Vogliamo partire dall’articolo del Direttore di calciomercato.com, pubblicato il 1 agosto e intitolato: “Senza Pogba la Juve è più debole di 2 mesi fa: Milan e Inter restano lontane”. Dalle colonne del suo giornale, Gianni Visnadi, scrive: “Siamo infatti sicuri che oggi, e ripetiamo oggi, la Juventus sia più forte di quella che il 22 maggio ha chiuso il campionato al quarto posto?”. Dopo il 4 a 0 subito alla Continassa contro l’Atletico Madrid di uno scatenato Alvaro Morata - teoricamente una riserva nello scacchiere di Simeone - sono molti gli juventini che daranno ragione, con il senno del poi (come sempre accade nel calcio e nella vita in generale), al Direttore di calciomercato.com. Onestamente, anche noi, avevamo espresso - precedentemente all’amichevole contro gli spagnoli - delle perplessità in linea con quelle del direttore Gianni Visnadi. Ma andiamo con calma e ordine, la chiesa non è stata ancora messa al centro del villaggio, ricordandoci sempre che trattasi di calcio di Agosto. Quindi calma e sangue freddo amici juventini. Vogliamo fare un ragionamento a voce alta, assieme a voi e ai nostri lettori, a pochi giorni dell’inizio del campionato. Senza perderci nei meandri oscuri e stucchevoli della polemica poco costruttiva, andiamo subito a commentare la pesante sconfitta della Juventus a Torino nell’ultima partita di precampionato. La prima domanda da farsi, pare essere obbligatoria e scontata: Come ha giocato la Juventus?

Purtroppo, stesso copione dell’anno scorso. Squadra lenta, ritmo basso e passaggi all’indietro. Novanti minuti di gioco senza costruire un’azione pericolosa o un tiro in porta; un bomber di razza come Dusan Vlahovic abbandonato in area di rigore avversaria e al suo triste destino. Non è andata meglio a Di Maria, anche lui, condannato all’infausto destino di Dybala che si può riassumere nella classica soluzione tattica di Mr. Allegri: “Palla a el Fideo (tecnicamente il migliore della rosa), possibilmente a metà campo, spalle alla porta e vediamo cosa succede!”. Non si può andare avanti così, diciamo tutta. Il Direttore di calciomercato.com lo aveva detto il 1 Agosto, tracciando una possibile rotta per la squadra di Maurizio Arrivabene. Lo pensa, oggi, il tifoso juventino in un’estate afosa che non ci lascia tregua ed esplode i suoi bollenti fuochi in un Agosto, durante il calciomercato. L’estate è da sempre il periodo dei grandi colpi, dei sogni, delle illusioni e delle delusioni dei tifosi. Acquisti, cessioni, comunicati stampa ufficiali e non che si inseguono con cifre e dettagli di tutte le operazioni. Ma facciamo un passo indietro, ripercorrendo il calciomercato della Vecchia Signora fino ad oggi, 8 Agosto ore 12 circa.  Il primo fine settimana di luglio è stato incendiato con gli arrivi in rapida successione di Di Maria e Pogba. Due grandissimi colpi di mercato - almeno sulla carta - messi a segno da Arrivabene. Anche se, oggettivamente, queste operazioni di mercato sono macchiate da qualche dubbio legittimo.

Abbiamo storto il naso per la forma contrattuale, prima, richiesta dal forte calciatore argentino e, poi, sottoscritta da entrambe le parti: Di Maria e la Juventus, un matrimonio breve della durata di un solo anno di contratto e un ingaggio base a 5 milioni e mezzo. Come mai un solo anno di contratto, quando la Juventus ne aveva proposti due di anni per sfruttare il Decreto Crescita? Accettare incondizionatamente le condizioni del calciatore è stato un segno di debolezza per la società Juventus? Con Marotta o Moggi - tanto per fare due nomi a caso - sarebbe stato possibile una condotta del genere? Parliamoci chiaro, senza pensare a chi storce il naso per tirare acqua al suo mulino o perche troppo fondamentalista, la scelta di Di Maria sembrerebbe una scelta più dettata dalla possibilità di disputare il prossimo Mondiale in Qatar 2022 - mettendosi in vetrina in top club europeo - che orientata a sposare il progetto tecnico della Juventus. Qualora vi fosse un progetto… Poi c’è Paul Pogba un cavallo di ritorno. Il francese ha fatto la storia della Juventus. Tecnicamente non si discute. E’ un Campione del Mondo, ma pur sempre un cavallo di ritorno o minestra riscaldata come molti di voi potrebbero precisare. Non sarebbe stato meglio affidare le chiavi del centrocampo a un certo Sergej Milinković-Savić, il vero sogno nel cassetto di tutti gli amici juventini? Quindi l’acquisto Pogba è stata una reale opportunità - a seguito di un progetto tecnico -  o più banalmente un classico ripiego, magari per accomodare i tifosi bianconeri dopo la cessione dolorosa di de Ligt e il divorzio consensuale con Dybala? Volendo si potrebbe aprire un capitolo a parte sulla gestione dell’infortunio del forte calciatore bianconero. Niente operazione dopo l’infortunio al menisco del ginocchio, ma soltanto terapia conservativa e 5 settimane di stop. Scelta giusta presa dal calciatore in accordo con la società o scelta monodirezionale - come nel caso di Di Maria - dettata soltanto dal calciatore al fine di disputare il prossimo mondiale?  Dopo il centrocampo e l’attacco, l’attenzione è stata rivolta alla difesa. Nel giro di due giorni è partito l’olandese de Ligt ed è arrivato il brasiliano Bremer, letteralmente strappato alla concorrenza dell’Inter che è stata costretta a temporeggiare un momento di troppo a causa delle difficoltà a reperire, attraverso le cessioni, i fondi per chiudere un’operazione che i media raccontavano impostata già da alcuni mesi.

