In questo fine settimana di Ferragosto, reso appena meno afoso dalle recenti provvidenziali piogge, capaci di rinfrescare un minimo l’aria dopo un'estate bollente oltre ogni possibile umana sopportazione, è finalmente ripartito il campionato di serie A. Archiviate le vittorie di Milan, Inter, Roma, Lazio e Napoli, preso atto della mancata risoluzione dei fastidiosi problemi che durante la scorsa annata hanno afflitto Dazn e soprattutto i poveri abbonati, costretti a vedere le partite a scatti o addirittura a non vederle nemmeno, tocca alla Juventus, impegnata a Torino contro il Sassuolo, concludere la giornata inaugurale della nuova stagione. Nonostante la ricorrenza festiva che vorrebbe le persone impegnate in piacevoli grigliate sulla spiaggia, la solita scomoda sedia attende il tifoso bianconero, pronto a prendere posto davanti alla tv per vedere la nuova Juventus che si presenta ai nastri di partenza con diversi cambiamenti e un’identità ancora da trovare. Salutati Dybala, Morata, Bernardeschi e De Ligt, sostituiti da Pogba, Di Maria, Kostic e Bremer, la squadra di Allegri è chiamata a rilanciare la sua sfida per lo scudetto, sfuggito nelle ultime due stagioni senza che la squadra riuscisse mai davvero a competere. Le gare amichevoli disputate durante la tournée in America e soprattutto la pesante sconfitta interna subìta contro l’Atletico Madrid nello scorso fine settimana, hanno già aperto i primi processi verso una squadra che, al momento, nonostante i cambiamenti avvenuti nell’organico, trasmette la sensazione di proseguire il suo cammino sulla scia dell’ultima deludente stagione.

La lentezza nel manovrare con il pallone tra i piedi e la scarsa capacità di proporre trame di gioco in grado di portare la squadra a costruire azioni da rete con continuità, hanno riacceso i tanti dubbi covati da una ormai larghissima parte della tifoseria bianconera sulla bontà del progetto di Allegri. Progetto che, ammesso ve ne sia uno, ancora non è riuscito a dar mostra di sé. Il calcio di inizio si avvicina, una notifica sul telefono richiama l’attenzione del tifoso pronto per una nuova stagione. I canali di comunicazione della società diffondono la formazione scelta dal tecnico bianconero. In porta, causa infortunio di Szczesny, al quale è toccato il discutibile onore di inaugurare la solita lista di giocatori indisponibili per problemi agli adduttori, prende posto Perin. Davanti al portiere pontino, Allegri schiera una linea difensiva formata da Danilo, Bonucci, Bremer e Alex Sandro. In mezzo al campo, Locatelli sarà il punto di riferimento della manovra, supportato ai lati da Zakaria e McKennie, mentre in avanti Cuadrado e Di Maria avranno il compito di innescare Vlahovic. Il Sassuolo di Dionisi risponde con il 433. Consigli; Muldur, Ayhan, Ferrari, Rogerio; Frattesi, Henrique, Thortsvedt; Berardi, Defrel, Kyriakopoulos; sono gli undici uomini scelti dal tecnico neroverde per iniziare l’incontro. Nonostante i dubbi che aleggiano intorno alla squadra bianconera, il confronto tra i due schieramenti non può che orientare il pronostico in favore dei padroni di casa.

