Fiorentina- Milan si gioca tutta in 6 minuti, dal 47° al 53°. No, immagino che i lettori stiano pensando alla sequenza di Fibonacci. Non si tratta di un susseguirsi di caratteri ordinati e crescenti secondo una logica matematica, tuttavia i numeri sono e restano importanti nel calcio. Proviamo a scandirli senza darli...

6 sono i punti che distanziano i rossoneri dalla Juventus, terza in classifica.

13 sono le vittorie nelle ultime 18 gare.

2 sono stati i gol segnati allo stadio Artemio Franchi su 17 tiri effettuati (7 nello specchio della porta).

56% è stato calcolato il possesso palla contro il 44 collezionato dagli avversari.

La fotografia della gara sembrerebbe testimoniare come dalla cintola del centrocampo in su il Milan funzioni alla grande. Pur avendo dei buoni difensori (anche se continua ad avvertirsi pesantemente la mancanza di Pierre Kalulu) ciò che non convince nel l’11 rossonero è l'assetto in retroguardia. Tuttavia sarebbe un clamoroso errore pensare che le colpe siano unicamente da attribuirsi ai soli Davide Calabria, Malik Thiiaw, Fikayo Tomorie Alessandro Florenzi, autori al Franchi di una buona prestazione.

Per tutto il primo tempo (e buona parte del secondo), mentre i padroni di casa menavano come bulli il giorno di Halloween, gli ospiti meneghini hanno giocato a ping-pong contro la porta difesa da Terracciano (autore di buone parate) e, nonostante siano state fallite almeno 4 nitide palle gol, dimostrano prima loro stessi e dopo agli avversari di campionato che la loro forma è stata finalmente ritrovata. Un po’ tardiva, forse, visto che mancano di fatto meno di 2 mesi al termine del Torneo.

La prestazione di Olivier Giroud, poi, insufficiente sottoporta, si rivela utile alla bisogna in fase di impostazione e sostegno all'azione offensiva. Si potrebbe obiettare che nella valutazione della sua performance pesa non poco il momento che sta vivendo. Deve essere difficile "girarsi" quando il suo progetto futuro di vita, oltreché professionale, lo sta portando, forse, lontanissimo dall'Italia e dal Milan. La testa, la stessa con la quale in questi anni ha saputo regalarci tanti gol uno più bello dell'altro, non è sembrata sgombra e nel calcio, si sa, se si hanno troppi pensieri le cose in campo non riescono, non funzionano, anche e soprattutto quelle più facili. Il portoghese Rafael Leao, per fortuna, ha dispensato azioni da manuale del calcio e il suo collega di fascia destra, Samuel Chukwueze, non ha demeritato strappando abbondantemente la sufficienza.

Il centrocampo ha retto come ha potuto. Ismaël Bennacer e Tijjani Reijnders sembra abbiano risentito della sosta per gli impegni delle nazionali ma l’intero reparto ha sofferto più per la prestazione sottotono di Loftus-Cheek che delle loro.

La difesa si è distinta per alcune errate letture di gioco e 2 stupide ammonizioni guadagnate da Thiaw e Tomori, assolutamente evitabili. Sulle fasce ha regnato l’ordinaria amministrazione. L’assenza di Theo Hernandez non si è risentita troppo.

All'inizio del tempo, invece, ciò che sembra funzionare come un orologio svizzero è la freddezza dell'inglese Loftus-Cheek che si fa trovare pronto al 47° su una comoda palla servitagli da Leao. Era più difficile sbagliare quel gol che realizzarlo ma si sa che il calcio non è matematica… forse. Il gol e il vantaggio raggiunto rinfranca i cuori dei tifosi milanisti, a partire da quelli della curva ospite che con i suoi canti e le urla ha saputo spronare all'inverosimile i propri beniamini, cancellando da sola l'intera rappresentanza viola assiepata sugli spalti. Se il Milan è conosciuto in tutto il mondo è anche e soprattutto per il calore dei suoi tifosi.

Il bel gol segnato da Duncan 3 minuti più tardi, con 1 tiro di poco fuori dall'area che pareggia momentaneamente le sorti dell'incontro, non scalfisce la convinzione che i rossoneri, prima o poi, avrebbero avuto ragione della squadra viola. Trascorrono infatti altri 3 minuti e il portoghese Rafael Leao regala 1 gol da cineteca ai suoi tifosi sublimando la sua sontuosa prestazione con una autentica chicca. Poco mancava che l'ala sinistra entrasse in porta con la palla. Anche questa successione temporale, segnare subito dopo aver subito il pareggio, dà l'esatta dimensione della nuova, ritrovata, mentalità vincente del Milan.

Il finale di gara è stato una sofferenza per le coronarie dei tifosi meneghini. Le 2 contendenti hanno allungato i propri reparti e la gara si è trasformata in una lotta giocata sui nervi e sulla classe dei singoli, segno che la sosta ha lasciato qualche scoria.

Al triplice fischio finale dell'arbitro Fabio Maresca, il risultato si ritrova ancora inchiodato sul 2 a 1 in favore dei rossoneri e i 3 punti incamerati sono un ottimo viatico per la prossima sfida di campionato contro il Lecce, sabato 6 aprile alle ore 15:00, e in Europa League contro la Roma, l’11 aprile. Il Milan è tornato e allunga. Se sarà capace di passare indenne le sfide che l’opporranno a Torino contro la Juventus e a San Siro nel derby le avversarie se ne dovranno fare una ragione. I numeri, oggi, dicono che i rossoneri sono protagonisti. È matematico.

 

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