Piccola parentesi Bremer. Libero prima, Calcio e Finanza dopo, lanciano la bomba indicando che dietro l’acquisto di Bremer ci sia l’aiuto di Exor a Cairo su Blackstone. Chiudiamo subito la parentesi perché preferiamo concentrarci sulle vicende calcistiche e non su quelle finanziarie o extra calcio, nelle quali ci sarebbe tanto da dire o, nel nostro caso, da scrivere. Lanciamo la palla a Pippo Russo che saprà affrontare l’argomento con più arguzia e competenza di noi. In questo prolungato tentennamento di Marotta, la Juventus si è inserita con una prova di forza. Quarantuno milioni al Torino più altri otto di eventuali bonus. Un’offerta irrinunciabile per la società di Cairo…E qui ritorniamo, a bomba, all’articolo del Direttore di calciomercato.com, pubblicato il 1 agosto, intitolato: “Senza Pogba la Juve è più debole di 2 mesi fa: Milan e Inter restano lontane”. “L’analisi per reparto è molto semplice. In difesa ha perso Chiellini e De Ligt, mentre sono arrivati Gatti e Bremer, che al momento con Bonucci e Rugani (più eventualmente Danilo) compongono il pacchetto centrale. Se c’è stato un miglioramento, lo dirà solo il campo: a occhio non sembrerebbe (soprattutto considerate le condizioni di Bonucci). Delle fasce, meglio non parlare, tanto non serve: quelli erano e quelli sono, con buona pace di chi da anni non vorrebbe più vedere Alex Sandro in bianconero”.

E noi siamo assolutamente d’accordo con l’analisi del Direttore. Infatti, nonostante l’acquisizione di uno dei migliori difensori della serie A nella passata stagione, se non il migliore in assoluto, la cessione di De Ligt in ogni caso non scivola via indolore. La Juventus ha perso probabilmente il suo difensore più forte e uno di quei giocatori sui quali aveva previsto di edificare un nuovo progetto vincente. Perché oggi c’è, giusto, un progetto tecnico alla Juventus? Arrivato a Torino, in pompa magna, come il Cristiano Ronaldo della difesa. Il rinnovo di contratto del centrale olandese - dato dalla stragrande maggioranza dei mezzi di informazione, quasi, fatto alla fine dello scorso campionato - non ha in realtà mai visto la luce. De Ligt ha chiesto di andar via perché non si sentiva più affine al progetto vincente della Juve. Perché oggi c’è, giusto, un progetto tecnico alla Juventus? (Scusate se ripetiamo la stessa domanda, ma è il punto focale del discorso). La Juventus lo ha accontentato perché - come prassi delle aziende padronali ad organizzazione piramidale - tutti sono utili e nessuno è indispensabile a Torino e dintorni. La cifra pagata dal Bayern Monaco, da comunicato 67 milioni più altri dieci di eventuali bonus, ha lasciato perplessa gran parte della tifoseria; c’era chi sognava il pagamento dell’intero importo previsto dalla clausola e chi pensava di raggiungere una cifra più vicina ai 90/100 milioni. Ma i tedeschi - seppure antipatici come pochi - non hanno l’anello al naso e gli affari li conducono con grande competenza e professionalità. La società ne ha accettati 77, realizzando una plusvalenza di 30,7 milioni di euro, rinunciando forse a qualcosa pur di chiudere in fretta l’operazione e lasciarsi alle spalle un giocatore che non voleva più saperne di giocare a Torino. Incassati i soldi, Arrivabene si è lanciato su Bremer e chiudendo l’acquisizione nel giro di due giorni. L’ex difensore del Toro ha scelto la maglia appartenuta per tanti anni a Chiellini; quindi, si è imbarcato con il resto della squadra sul volo diretto per gli USA dove la Juventus disputerà la sua tournée estiva. Siamo arrivati, dunque, al primo snodo cruciale di questa estate.