Dazn apre il collegamento nel momento in cui, in uno Stadium gremito, le due formazioni fanno il loro ingresso sul terreno di gioco. Il nuovo canale satellitare risparmia al tifoso bianconero già in tensione sulla scomoda sedia tutti i tormenti provocati da un’app costosissima e malfunzionante. Cinque euro benedetti per liberarsi di cali di risoluzione, rotelline di caricamento, interruzioni del servizio che nelle altre partite di questa prima giornata hanno provocato tantissimi disagi ad un’utenza sempre meno soddisfatta del servizio offerto da questa pessima piattaforma. Lo Stadium è carico di entusiasmo quando l’arbitro Rapuano fischia l’inizio del campionato per Juventus e Sassuolo. I bianconeri si propongono subito con una discesa di Alex Sandro sulla sinistra. Il terzino brasiliano, dopo uno scambio con McKennie, entra in area dove trova l’opposizione di Muldur. Lo juventino protesta per un contatto che lascia più di qualche dubbio. L’arbitro indica la rimessa dal fondo. Il Var non interviene. Il gioco riprende mentre il commentatore arbitrale Luca Marelli in telecronaca giudica l’episodio da calcio di rigore ed in effetti la sensazione è che in favore di qualcun altro il rigore sarebbe arrivato. L’avvio di gara è reso piuttosto frammentato da diverse interruzioni e interventi arbitrali. Muldur, infortunato nel contrasto con Alex Sandro al primo minuto, è costretto a lasciare il campo sostituito da Toljan. La partita non sale di ritmo e la Juventus, al di là dell’azione iniziale, fatica a trovare la velocità di passaggio e le traiettorie necessarie per creare occasioni da rete. Schierata con il consueto 442, la squadra di Allegri mostra per l'ennesima volta tutte le criticità evidenziate abbondantemente nella passata stagione. McKennie, costretto in una posizione di esterno estranea alle sue caratteristiche, fatica ad incidere sulla partita. La sua scarsa attitudine a muoversi lungo la fascia è ormai nota.

Incomprensibile il motivo per cui si insista nel proporlo in quella posizione. Con Cuadrado e Di Maria che preferiscono muoversi partendo dalla zona destra del campo, la fascia sinistra, come negli anni passati, continua a sembrare un pezzo di terra strappato all’agricoltura, tanto arida e sterile è la manovra bianconera da quella parte. I primi venti minuti di gioco trascorrono invano. Non un tiro. Non un’azione capace di trasmettere una minima sensazione di pericolosità. Il Sassuolo contiene senza particolare affanno la manovra juventina lenta e priva di idee e, anzi, ad un certo punto assume la consapevolezza di poter essere pericoloso. E’ infatti la squadra emiliana ad affacciarsi per prima verso la porta avversaria. Berardi dalla destra taglia l’area con un cross teso che cade all’altezza del secondo palo, dove Defrel non si dimostra pronto a sfruttare l’occasione. Il tocco sotto porta del francese si rivela incerto e viene facilmente contenuto da Perin. Ancora Defrel, un minuto più tardi, impegna il portiere bianconero con un destro da fuori. L’entusiasmo con cui il pubblico aveva accompagnato in campo la Juventus sembra già svanito. Iniziano a sentirsi addirittura i primi mormorii di disapprovazione, perfino qualche fischio. Provvidenziale arriva dunque la pausa di metà tempo decretata dall’arbitro per permettere ai giocatori di dissetarsi. Concluso il minuto di riposo, rientra in campo una Juventus rinfrescata da un cambiamento di modulo che la porta finalmente ad assumere un assetto tattico quantomeno coerente con le caratteristiche degli uomini in campo. Cuadrado prende la fascia sinistra, Di Maria si sistema sulla destra, McKennie, dopo venti minuti trascorsi come un corpo estraneo, stringe all’interno del campo dove ha maggiori possibilità di sfruttare le sue doti di assaltatore.

