NOTA della redazione per i blogger: per il mese di febbraio, sono stati sospesi i voti agli articoli, ecco perché tutti i blogger ricevono una bassa valutazione con il voto 1; vogliamo dunque chiarire che non è un giudizio negativo al pezzo qui proposto. Grazie per continuare a scrivere su VxL.


Ammettiamolo: in un periodo generalmente freddo e spoglio come febbraio e parte di marzo quasi tutti amiamo gli eventi che una festa come il carnevale ci regala, capaci di riempire le città di quei colori e quella vitalità che il clima nasconde in attesa dell’arrivo della Primavera. Storicamente, questa celebrazione viene interrotta dalla Quaresima cristiana che contestandone l’aspetto legato ai bagordi (non a caso il suo nome è “carne” vale) intende riportare il comportamento dei fedeli verso temi più legati al pentimento e alla penitenza.

La principale caratteristica di tale festa è il travestimento. In questo periodo, adulti e bambini vestono degli abiti che li trasformano nei loro eroi preferiti. Il carnevale, però, che termina il 13 febbraio, quest’anno ha avuto una inconsueta coda.
Il 15 febbraio, ben due giorni dopo la sua fine (anche se gli eventi mondani sono diffusi fino a marzo) è andata in scena una interessante serata di calcio in cui i tifosi milanisti (e quelli francesi del Rennes, uniti a molti altri europei) hanno visto i loro beniamini in campo, come sempre, ma con una particolarità che li distingueva dall’ordinario. In questo modo, tutti gli atleti rossoneri hanno indossato, oltre alla casacca d’ordinanza, un costume che li trasformava in… qualcos’altro.
Così, l’inglese Loftus-Cheek ha vestito i panni di Olivier Giroud e segna due gol di rara bellezza, di testa, proprio come avrebbe fatto il francese. Il primo su un bel cross dalla destra di Florenzi e il secondo di rapina, gettandosi in tuffo per raccogliere una deviazione del portiere Mandanda, il quale aveva appena salvato la propria porta da un colpo di testa all’indietro (anche se sarebbe più corretto scrivere che si è trattato di un tocco di schiena o spalle) effettuato dal danese Kjaer su calcio d’angolo battuto da Theo Hernandez.

Come se non bastasse, il portoghese Leao, che già nel primo tempo era stato autore di pregevoli azioni (in una di queste aveva colpito la traversa con la deviazione di un difensore avversario), organizza con Theo un duetto che farà storia (impreziosito con un colpo di tacco) e segna chiudendo il triangolo colpendo la palla al volo, di prima intenzione. Leao, per una sera, ha indossato il costume di Ronaldo de Assis Moreira, detto Ronaldinho. Il suo digiuno dal gol (che partiva dall’infausta partita di Coppa Italia con l’Atalanta del 10 gennaio) s’interrompe dopo più di un mese ma nel modo più bello e spettacolare che ci sia. Bravo Raphael, continua così. Sabrina Salerno e Jo Squillo, nell’edizione di Sanremo del 1991 cantavano il brano Siamo donne e nel ritornello ribadivano che “oltre le gambe c’è di più”. È vero. Verissimo. Anche nel calcio. Mi si permetta questa un po’ forzata analogia ma “oltre ai gol c’è di più”. Milan Rennes non si può liquidare solo con le due prodezze di Loftus-Cheek e la spettacolare giocata di Leao.

La prestazione del canterano Matteo Gabbia, dato in prestito in Spagna al Villareal e riportato a casa dopo metà stagione, è stata sontuosa come lo è l’architettura della Sagrada Família. Non ho ancora ben chiaro quale costume abbia indossato il 15 di febbraio (forse quello dell’Alessandro Costacurta delle migliori occasioni) ma è innegabile che qualunque esso sia gli abbia dato una carica pazzesca, tale da fargli fornire una prestazione maiuscola da incorniciare in teche speciali come quella che ospita La Gioconda.

Theo Hernandez, forse è persino inutile sottolinearlo, ha giocato una partita perfetta. Anche lui ha indossato un travestimento. Non voglio dar vita ad alcun concorso a premi per indovinare di quale si tratta perché nel suo caso è scontato quanto un saldo al Black Friday. Il francese si è letteralmente trasformato nel suo idolo di sempre. Per lunghi tratti della partita, distinguere Theo da Paolo Maldini è stata impresa ardua. Forse, la posizione presa sui calci d’angolo poteva aiutare. Paolo, che era un ottimo colpitore di testa, prediligeva collocarsi in piena area di rigore mentre il francese che ha un piede sinistro più raffinato ama effettuare precisi cross dalla bandierina del corner. Come il suo idolo e mentore, Theo ha iniziato come terzino sinistro e si è trovato in un momento della sua carriera a vestire il ruolo di difensore centrale. Corsi e ricorsi storici.

L’elenco dei costumi carnevaleschi non finisce qui, però. Il burlone che non ti aspetti è Alessandro Florenzi da Roma che per una sera gioca 75 minuti alla brasiliana facendo un sombrero, crossando e facendo incursioni costanti come se non ci fosse un domani. Probabilmente, qualcuno deve avergli mostrato le imprese di un brasiliano che per molti anni ha monopolizzato la fascia destra rossonera: Marcos Evangelista de Moraes, meglio noto come Cafu. Anche lui proveniva dalla Roma e i tifosi della capitale lo avevano soprannominato Il pendolino.

Al Milan (fatte salve rare eccezioni) di olandesi se ne intendono e Tijjani Reijnders ha sfornato una di quelle prestazioni per cui Willem van Hanegem (che tra l’altro, smessi i panni del calciatore ha allenato proprio quell’AZ Alkmaar dal quale il Milan lo ha prelevato) o Johannes Jacobus Neeskens sarebbero orgogliosi di lui.

La serata dei travestimenti finisce qui.
Il carnevale è definitivamente alle spalle e questo è un ottimo segnale per il Milan perché questa festa è anche famosa per gli scherzi e nessun tifoso rossonero vuole augurarsi che al ritorno di coppa in Francia accada qualcosa di diverso da un comodo passaggio del turno per i suoi beniamini. Scherzare è bello ma un bello scherzo dura poco. In questa parte di stagione occorre fare sul serio e nel capoluogo della Bretagna, nella Francia nord-occidentale, si deve andare per fare punti. Per le ferie e le gite turistiche ci sarà tempo a fine giugno o inizio luglio.