Consapevoli che il mercato in casa bianconera era ben lontano dall'essere concluso; difatti, nonostante l’acquisto del forte difensore brasiliano, in questo momento desta qualche preoccupazione la composizione del reparto difensivo a disposizione di Allegri (Bonucci, Bremer, Gatti e Rugani). Se la prevedibile coppia titolare, composta dal vecchio capitano e dal nuovo acquisto, offre buone garanzie in vista della stagione che va a cominciare, sono le due alternative attualmente a disposizione del tecnico a destare, per diversi motivi, alcune perplessità. Federico Gatti sta muovendo, in questi giorni, i suoi primi passi in una nuova enorme realtà. Miglior difensore della scorsa Serie B e autore di una prova molto buona al suo debutto in Nazionale, contro quell’Inghilterra che verrà sommersa dall’Ungheria con un pesante 4-0, seppur considerato un elemento valido e di prospettiva non è stato ancora provato ai livelli più alti. Difficile in questo momento prevedere per lui un ruolo diverso dall’ultima scelta nelle rotazioni di Allegri per quanto riguarda il reparto centrale arretrato. Se per Gatti questa sarà una stagione importante per comprendere il suo potenziale, per Daniele Rugani - sbarcato sul pianeta bianconero nell’ormai lontano 2015 - è arrivato ormai il momento di decidere cosa fare da grande, dopo una vita juventina trascorsa da riserva, addirittura da ultima riserva, un prestito poco felice tra Rennes e Cagliari e un rientro alla base accolto con uno scetticismo che il giocatore non è riuscito a disperdere nelle sue poche apparizioni stagionali. Arrivato a 28 anni, nonostante un folle contratto concessogli da Marotta e valido ancora per due anni, Rugani non può permettersi di perdere altro tempo. Non ha mai mostrato le qualità per essere considerato un elemento all’altezza di una squadra che vuole riprendersi il trono d’Italia dopo due stagioni ai limiti dell’anonimato. In questo momento appare necessario per la Juventus intervenire ancora sul reparto dei centrali con un altro nome valido, di sicuro affidamento e di prospettiva che possa prendere il posto di Rugani in rosa. L’addio di De Ligt (nonostante l’acquisto di Bremer) e l’età di Bonucci impongono serie riflessioni. Per colmare questa lacuna, prima dell’inizio del campionato, la società si farà trovare preparata? La risposta, purtroppo, è sotto gli occhi di tutti a pochi giorni di inizio del campionato.  Perché oggi c’è, giusto, un progetto tecnico alla Juventus?

Capitolo de Ligt: questione di DNA - La Juventus non è un mistero ormai da tre stagioni a questa parte ha perso il suo DNA vincente, cioè quella sua capacità di saper vincere ad ogni costo, quella sua capacità di lottare su ogni pallone e soprattutto di non arrendersi, mai, anche quando la fine sembra vicina. Un DNA scomparso dai radar da quando è arrivato Cr7 leader accentratore per eccellenza, che divora tutto e tutti e che sa spostare gli equilibri di una squadra - sia nel ben che nel male - e culminato con l’avvento di Maurizio Sarri, un allenatore che per caratteristiche e trascorsi storici non poteva evidentemente mai essere adatto per l’ambiente e lo stile Juventus. Ovviamente non può essere solo colpa di un grande campione come l’asso portoghese o dell’ex tecnico, se la Juventus non è più quella squadra schiacciasassi in grado di vincere nove campionati di fila e arrivare a disputare due finali di Champions League nel giro di pochi anni; ma evidentemente il tutto è anche conseguenza della grande confusione societaria e delle scelte sbagliate fatte in questi anni, dai dirigenti bianconeri che ancora sembrano non essersi risolti del tutto visto la cessione di de Ligt in uscita in cambio di una settantina di milioni. Ma non è questo il punto perché oggi sicuramente fare mercato e ricostruire una squadra da zero richiede del tempo, investimenti mirati e scelte logiche; infatti, come detto precedentemente la squadra bianconera in questi anni oltre a perdere i propri campioni, ha letteralmente perso il suo DNA da vincente sia fuori che soprattutto dentro il rettangolo verde, una cosa che non si può certamente comprare sul mercato e forse ben più grave degli ultimi disastrosi eventi.