La squadra sembra adesso più a suo agio, riuscendo a coprire l'intera ampiezza del campo. Prende vita un’azione prolungata e insistita al limite dell’area del Sassuolo, durante la quale la squadra di Allegri sposta ripetutamente il pallone da una fascia all’altra del campo e concretizza il gioco prodotto con un cross di Alex Sandro per il sinistro al volo di Di Maria. L’argentino, in verità, impatta il pallone in maniera sporca ma questo gli permette di imprimere alla sfera una traiettoria che dopo un rimbalzo sull’erba si impenna e scavalca Consigli. La Juventus passa in vantaggio alla prima vera azione costruita. Il gol accende lo Stadium che per qualche minuto spinge la squadra alla ricerca del raddoppio immediato. E’ ancora Di Maria ad ispirare la manovra. L’argentino premia l’avanzata sulla destra di Danilo. Il cross del brasiliano trova Vlahovic pronto alla deviazione. Il serbo però non riesce ad inquadrare la porta. Come molto spesso accade, una volta passata in vantaggio, la Juventus sembra quasi non trovare la convinzione per dare continuità alla sua azione offensiva. La squadra rallenta il ritmo e si abbassa sulle due caratteristiche linee di difesa. Di Maria sempre più spesso è chiamato a profondi ripiegamenti difensivi, mentre McKennie pare essere l’unico uomo deputato a portare, senza nemmeno troppa convinzione, un minimo accenno di pressione sui portatori di palla avversari. La Juventus punta a colpire in ripartenza, sfruttando gli spazi che il Sassuolo non manca di concedere ma, in questa fase della gara, sono i neroverdi ad avere maggiormente il controllo del pallone. La squadra di Dionisi però da un discreto possesso palla non riesce a ricavare vere opportunità per pareggiare. Ayhan dalla distanza trova pronto Perin. Nient'altro. La Juventus quando ha l’opportunità riparte in contropiede, ispirata come sempre da Di Maria. In un’azione praticamente identica a quella andata in scena pochi minuti dopo il gol del vantaggio, l’argentino premia di nuovo la corsa di Danilo sulla destra. Dal fondo, il brasiliano serve Vlahovic che sfrutta Ayhan come perno per girarsi verso la porta ma con il sinistro non riesce a trovare la via della rete. E’ un buon momento per i bianconeri, nettamente trasformati dopo i primi venti minuti inguardabili. Cuadrado dal limite impegna Consigli in una difficile parata. Il Sassuolo palla al piede si perde in sterili trame che non trovano concretezza nel piede poco ispirato di Berardi. E’ ancora la Juventus, in questa fase della partita maggiormente determinata nel cercare il raddoppio, a rendersi ancora pericolosa. Alex Sandro lancia Vlahovic verso la porta, a contrastarlo il solo Ferrari. Il difensore tira giù il centravanti serbo in piena area di rigore. L’intervento è netto. L’arbitro Rapuano concede il calcio di rigore. Lo stesso Vlahovic trasforma con freddezza. La Juventus segna ancora. Per Vlahovic, anche se su rigore, arriva una rete che dava la sensazione di inseguire con particolare insistenza.

