Nonostante la grande passione che gli italiani nutrono per il calcio è davvero difficile oggi rimanere inermi di fronte a quello che è accaduto nel corso della prima giornata di serie A con il “grande” calcio in “streaming” che ha letteralmente tradito, ancora una volta, i tifosi di tutta Italia con dei problemi latenti che non sono stati risolti nel corso del tempo nonostante Dazn, gestisca già da anni i diritti TV del nostro calcio.
È bene sapere che paghiamo per non vedere le partite o per vederle quando decidono gli altri. Paghiamo per ritrovarci davanti ad un enorme schermo nero o con una fastidiosa rotellina che gira continuamente senza sosta nell’attesa che le immagini della nostra squadra preferita vengano trasmesse al più presto nelle TV di casa.
Paghiamo e incredibilmente non riusciamo nemmeno più ad autenticarci con le credenziali per effettuare l'accesso alla piattaforma con i nostri dispositivi digitali.
Paghiamo per assistere alla Serie A, dopo oltre tre mesi di astinenza ma su DAZN il campionato parte nell’oscurità più totale.
Paghiamo e per l’ennesima volta, come più volte accaduto l’anno scorso, subiamo da spettatori inermi all'ennesimo oltraggio di un disservizio su scala globale, che ha sollevato lamentele e proteste dalla terra del Sol Levante fino a giungere all’Europa di casa nostra.
Paghiamo profumatamente ma a noi ci restano, al momento, soltanto rabbia, dubbi e perplessità. Tutto ciò è impensabile, inaccettabile, surreale, eppure la rabbia degli utenti -tifosi -abbonati che hanno anche dovuto accettare in silenzio il rialzo dei costi per il calcio in TV, rimane tale senza nessuna tutela e solo con i grandi proclami di chi del calcio e del tifo importa meno di zero.

Quest’anno, proprio a causa di questi disservizi, ci si aspettava da DAZN non solo uno, scontato, aumento della qualità del servizio fruito ma soprattutto una gestione degli abbonamenti a portata di “tasca”, ed invece la piattaforma, non soltanto non ha risolto, come pare, i suoi enormi problemi tecnici ma ha anche ben deciso di andare contro alla passione e alla pazienza dei tifosi, aumentando di ben 10 euro i prezzi mensili, per l’abbonamento base, lanciando inoltre una nuova opzione al costo di 39,90€ al mese per la visione in contemporanea su due dispositivi in diverse abitazioni. E allora cosa volete che siano mai dieci o venti euro in più per la passione degli italiani? Forse in un Paese, normale in cui non si vive per lavorare, e non il contrario come accade da noi, o per delle persone abbienti questo aumento può non sembrare un granché ma per un italiano medio, appassionato di calcio, che tira a campare la sua famiglia con un salario minimo forse è chiedere troppo soprattutto quando non si riesce nemmeno a fornire, in maniera ottimale, il servizio minimo per cui quella piattaforma è stata realizzata. Non è nemmeno una questione delle dieci o delle venti euro in più ma adesso viviamo in un mondo in cui, per via della guerra e della pandemia, è aumentato di tutto, dai beni primari alla benzina e dunque chiedere ancora uno sforzo in più ai tifosi per alimentare un’industria calcio che fa acqua da tutte le parti è decisamente troppo anche per chi il calcio lo vive come una passione sfrenata.
Fatta questa doverosa premessa fa davvero sorridere, amaro, la campagna lanciata dalla Lega di Serie A contro la pirateria (tra l’altro con una grafica vecchia di tre anni e quindi tale e quale a quella del 2019) in concomitanza con l’imminente inizio del campionato attraverso il suo slogan postato su tutti i social e proiettato nei maxischermi di ogni stadio. È davvero tutto così patetico perché si tratta di una campagna di sensibilizzazione grottesca ma soprattutto il cui simbolo è il paradosso che diventa l’emblema della campagna stessa. Vedete perché rispetto a tre anni fa oggi per guardare tutto il “calcio”, secondo per secondo e non più minuto per minuto, occorre fare tre abbonamenti a tre piattaforme diverse e con prezzi l’uno differente dall’altro, tendenti sempre al rialzo anno dopo anno. Ed è proprio per questo motivo che deve fare riflettere quanto sta accadendo con la piattaforma “principale”, almeno per il campionato di Serie A, dell’emittente DAZN, perché nonostante abbia alzato notevolmente i prezzi, oltre ad aver ristretto le condizioni di utilizzo nel numero dei dispositivi utilizzabili con l’abbonamento minimo, ha dato prova della sua completa inaffidabilità, offrendo i “soliti” disservizi, consistenti nella mancata visione delle partite, mandando, letteralmente, su tutte le furie migliaia e migliaia di clienti che, legittimamente, si sentono “truffati” e “raggirati”. Chiaramente dopo questo ennesimo increscioso episodio, nemmeno a dirlo, è già partita la campagna di strumentalizzazione politica, la quale cerca di trasformare il tema in una sorta di “crociata” da aggiungere, come se già problemi molto ben più gravi per il Paese non c’è ne fossero abbastanza, alla propria campagna elettorale in vista delle elezioni del 25 Settembre. Se da un lato la politica, vera, usa il caso dazn come strumento per un possibile serbatoio di voti dall'altro lato della “barricata” pallonara come i presidenti dei club lamentano disagi inammissibili, partite che non si possono giocare ad Agosto alle 18:30 o per il lunedì di Ferragosto, per non parlare della stessa Lega di Serie A, che starebbe valutando ogni tipo di azione legale per proteggere il tifoso dal disservizio causatogli.

