Frosinone – Milan: 2 – 3

Allo stadio Benito Stirpe di Frosinone va in scena la 23a giornata del Campionato di Serie A. Da una parte c’è la formazione di casa, allenata da Eusebio Di Francesco e con Matìas Soulé Malvano, argentino, a guidare il centrocampo e l’attacco. Nella fetta di campo avversa si posiziona la formazione rossonera, pardon, rosa-azzurra... L’inizio sembra promettente e Leao giocando una partita appena dignitosa rischia di diventare il migliore dell’undici milanista.

Sia chiaro: Rafa gioca una partita delle sue di questo periodo, indolente e scostante.Tuttavia, se il portoghese accende la luce il Milan fa più che pungere le difese avversarie. Leao scende a sinistra e rimette un invitante pallone al centro dove un quasi pensionato, troppo presto ritenuto già pronto per una RSA (c’è chi la chiama MLS), Olivier Giroud, ci mette la testa e la sfera gonfia la rete difesa da Stefano Turati. Non si fa in tempo a gioire per il gol che 7 minuti dopo il portoghese diventa protagonista in negativo causando un rigore nell’area sbagliata con un tocco di braccio-mano (ma è veramente stato così?).

Iron Mike Maignan che in Francia aveva una altissima percentuale di rigori parati e che sostanzialmente sta contrattando con la Società di Via Aldo Rossi il rinnovo del contratto in scadenza nel 2026, per portarlo fino al 2028 a cifre pressoché raddoppiate, intuisce l’angolo di tiro ma ancora una volta raccoglie la palla solo quando si trova in fondo al sacco. La partita in parità galvanizza i padroni di casa e mortifica gli ospiti. Il francese Adli sembra essere l’unico insieme a Gabbia a raggiungere un rendimento sufficiente. Finisce il tempo e il punteggio è sempre inchiodato sull’1 a 1, nonostante i laziali schiaccino i lombardi nella propria metà campo.

La ripresa si apre con le stesse premesse della seconda parte della prima frazione di gioco. Al 65°, in piena scomfort zone milanista, un lampo illumina la notte. A rompere gli equilibri ci pensano Luca Mazzitelli, il capitano frusinate, e il portierone milanista che si fa infilare facendosi passare la palla a millimetri dalla sua coscia destra. Il vantaggio mette le ali ai piedi dei laziali e appesantisce i fragili polpacci della formazione di proprietà del Fondo d’Investimento Red…Bird. Un gol di Gabbia, sette minuti più tardi, in tuffo di testa, su palla inattiva (hip-hip-hurrah, era ora…) ristabilisce la parità sul campo e i cambi operati dal Coach parmense cambiano l’abbrivio dell’incontro. I frusinati rallentano il ritmo e la miglior qualità dei singoli della formazione milanista fa il resto. Il serbo Luka Jović riporta il Milan in vantaggio (81°) raccogliendo un rimpallo favorevole in area e con questo gol a favore nel pallottoliere la sua squadra controlla il risultato e porta a casa i tre punti.

Tre gol fatti.

Due gol subiti.

Tre punti incamerati.

Ancora una volta, per vincere una partita, Il Milan ha dovuto segnare almeno tre reti. La sua difesa, formata da Kjaer e Gabbia, Theo Hernandez e Calabria, con Adli, Reijnders e Loftus-Cheek, ha incassato due segnature, passando anche in svantaggio (come a Udine). Prendi tre, paghi due. Anche questa settimana al supermercato Milan sono disponibili le megaofferte di metà stagione. Chissà se queste condizioni economiche varranno anche per eventuali cordate arabe intenzionate ad acquistare l’intera proprietà della Società di Via Aldo Rossi. La candelora (giorno di marca) ha indicato che dall’inverno siamo fuori, dall’Inferno, invece… beh, è ancora troppo presto per dirlo.