La partita è in discesa, anche la sedia dalla quale il tifoso davanti alla tv è solito seguire la partita appare adesso un pochino meno scomoda. I cinque minuti di recupero, giustificati dalle numerose interruzioni capitate durante l’incontro, si esauriscono con un tiro centrale di Berardi agevolmente controllato da Perin. L’intervallo, come tradizione, è accompagnato dalle solite chat di whatsapp. I vari amici, parecchio turbati dopo la sconfitta contro l’Atletico Madrid, accolgono con soddisfazione e sollievo il doppio vantaggio con il quale la Juventus rientra negli spogliatoi. Non viene però dimenticato il brutto avvio di gara ed in generale una certa imprecisione al momento di avviare l’azione palla a terra. Si sottolineano diversi errori di palleggio, commessi dai tre centrocampisti, che hanno rischiato di favorire pericolose ripartenze degli avversari. Ancora, viene rimarcato quell’attimo di ritardo di troppo nel momento di servire Vlahovic in profondità che ha mandato in diverse situazioni il serbo in fuorigioco, vanificando favorevoli occasioni. Nonostante un vantaggio che, considerato anche il livello dell’avversario, appare rassicurante, avanza comunque il pensiero di diverse criticità, che la squadra si porta dietro da anni, non ancora risolte. Il Sassuolo si ripresenta in campo con Raspadori al posto di Defrel. Allegri sceglie di mandare in campo gli stessi uomini con cui ha iniziato la partita. Di Maria si rende ancora pericoloso ad inizio ripresa con un sinistro a giro, a conclusione di un’azione personale, che manca la porta per questione di centimetri. Il terzo gol arriva comunque un minuto più tardi. Ayhan sbaglia grossolanamente un cambio di gioco verso la sinistra. Il pallone è intercettato da Di Maria che, dal limite dell’area, serve a Vlahovic l’opportunità per la doppietta personale. Il serbo non sbaglia. La Juventus trova il terzo gol che manda in archivio la partita. Dionisi prova a forzare il destino ormai scritto della sfida inserendo anche Pinamonti al posto di Kyriakopoulos. Il Sassuolo adesso ha tre vere punte in avanti ma continua a non incidere. Sulla panchina bianconera, per Allegri, forte dei tre gol di vantaggio e di una situazione di pieno controllo, arriva il momento di iniziare a dosare le energie dei suoi. Richiama in panchina Alex Sandro (autore di una buona prestazione) e Cuadrado, sostituendoli con De Sciglio e il nuovo arrivato Kostic, al suo esordio in maglia bianconera. L’atmosfera da serata di festa allo Stadium viene parzialmente oscurata dall’infortunio occorso a Di Maria verso la metà della ripresa. L’argentino esce toccandosi l’adduttore (e siamo a due!). La smorfia di dolore che compare sul suo volto non lascia immaginare niente di buono. Allegri perde il miglior giocatore della partita. Al posto di Di Maria manda in campo Miretti. Il giovanissimo centrocampista (19 anni appena compiuti), nella mezz’ora a sua disposizione, offre un'ulteriore conferma di quanto già messo in mostra nelle ultime giornate dello scorso campionato. Personalità, velocità di pensiero e di esecuzione, pulizia nel tocco di palla sono le principali caratteristiche di un ragazzo che pare destinato a ripercorrere le orme di chi prima di lui, partendo dal vivaio, è riuscito a conquistarsi un posto in prima squadra.

Con la partita che continua a viaggiare sui binari di una comoda vittoria, Allegri concede un quarto d’ora anche a Soulé e Rovella che entrano in campo al posto di McKennie, che dopo l’uscita di Di Maria ha concluso la sua partita spostato sulla destra, e di Locatelli. L’attaccante argentino si sistema a destra, in quella che era la posizione di Di Maria, mentre il centrocampista proveniente dal Genoa si incarica della regia. Lo fa molto bene. Pur considerando il momento favorevole della squadra, Rovella entra in partita con personalità, chiama il pallone e lo gioca rapidamente e con precisione verso i compagni. Mostra un gioco a due tocchi e una padronanza della situazione tale che il tifoso davanti alla tv inizia a domandarsi perchè questo ragazzo debba andare in prestito. In rosa, come prima alternativa a Locatelli, può rappresentare un valore aggiunto. La Juventus ha in questi giovani calciatori un patrimonio tecnico notevole, da curare con la massima attenzione. Dopo aver tanto criticato Allegri per lo scarso o nullo ricorso ai ragazzi nella passata stagione, questa volta gli va riconosciuto di averli gestiti al meglio, concedendo loro parti significative di gara. La partita scivola verso la conclusione senza particolari sussulti. Pinamonti impegna Perin in una parata a terra. Vlahovic, lanciato da una ottima combinazione tra Rovella, Zakaria e Bonucci, in contropiede va vicino alla tripletta personale. Kostic si presenta al pubblico dello Stadium esibendo una grande continuità nel trovare il fondo e calibrare cross di ottima fattura verso l’area di rigore. Ala sinistra vecchio stampo, prima che il ruolo venisse inquinato dal feticismo del piede invertito, il serbo promette di essere il giocatore che per fisicità, corsa, capacità di giocare la palla e di calciare, può finalmente colmare quella lacuna sulla corsia mancina che la Juventus si porta dietro da anni, durante i quali ha sempre adattato in quella zona di campo giocatori con caratteristiche lontane da quelle di un’ala pura.