Ed è proprio in questo contesto che allora ci scuserete se noi pensiamo che la vostra spudorata campagna di sensibilizzazione con il suo fantomatico hashtag: #stopiracy e l'immancabile slogan: LA PIRATERIA UCCIDE IL CALCIO, nonostante il più che legittimo senso del messaggio in se stesso, ci sembra in tutta onestà soltanto una vera e propria presa per i fondelli nei confronti soprattutto di chi non usa la pirateria, provocando, con tutti questi disagi, l’esatto effetto contrario. Ed è proprio qui che la Lega commette il suo errore più grande fornendo un assist perfetto per mettere in atto del populismo puro, perché il calcio non viene “ucciso” dalla pirateria, bensì dai dirigenti ingordi e incapaci di riformarlo, che assistono inermi alla sua totale autodistruzione e perdita di valore soprattutto partendo delle sue fondamenta , le categorie minori, per non parlare del tracollo più totale anche nelle categorie maggiori (con una Nazionale per due volte consecutive fuori dai Mondiali e un campionato di serie A diventato la serie C d’Europa); il calcio lo uccide una Lega alla totale mercé degli sponsor e delle televisioni che rivoltano il nostro calcio come un calzino a loro piacimento attraverso la creazione di un’orribile spezzatino con 10 partite in 10 orari diversi e in quattro giorni differenti, fregandosene altamente dei tifosi che sono “costretti” ad osservare in silenzio; il calcio lo uccide una giustizia sportiva piccola con i grandi e grande con i piccoli. Il calcio lo uccidono dei regolamenti comunali che impediscono di costruire degli stadi con delle strutture all’avanguardia, il calcio lo uccidono i continui rincari degli abbonamenti e dei prezzi dei biglietti per lo stadio, il calcio lo uccidono le continue interruzioni del var che concorrono, in alcuni casi, ad alterare i risultati finali delle partite a discapito dello spettacolo; il calcio lo hanno ucciso i presidenti dei club che, per un loro tornaconto oltre ai diritti della Serie A a DAZN hanno venduto pure l’anima, dicendo di averlo fatto per una nobile causa: “portare il nostro Paese nello sviluppo digitale attraverso lo streaming”, dimenticandosi però che siamo uno dei paesi dell’eurozona più arretrati sotto questo punto di vista e i risultati, con i continui disservizi, sono sotto gli occhi di tutti.
Adesso è chiaro che con tutti questi problemi del nostro calcio, capirete bene che diventa facile sparare sulla croce Rossa di Dazn dandogli tutte le colpe di un sistema calcio al collasso e quasi ad un passo dal fallimento quando invece sarebbero da ripartire anche, e soprattutto con l’Assemblea di Lega Serie A, che avrebbe dovuto esercitare una funzione di controllo superpartes, vigilando sulla capacità o meno di DAZN di poter garantire un servizio ottimale a tutela dei “tifosi”.
Le colpe vanno ripartite anche con chi avrebbe dovuto controllare i controllori, ovvero la classe politica, che ha permesso che tutto ciò accadesse senza muovere un dito salvo adesso organizzare tavoli di incontro per tutelare i consumatori in modo tale da fargli ottenere il piccolo contentino del rimborso per il danno subito. Anche l’Agcom, l’associazione a tutela dei consumatori, ha rilasciato in questi giorni un comunicato ufficiale in cui intima dazn a non riscuotere le somme degli abbonamenti mensili affinché i problemi non vengano definitivamente risolti: a cosa serve tutto ciò? Cosa dovrebbe risolvere un mini rimborso di dieci, venti o trenta euro che siano? Lo diciamo noi, proprio a un bel niente perché il calcio rimarrà malato, i problemi non saranno mai risolti, continueremo a perdere terreno nei confronti degli altri campionati e i tifosi saranno sempre più “spennati” per mantenere la “baracca” attiva perché ricordiamoci che non è la pirateria a uccidere il calcio ma da oggi in poi sarà lo streaming a contribuire, con il tempo, alla sua morte definitiva.

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