Dopo la vittoria della Conference League, l’arrivo di Paulo Dybala nella Capitale continua a mantenere alto il morale dei giallorossi, che affronteranno la prossima stagione consapevoli di dover migliorare il rendimento in campionato e lottare per un posto in Champions League. Il progetto dei Friedkin sembra nato coi giusti presupposti e tra i loro meriti, oltre ad aver dato solidità economica al club, c’è quello di aver scelto gli uomini adatti per raggiungere traguardi ambiziosi. José Mourinho è divenuto il cuore pulsante di questa società e ha stretto un sodalizio importante col suo connazionale, il direttore sportivo Tiago Pinto, che sta operando sul mercato in simbiosi con le indicazioni dell’allenatore. Per ora, i colpi in entrata sono stati Svilar, Matic, Celik, Georginio Wijnaldum e Dybala. Tra i nuovi innesti, si è investito solamente sul cartellino di Celik (7 milioni), mentre gli altri giocatori sono arrivati a parametro zero o in prestito.

Capitolo cessioni, Tiago Pinto ha fatto un piccolo miracolo tecnico ed economico, andando a potare con grande maestria la rosa giallorossa: Pau Lopez è stato ceduto al Marsiglia per 12 milioni di euro, stessa destinazione per il turco Cengiz Ünder ceduto, sempre, ai marsigliesi per 8,4 milioni di euro. L’incompreso Robin Olsen passa all’Aston Villa per una cifra vicino ai 3,5 milioni di euro. Destino già scritto per il forte portiere svedese, del resto nessuno vuole essere Robin dopo aver visto da vicino Alisson Ramses Becker! Il ventenne attaccante Riccardo Ciervo passa al Sassuolo, per 2 milioni di euro, che lo gira subito in prestito al Frosinone. Auguriamo al club modenese un’altra plusvalenza monstre dopo quella di Scamacca o Scammacca (all’inglese) al West Ham o West Hamm all’italiana. Il centrocampista salentino Tommaso Milanese passa definitivamente alla matricola Cremonese per una cifra intorno ai 750 mila euro. Infine, tra le cessioni eccellenti c’è quella di Alessandro Florenzi al Milan per la bellezza di 2,7 milioni di euro, quasi tre con arrotondamento per eccesso. Finalmente, quel cucciolone di Spizzi trova casa in Zona Isola grazie a Maldini e Massara. L’immagine di Spizzi - abbandonato e sedotto dalla Roma sul Grande Raccordo Anulare - ha fatto il giro del web e il Milan lo ha adottato per compassione. Finalmente, una favola a lieto fine nel mondo d’orato del calcio.

In totale il gruzzoletto messo da parte da Tiago Pinto (la bella figura di Matteo Renzi) - general manager della Roma - calcolatrice alla mano è di (12 + 8,4 + 3,5 + 2 + 750 + 2,7) quasi 30 milioni di euro. Inoltre, per la prossima stagione, La Roma farà a meno delle prestazioni sportive e degli ingaggi pesanti di Daniel Fuzato, Bryan Reynolds, Sergio Oliveira, Henrikh Mkhitaryan, Borja Mayoral, Stefano Greco e soprattutto di Davide Santon; Alla notizia dell’abbandono di Davide (vedi Florenzi), le foto di Santon hanno fatto, subito, il giro del web e si sono diffuse a macchia d’olio. Il Milan ci farà un pensierino? Potrebbe, magari con un po’ di fantasia, ricostruire la mitica coppia di terzini giallorossi, Florenzi sulla destra e Santon sulla sinistra. AAA ex cucciolo di Mamma Lupa cerca casa.

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Il mercato in uscita della Roma non è finito. Allacciate le cinture di sicurezza perché il bello deve ancora venire, anzi il bello è adesso. Veretout è stato ceduto al Marsiglia per 11 milioni di euro più circa quattro di bonus e indirittura d’arrivo ci sono le cessioni di Carles Perez al Celta Vigo e Shomurodov in prestito con diritto di riscatto (10 milioni) al Bologna. Le prossime mosse sembrano orientate a portare in rosa ulteriori rinforzi in ogni reparto. C’è un ritorno di fiamma per riportare a casa Davide Frattesi, la trattativa è difficile quando di mezzo c’è il Sassuolo (bottega molto cara quella degli emiliani) ma non impossibile. La volontà del forte centrocampista potrebbe essere determinante. Il gallo Belotti è a un passo dalla Capitale, sponda giallorossa. Sarebbe un colpaccio, l’ennesimo a costo zero targato Pinto. De resto Genova non è tanto distante dal Portogallo per tradizione e cultura.

Capitolo difesa a parte. José Mourinho non è uno sprovveduto. Per fare il salto di qualità, in un’ottica lotta scudetto, deve ritoccare assolutamente la difesa che, ad oggi, risulta essere il reparto più vulnerabile della Roma. Senza una difesa forte - è matematico - non si vincono gli scudetti in Italia. Basta guardare, oggi, in casa Milan con quelle due rocce di Pierre Kalulu e Tomori. Due dei più forti centrali della Serie A. E’ sufficiente guardare nel passato in casa della Juventus con Chiellini, Bonucci e Barzagli. E se proprio, proprio, José Mourinho non vuole guardare in casa di nessuno - perché lui è lo Special One, del resto - è sufficiente rimembrare ancora quei tempi della sua vita interista quando beltà splendea negli occhi loro ridenti e fuggitivi di Samuel, Materazzi e Lúcio.