Un errore, a parere di SpaceSerieA, sarebbe considerare Kostic un esterno a tutta fascia da 352 o peggio un terzino. Il serbo è un giocatore che, pur capace di dare un valido contributo anche in fase di difesa, offre il meglio dalla metà campo in avanti. Una conclusione fuori misura di Rovella allo scadere del recupero chiude la sfida. L'arbitro Rapuano fischia tre volte. La Juventus vince al debutto regalando ai suoi tifosi un felice Ferragosto e rispondendo alle rivali nella corsa al titolo, tutte vittoriose all’esordio.

LE PAGELLE BIANCONERE

Perin – 7: Aveva il compito di sostituire l’infortunato compagno di reparto, Szczesny, e lo fa più che dignitosamente bene. Sempre attento e preciso negli interventi, salva il risultato sul tiro ravvicinato di Defrel nel pt ed è reattivo, nel finale, sulla zampata di Pinamonti, quando ormai la partita era in ghiaccio: una sicurezza.

Danilo – 6.5: Allegri gli affida la fascia destra e lui lo ripaga offrendo il meglio del suo repertorio. Corsa, grinta, recuperi e propensioni in avanti ad innescare Di Maria e compagni, si trova a proprio agio in quella corsia e l’ha dimostrato per tutta la partita. Freccia esplosiva!

Bonucci – 6: Da capitano affronta la partita con il piglio giusto. Soffre inizialmente le sortite neroverdi, causa una condizione fisica non del tutto ottimale, poi recupera e conduce una gara senza sbavature provando a innescare i compagni con le sue “geometrie”, può fare di più!

Bremer – 6.5: era la prima con la Torino “bianconera”, tutto sommato regge anche bene l’urto con la difesa a quattro. Gioca d’anticipo, pulito negli interventi, fa valere la sua prestanza fisica nei confronti degli attaccanti avversari che per la verità non lo impensieriscono più di tanto. Meglio rispetto al suo compagno di reparto ma occorrono sfide più dure per non far rimpiangere Chiellini.

Alex Sandro – 7: Allegri lo schiera a sorpresa tra i titolari lui fa un’incredibile prestazione sorprendendo tutti. Pronti via fa uno sgroppata sulla sinistra che quasi quasi vale un rigore per la Juventus, che ci poteva stare, poi in un momento di difficoltà della squadra esce il coniglio dal cilindro sfornando l’assist per lo splendido gol di Di Maria. Ma non è finita qui perché è dal suo lancio che nasce il rigore che vale il raddoppio, esce dopo un’ora esatta tra gli applausi dello Stadium come non accadeva da tempo. Un aggettivo solo: Rinato. Dal 60’, De Sciglio- 6: si piazza sulla corsia mancina al posto del brasiliano e gioca una partita ordinata e senza sbavature anche perché il Sassuolo lo permette eccome.

Locatelli – 6: in attesa di un vero regista, Paredes?, Allegri gli chiede gli straordinari in quel ruolo a lui non proprio congeniale. Fa una prestazione sufficiente, con qualche buona apertura per i compagni, viene ammonito a inizio partita e forse questo lo condiziona ma sicuramente può e deve fare di più per animare il centrocampo della Juventus. Avrà tempo e modo per rifarsi ma per adesso rimandato! Dal 76’ Rovella – Sv: Allegri gli concede solo un quarto d’ora prima di andare, molto probabilmente, in prestito al Monza-

Zakaria – 6: a qualcuno ricorda Matuidì? Si è proprio il suo alter ego, corre, recupera palla, attacca gli avversari, si acciacca e ricomincia a lottare. Questa la sintesi della sua partita, anche lui soffre gli attacchi iniziali neroverdi ma poi recupera con giocate pulite e ordinate. Spaventa Allegri alla fine del match, perché si tocca l’adduttore ma poi rientra anche per l’ultimo forcing.

