e avrà bisogno di uomini a cui insegnare calcio. Probabilmente se le operazioni di mercato non andranno nel verso sperato si ripartirà senza uno tra Dybala e Ronaldo.

Il progetto sportivo è in declino, ha bisogno di essere rinnovato e bisogna guardare a chi sta facendo meglio. Sicuramente molto da imparare lo dà l’Atalanta. La dea è una big del calcio europeo, partendo dalle stalle è arrivata a consolidare una posizione d’élite nel calcio, e se si pensa al successo dell’Atalanta oltre che al grandissimo lavoro di Gasperini non si può fare a meno di notare quanto settore giovanile e scouting siano stati chiave dell’ascesa e del successo della squadra bergamasca. La vendita dei ragazzi delle giovanili hanno a lungo finanziato le casse e rimpolpato la prima squadra, permettendo un lento e costante miglioramento. Se andiamo a vedere altri esempi negli ultimi anni, le squadre che hanno avuto più successo hanno come comune denominatore una solidissima base composta dall’importanza del settore giovanile. Emblematico è il caso del Barcellona che all’inizio dello scorso decennio con in squadra alcuni dei migliori calciatori al mondo (Ronaldinho, Henry, Eto’o, Yaya Toure) si affida ciecamente dei talenti della Masia cresciuti in catalogna o scovati in giro per il mondo, questo porterà anni di gloria al barca e regalerà al calcio alcuni dei calciatori più forti di sempre: Messi, Iniesta, Xavi, Busquets, Pique, Pedro e sicuramente ne dimentico altri. Potrei andare avanti citando il caso del Liverpool che vince le Champions grazie a Gerrard e Alexander-arnold. Il caso del Real con Raul Ramos Casillas Carvajal ma anche lo scouting che ha portato Casemiro, Varane, Marcelo.

La Juve deve partire riqualificando il proprio organo di scouting e puntare alla promozione in serie B della Juventus Under 23, strappando i migliori talenti dalle avversarie, sia italiane che internazionali, ma anche facendo crescere i ragazzi del territorio. É vero, il problema principale del calcio italiano nasce dal fatto che si è riluttanti a far giocare i ragazzi, non gli si permette di sbagliare per paura di bruciarli ma di fatti li fai scadere e come risultato sono 20 anni che non vediamo un altro Pirlo, Del Piero e Totti, nonostante l’Italia sia storicamente culla di alcuni dei migliori giocatori di sempre. É il momento di invertire la rotta per il bene della Juventus e del calcio italiano in generale.

L’unico prodotto veramente di successo è stato Marchisio, (e Immobile sacrificato per pochi milioni oggi sarebbe servito come il pane). L’obiettivo è quindi quello di continuare a sfornare prodotti di qualità. È necessario regalare alla prima squadra nuovi Marchisio. Servono giocatori che prima di tutto incarnino l’anima della Juventus, giocatori con il DNA bianconero, simbolo di Juventinità, i prodotti del settore giovanile crescono fin da piccoli con certi valori e una volta cresciuti li esprimono nella personalità e sul campo.

Tornando all’incipit dell’articolo, i prodotti del vivaio andrebbero a risolvere direttamente i problemi palesati in queste stagioni, abbatterebbero monte ingaggi ed età media, inoltre se devo scegliere tra giocatori come Khedira e De Sciglio lautamente pagati per di fatto essere indisponibili tutto l’anno preferisco mettere in pianta stabile dei ragazzi che per lo meno ti garantiscono l’integrità fisica.

In questo momento secondo me la Juventus controlla due potenziali nuovi Marchisio, due possibili CTP, due giocatori interessantissimi le cui lodi sono arrivate in passato da Mister Allegri, parlo di Hans Nicolussi Caviglia e Nicolo Fagioli. Cherubini in una passata dichiarazione si sbilanciò su questi due nomi, due centrocampisti, in questo momento storico, la Juve possiede un centrocampo sicuramente non all’ altezza della squadra, per questo motivo in questo reparto qualche ragazzo di talento potrebbe ritagliarsi spazio per mettersi in mostra.