Zagadou (svincolato di lusso) e Bailly (Manchester United) sono, infatti, i nomi accostati con insistenza ai giallorossi che, con buona probabilità, manterranno l’impianto tattico visto nella scorsa stagione, in cui lo Special One ha gettato le basi per il futuro, insistendo su due concetti a lui cari: solidità difensiva e attacco fulmineo, possibilmente spietato. Tra i dogmi di Mourinho non c’è il possesso palla. Il suo 3-4-2-1 / 3-4-1-2 è infatti costruito per sopportare la pressione avversaria e ripartire rapidamente sfruttando gli spazi liberi con repentini inserimenti da parte dei trequartisti e dei quinti. Non a caso, il primo obiettivo del portoghese è quello di tenere la palla il più lontano possibile dalla propria trequarti e innescare rapidamente l’attacco una volta recuperata la sfera in posizione congeniale (per numero di tocchi nella propria area, la Roma è penultima in Serie A). Per questo tipo di gioco è fondamentale il lavoro di cucitura dei due trequartisti, in particolare di capitan Pellegrini, che ama abbassarsi molto rispetto alla posizione iniziale.

Nella passata stagione, Lorenzo Pellegrini e Nicolò Zaniolo hanno spesso composto la coppia dei trequartisti a ridosso della punta, col primo schierato sul centrosinistra e il secondo sul centrodestra. Pellegrini ha disputato una stagione importante, realizzando 14 reti e 7 assist, giocando al servizio della squadra, muovendosi molto per non fornire riferimenti e tenersi smarcato per ricevere il passaggio. Zaniolo ha invece vissuto un anno a due facce: per 18 volte è stato impiegato come trequartista/seconda punta, producendo 7 reti e 5 assist, mentre in 20 occasioni è stato schierato più largo sulla destra, posizione dalla quale ha inciso meno, andando a rete una sola volta e fornendo 5 assist. Una stagione non troppo brillante per lui, che ha certamente risentito del brutto infortunio occorsogli l’anno precedente.

Questo lungo preambolo mi pareva opportuno per introdurre un tema che starà a cuore a molti tifosi giallorossi, ma più in generale a tutti gli amanti del calcio: In che ruolo giocherà il gioiello Dybala? Partendo dal presupposto che l’argentino ha già metabolizzato un calcio particolarmente accorto dal punto di vista difensivo (l’ormai celebre “corto muso”), resta da capire se mai ci sarà la possibilità di vederlo schierato assieme a Zaniolo, Pellegrini e Abraham. Per fare ciò, Mourinho dovrebbe accantonare l’attuale sistema di gioco in favore del 4-2-3-1, o di un 4-3-2-1 con Pellegrini mezz’ala sul centrosinistra. Almeno sulla carta, si tratterebbe di soluzioni egualmente percorribili, ma a patto che la linea dei trequartisti si sacrifichi (o si snaturi, fate voi) per partecipare costantemente alla fase di non possesso. Dybala è già stato coinvolto in questo tipo di dinamica e molto si è discusso circa il suo ruolo ideale e quanto sia opportuno tenerlo lontano dalla porta. Infatti, l’argentino possiede ottimi valori per quanto riguarda la visione di gioco e il passaggio, ma restano dubbi sulla sua mobilità e la capacità di sostenere per 90 minuti entrambe le fasi di gioco. Nicolò Zaniolo, che al momento non dà segno di voler rinnovare il contratto in scadenza nel 2024, sarebbe oggetto d’interesse da parte della Juventus e la sua permanenza nella capitale è tutt’altro che scontata. La sua eventuale uscita sgombrerebbe il campo da ogni speculazione sul modulo, che resterebbe inalterato, con l’inserimento della Joya al suo posto. È appunto sul centrodestra che Dybala può dare il meglio, specialmente quando gioca a ridosso della porta, coadiuvato da una prima punta in grado di muoversi bene senza palla e attirare le marcature avversarie. Da quella zona del campo, il nuovo acquisto dei giallorossi può sia calciare col mancino (37 tiri nelle specchio la scorsa stagione, il doppio di Zaniolo) che inventare per i compagni, mentre i compiti di copertura sarebbero limitati al solo pressing alto, senza dover compiere troppi ripiegamenti.

Qualora l’incognita tattica Zaniolo dovesse rimanere, è più probabile che Mourinho opti per delle turnazioni tra i trequartisti, mantenendo il lavoro tattico fatto la scorsa stagione, un lavoro che è partito dalla mente per poi arrivare al campo. Un lavoro lungo, che non può essere snaturato dall’arrivo di un giocatore, per quanto talentuoso egli sia. Assieme a Pellegrini e Abraham, Dybala comporrà il nuovo reparto avanzato della Roma, che durante questo mercato ha inserito nuova linfa vitale sulla mediana (Matic, Georginio Wijnaldum e si spera Frattesi) ma costruirà partendo dai dogmi del tecnico, per nulla avvezzo a modificare il proprio credo calcistico in favore di piacevoli suggestioni.

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