Meckennie - 6: recupera a tempo di record per giocare la prima di campionato. Intensità e grinta non mancano, si vede che non è ancora in condizione perché sbaglia alcuni passaggi elementari impedendo delle ripartenze importanti per la Juventus: anche lui rimandato. 76’ Matias Soule – Sv: giusto qualche minuto per far assaporare al giovane argentino l’ebbrezza del campo con la maglia della Juventus in prima squadra.

Cuadrado – 6: prima Allegri lo mette a destra e non combina granché poi lo sposta a sinistra e qui comincia ad accendersi insieme a Di Maria. Qualche buona sortita in avanti ma non si infiamma più di tanto ciò non toglie che rimane un jolly fondamentale per lo scacchiere del tecnico livornese. Dal 61’ Kostic – 6: il pubblico al suo ingresso si scalda subito, lui fa intravedere delle buone qualità palla al piede ma deve trovare l’intesa con i suoi compagni e si vede. Tutto sommato disputa una buona mezz’ora quando la partita era già finita da tempo.

Di Maria – 8: c’era una sorta di spasmodica attesa per vedere il campione argentino in campo con la maglia della Juventus, neanche a dirlo la scena è tutta sua. Sblocca la partita in un momento di grande difficoltà per i bianconeri, con una grandissimo sinistro al volo a scavalcare un incolpevole Consigli. Giocate, dribbling di alta scuola e tante palle in mezzo, si fa trovare pronto all’erroraccio di Ayhan servendo un assist al bacio per la doppietta personale di Vlahovic che chiude definitivamente il match. Esce anzitempo facendo preoccupare Allegri e la Juventus, si spera in un nulla di grave ma se questo è soltanto l’inizio: Chapeau! Dal 66’ MIretti – 6: Si piazza in mezzo al campo permettendo a Locatelli di liberarsi dei compiti del “regista” e gioca abbastanza bene anche se la partita ormai non ha aveva più niente da dire.

Vlahovic - 7.5: Era l’uomo più atteso della partita insieme a Di Maria e lui ripaga tutti siglando una doppietta. Parte in sordina ma cresce con il passare dei minuti come tutta la Juventus, cerca il gol in tutti i modi ma la palla non ne vuole sapere di entrare. Si sblocca alla fine del pt. con un rigore procurato e segnato da lui stesso, realizza la sua doppietta personale con un assist al bacio di Di Maria. Sfiora anche la tripletta ma i centimetri e la sfortuna gli dicono di no, se qualcuno attendeva delle risposte dal serbo è stato prontamente servito.

Allegri – 6.5: parte con un 4-4-2 per dare più ordine alla sua squadra ma rimane imbrigliato nella morsa del Sassuolo per i primi venti minuti di netta difficoltà. Dopo il cooling break capisce che quel sistema non sta funzionando e passa al 4-3-3 mettendo in atto la mossa che gli farà vincere la partita. Questa volta è andata bene ma la prossima? Promosso con riserva!