Nicolò Fagioli, 19 anni 178 cm destro.  Arriva alla Juve nel 2015 (a 14 anni) dalla Cremonese, quest’anno ha trovato la maturità fisica per fare il salto dalla primavera, che dal punto di vista tecnico gli stava stretta, all’UNDER 23, è inoltre un punto fermo delle nazionali giovanili. Fagioli nasce trequartista centrale, classico giocatore che ama spaziare fra le linee per mettere in difficolta con la propria classe, il proprio bagaglio tecnico e creatività le retroguardie avversarie. Giocatore estroso e preciso, si è visto anche sugli esterni, ma l’esperimento è fallito per via della dirompenza atletica richiesta dal calcio moderno ai calciatori in quel ruolo che a Nicolò manca. Nel corso della sua giovane carriera, ha interpretato diversi ruoli nel centrocampo: centrocampista centrale con compiti marcatamente di sviluppo del gioco, interno di un centrocampo a due o mezz’ala di qualità e regia. É un trequartista ma nelle ultime apparizioni, Pecchia l’ha spostato davanti alla difesa nel 4231 o nel 433; questo punto della sua crescita ricorda quella del suo potenziale nuovo allenatore Pirlo. Quello che stupisce è l’atteggiamento con cui il ragazzo ha affrontato l’allontanamento dalla porta, portando la qualità necessaria all’inizio dell’azione, e sacrificandosi in fase di non possesso. Interessante quando esce in pressing alto, cosa che del resto gli è richiesta anche quando opera sulla trequarti, deve crescere molto in intensità e soprattutto aggressività, oltre che nelle scelte di tempo quando esce in accorciamento sull’avversario. Invece, è già naturalmente portato a leggere bene le azioni e a giocare sulle traiettorie, avendo buone capacità e relativa efficacia in intercetto. In fase di possesso deve poi crescere ulteriormente la qualità delle proprie giocate, perché potenzialmente ha il talento per dipingere calcio come pochi. Proprio questo talento già oggi gli dà la possibilità di piazzare qualche pennellata, da calcio piazzato e non solo, da grande artista emergente. Nella Juve? Probabile un prestito o un altra stagione nell under 23, ma perché no, Pirlo potrebbe prendere sotto la sua ala protettiva il giovane con miglior qualità delle giovanili, e farne prendendo il posto di Khedira, farne un vice Arhtur o comunque un alternativa davanti alla difesa, se atleticamente un 19 enne può crescere velocemente, il Maestro può essere fondamentale nell’apprendimento delle scelte di tempo e postura, capacità fondamentali per interpretare il ruolo.

Hans Nicolussi Caviglia, 20 anni 183 cm destro.  Quasi romantica la sua storia alla Juventus, arriva alla Juventus a 9 anni, tutte le trafile giovanili, dai pulcini all’esordio con Allegri in prima squadra. Rispetto a Fagioli, può vantare una migliore maturità calcistica, grazie alla continuità acquisita con il Perugia in prestito quest’anno. Dotato di grande tecnica e ottima visione di gioco, il 14 biancorosso può ricoprire tutti i ruoli del centrocampo. Svelto di gambe, ma anche di pensiero, come è emerso nitidamente dai contributi proposti tra settore giovanile e Juventus Under 23. Passa i tre mesi di quarantena a studiare il suo idolo Cruijff (con cui condivide origini olandesi), In effetti, quel tocco d’Olanda c’è eccome. E nemmeno la classe gli manca: ama inserirsi, ma non tira dietro la gamba. Ha già capito cosa bisogna fare per diventare un calciatore vero, con quella determinazione valdaostana che lo contraddistingue, calcisticamente ricorda molto Marchisio, ma per arrivare ai livelli a cui ambisce deve crescere atleticamente e tatticamente, anche qui Pirlo può risultare importante. Ma qui l’aspetto più affascinante è proprio l’amore per la filosofia Cruijffiana, il giorno in cui la Juve si separò da Allegri intraprese questo cambio di mentalità, forse doveroso quando le vittorie diventano un abitudine; Cruijff diceva “la qualità senza risultati è inutile, i risultati senza qualità sono noiosi”. Dopo il primo gol da professionista Hans ai microfoni dichiara: “Crujiff diceva che la creatività non è in contrasto con la disciplina. Questa è una cosa fondamentale, che vale in tutti i campi della vita”. Dimostrando a mio avviso la mentalità necessaria per diventare il grande giocatore che la dirigenza sta cercando. Possiede l’anima della Juve e la filosofia che la dirigenza sta cercando, essendo cresciuto con i caratteristici valori bianconeri e nel mito di Cruijff. La Juventus ha bisogno di uomini (o potenziali uomini) di questo tipo. Venderlo per una manciata di milioni sarebbe uno spreco di patrimonio umano, e un possibile enorme rimpianto.

In conclusione ritengo che la Juventus possa puntare su almeno uno di questi talenti e permettergli di crescere, risparmiando milioni sul monte ingaggi e abbassando l’età media a costo 0. La Juventus ha bisogno di tornare ad avere fiducia nei giovani, un ex campione come allenatore che questa fiducia in passato l’ha ricevuta può restituirla ai nostri gioielli per fondare un nuovo ciclo vincente.