D’altronde anche Alex Del Piero qualche giorno fa durante un’intervista ha detto che alla Juventus manca proprio una figura alla Boniperti
, cioè un uomo non solo competente da un punto di vista dirigenziale ma soprattutto dal” pugno di ferro” che era in grado di incutere timore ad ogni calciatore, passato dalla Juventus e che soprattutto sapeva incarnare e trasmettere quello “spirito Juve” oggi andato disperso. Dunque, in effetti, non possiamo sorprenderci, almeno più di tanto, se giocatori come de Ligt, vanno via spontaneamente dalla Juventus. Perché? Anche lui, come tutti tifosi bianconeri, si sarà chiesto: cosa vuole essere questa Juventus da qui ai prossimi quattro anni? Qual è il progetto vincente di questa squadra? Quali sono gli obiettivi da raggiungere? Si vuole puntare sui giovani oppure su giocatori pronti con esperienza in grado di far vincere subito la Juventus? Cosa intende fare la società per cercare di vincere la Champions League? Domande a cui, purtroppo, nessuno ha saputo dare realmente una risposta. Ciò che più colpisce, più di tutto, è il silenzio assordante di Andrea Agnelli; insieme ai suoi dirigenti dovrebbe darci delle risposte che non sono mai arrivate, un silenzio assordante di un uomo a cui tutti i tifosi e la stessa Juventus devono tanto, soprattutto in termini di riconoscenza che nel calcio dura come un battito di ciglia. E allora perché dopo la deludente stagione - terminata con un quarto posto sanguinoso dietro Napoli, Inter e Milan - il Presidente non ha indetto alcuna conferenza stampa per metterci la faccia e spiegarci qual è il progetto tecnico della Juventus del futuro?

Perché oggi c’è, giusto, un progetto tecnico alla Juventus? Perché la Juventus non riesce a liberarsi del suo passato riprendendo in società vecchie conoscenze che già avevano fatto la loro storia in bianconero e quindi chiuso il suo capitolo? Perché la Juventus sembra essere indietro di mille anni rispetto alle sue concorrenti? Soprattutto, perché la Juve non viene data agli Juventini? Forse è proprio questo ultimo punto che manca realmente alla Juventus, dei veri juventini che sanno cosa significhi avere nel sangue il DNA bianconero e che, soprattutto, sappiano trasmetterlo a chiunque varchi la soglia dell’Allianz Stadium quando si indossa quella maglia sul campo (de Ligt docet).  Sono molto felice di rivedere in società gente come Paolo Montero, neoallenatore delle primavera, uno che incarna perfettamente il DNA bianconero e che può insegnare ai ragazzi cosa significa scendere in campo con quella maglia addosso. Perché ripeto la Juve va data agli juventini e chi non lo è o chi non ha più a cuore la Juventus abbia il coraggio di farsi da parte, perché li fuori da qualche parte abbiamo un “capitano” pronto a tornare più forte di prima.

La possibile via d'uscita - La Juventus sembra essere indietro rispetto alle altre pretendenti per il titolo. E’ un dato di fatto oggettivo. Un mercato che sembrava scintillante rischia di trasformarsi in un incubo ad occhi aperti se la squadra non dovesse essere completata per tempo. Un mercato bloccato dalle uscite dei giocatori in esubero che pesano gravemente sul bilancio della società, una Juventus che rischia di pagare, ancora oggi, lo scotto delle becere campagne acquisti condotte negli anni passati dall’ex Direttore sportivo Fabio Paratici - oggi al Tottenham -  incartando la squadra bianconera nelle trattative di mercato consone a completare la rosa a disposizione di Allegri.  Purtroppo, dopo la pesante sconfitta contro l’Atletico di Madrid - anche se si tratta solo di un amichevole è bene sempre ricordarlo - la Juventus mostra delle lacune evidenti e, a poco più di una settimana dall’inizio del campionato, lo scenario è davvero preoccupante: senza un terzino sinistro, senza un ulteriore centrocampista, senza un vice Vlahovic e senza, soprattutto, un altro difensore centrale la squadra bianconera rischia un ulteriore anno di transizione senza vincere nemmeno un trofeo e con la sola ambizione di lottare per un posto in Champions League. C’è ancora del tempo per invertire la rotta fino al 31 Agosto; La speranza è l’ultima a morire! Prima, però, tutti e dico tutti (giocatori, allenatori e dirigenti) dovranno dare di più affinché la Juventus ritorni a vincere nel più breve tempo possibile, perché il futuro è adesso e non può più attendere… Perchè noi siamo la Juventus! #FinoAllaFine

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