DA ZERO A DIECI TUTTI I NUMERI DI JUVENTUS SASSUOLO

ZERO – Come i gol subiti dalla Juventus. In altri tempi non avrebbe fatto notizia ma vista la Juventus degli ultimi due anni non prendere gol, soprattutto alla prima di campionato è sicuramente un aspetto positivo che dovrà durare nel tempo, almeno è quello che si augurano Allegri e i tifosi bianconeri.
UNO – come il primo gol in serie A segnato da Angel Di Maria con la maglia della Juventus. Neanche a dirlo un gol da vero campione, forse un po’ fortunato nella traiettoria che ha preso la palla ma la fortuna aiuta gli audaci è risaputo!
DUE – come i gol messi a segno da Dusan Vlahovic ieri sera contro il Sassuolo. Una risposta a chi cominciava a mugugnare nei suoi confronti, il Sassuolo gli ha facilitato la vita è vero ma l’attaccante serbo ha risposto ai suoi detrattori come meglio non poteva fare e cioè facendo gol!
TRE – come i punti ottenuti dalla Juventus all’esordio in campionato e come le reti messe a segno ieri sera. Una Juventus che comincia bene la sua stagione a differenza dell’anno scorso in cui aveva conquistato un unico punto dopo tre giornate.
QUATTRO – Alla difesa del Sassuolo, la squadra neroverde l’anno scorso aveva conquistato lo Stadium con una grande prestazione. Quest’anno sembra una squadra ridimensionata per via delle cessioni operate dalla società ma la difesa, tra rigori concessi e palloni regalati, è stata letteralmente un disastro. Bocciati.
CINQUE – ai fischi dello Stadium. La Juventus ha sofferto durante i primi minuti del match, facendo rivedere i fantasmi dell’anno scorso. I tifosi sono esigenti e si sa soprattutto se riempiono lo stadio in occasione del Ferragosto, però la squadra va sostenuta sempre anche se le cose non vanno come si vorrebbe.
SEI - alla partita di Beradi, forse l’unico a salvarsi del Sassuolo dopo soprattutto il grave episodio di Modena che poteva condizionarlo. E’ dai suoi piedi che parte la giocata per Defrel che per poco non porta in vantaggio il Sassuolo ma è l’unico faro che predica nel deserto di una serata decisamente storta.
SETTE – come il piazzamento di Leonardo Bonucci nella Hall of Fame degli uomini con più presenze in bianconero di tutti i tempi. Ieri è giunto alla sua 477 partita con la maglia della Juventus, nonostante le numerose critiche ricevute qualcosa dovrà pur dire no?
OTTO – Alla coppia Di Maria – Vlahovic se la Juventus vince e convince e grazie a loro due è inutile girarci attorno. Di Maria sembra già un leader di questa squadra anche se è appena arrivato, il serbo invece è maturato dopo la mezza stagione in maglia bianconera dell’anno scorso e vuole prendersi la Juventus in tutti i modi possibili.
NOVE – agli infortuni della Juventus, ogni anno siamo alle solite il numero dei giocatori infortunati è sempre più alto e siamo solo all’inizio. Solo sfortuna? Be’ questo non si può sapere però ad avere tutti questi infortunati se non è record poco ci manca e bisogna essere davvero bravi per averne così tanti quindi voto senza alcun dubbio meritato!
DIECI – al cooling break il vero “Hombre del Partido”. Se non ci fosse stata questa piccola pausa forse la Juventus non avrebbe raddrizzato la partita in tempo, perché è proprio li che Allegri cambia assetto alla sua squadra, trovando praticamente la mossa vincente.

CONCLUSIONI FINALI - Ben consapevoli che è ancora troppo presto per esprimere giudizi definitivi e che il livello dell’avversario, capace di perdere anche a Modena in Coppa Italia, sembra abbastanza modesto, la Juventus può trarre indicazioni importanti per il prosieguo del cammino. I primi venti minuti, con una squadra penalizzata da scelte tecniche che avevano portato un impianto poco omogeneo, con diversi giocatori schierati in ruoli non consoni alle loro caratteristiche, su tutti McKennie largo a sinistra e Di Maria seconda punta, sono stati in gran parte cancellati al rientro in campo dopo la breve sosta di metà primo tempo che ha restituito ai tifosi una squadra in grado di trovare trame di gioco più efficaci grazie alla presenza di uomini in grado di creare superiorità numerica su entrambe le fasce. Rimangono da spazzare via ancora alcune grandi incognite che minano il percorso bianconero da diverse stagioni. La condizione fisica che non sembra ancora ottimale, cosa assolutamente normale in questo periodo ma che negli anni passati non abbiamo mai visto crescere in maniera convincente e gli infortuni, soprattutto quelli di natura muscolare, troppi e troppo simili anno dopo anno per non accendere un campanello d’allarme. Dalla risoluzione di queste due criticità, passa gran parte del destino di una stagione che, come dichiarato da società e tecnico, deve riportare la Juventus sul trono d’Italia.

@SpaceSerieA